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Colori a olio


Vengono chiamati "colori a olio" quei "pigmenti" che usano come legante un olio siccativo. Di solito si usano l'olio di lino crudo, dal caratteristico colore paglierino trasparente, l'olio di papavero, più chiaro dell'olio di lino e più trasparente, e l'olio di noce, dalle caratteristiche simili a quelle dell'olio di lino.I colori a olio adoperati dai pittori sono racchiusi in tubetti di stagno con tappo a vite; sui tubetti sono indicate con simboli le caratteristiche dei pigmenti: il grado di trasparenza (coprente, semi coprente, semi-trasparente ) la nocività. Sul mercato esistono colori di diverse marche, in un campionario che in genere va dalle 75 alle 90 tonalità.Per impratichirsi nell'uso di questi colori consigliamo all'inizio di usare marche non troppo costose. Non bisogna farsi confondere dalle decine di tonalità diverse di uno stesso colore presentate dai vari fabbricanti: ricordiamo che all'inizio non servono più di dieci-dodici colori più un tubetto di bianco (in gran quantità, perché si usa più di ogni altro colore, dato che serve anche per schiarire tonalità troppo scure) e il nero. Non devono a ogni modo mai mancare i colori primari: il giallo, il blu cyan e il rosso magenta.I colori a olio garantiscono la massima stabilità e inalterabilità nel tempo. I tempi di essiccazione sono molto lunghi.Per abbreviarli si può esporre alla luce solare il dipinto fino a completa essiccazione e quindi riporlo in modo che riceva luce indiretta. Tenendo il dipinto al buio durante l'essiccazione, si rischia che la superficie ingiallisca.Alla fine il pigmento si è trasformato in una solidissima resina, che mantiene le definitive doti di luminosità e purezza degli olii.