REZIA

SUL BONDONE : CON GLI AMULETI DELLA DEA MADRE


La catena dello Stivo-Bondone , prolungamento ideale del Baldo , fu frequentata  nel Paleolitico e nel Mesolitico  da cacciatori  . Durante il Neolitico fu , inoltre , attraversatadalle grandi migrazioni di popoli pastori e agricoltori in direzione sud-nord e viceversa.L'altitudine costante  tra i 1500 e i 2000 metri garantiva una via veloce al riparo dalle alluvioni del fondovalle mentre la presenza di selvaggina e di vegetali commestibili permetteva a queste popolazioni di sfamarsi. Tra i tanti ritrovamenti , quello delle Viotte ( Monte Bondone)  si colloca tra i più alti della nostra Provincia. La conca erbosa protetta dal Palon  e a sud dalle tre cime  - il Cornetto , il doss d'Abramo e cima Verde - era facilmente raggiungibile per cresta dal lago di Loppio e dal fondovalle  dagli stessi abitanti di cui sono famosi i reperti al Riparo Gaban di Martignano (VIII-I millennio a.C.) nei pressi di Trento  e nei ripari di Acquaviva e Romagnano. Sul monte Bondone sono stati ritrovati  raschiatoi e punte di giavellotto el periodo Neolitico . Sono gli stessi uomini che scolpivano le "veneri" intagliandole  in corni di cervo e dipingendole di ocra rossa , il colore della vita . Statuette decorate con segni geometrici , patrimonio spirituale di questi antichi popoli...L'ITINERARIO:Sul monte Bondone in località Val d'Eva sono venuti alla luce raschiatoi e punte di giavellotto che risalgono al Neolitico . La  Val d'Eva è raggiungibile in una trentina di minuti dal Giardino Botanico delle Viotte. Se si vuole seguire un percorso più impegnativo seguendo le tracce dei cacciatori dal fondovalle vi rimando al bel testo di Fiorenzo Degasperi "DOMENICA DOVE ? Antichi Luoghi  di Culto" Ed.Ancora Libreria Artigianelli Trento .