Passione... Arte

UOMO DEL MIO TEMPO


Salvatore QuasimodoSei ancora quello della pietra e della fionda,uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,con le ali maligne, le meridiane di morte,t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,come sempre, come uccisero i padri, come ucciserogli animali che ti videro per la prima volta.E questo sangue odora come nel giornoQuando il fratello disse all’altro fratello:«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,è giunta fino a te, dentro la tua giornata.Dimenticate, o figli, le nuvole di sangueSalite dalla terra, dimenticate i padri:le loro tombe affondano nella cenere,gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Foto goccedivaniglia ©«Nella prima parte il poeta esprime le sue considerazioni nei confronti del progresso: l’uomo contemporaneo è brutale come nell’età delle caverne, ha solo perfezionato i suoi strumenti distruttivi, rendendoli sempre più sofisticati. La civiltà è senza amore e senza Cristo, l’odore dell'odio e del sangue fraterno si sprigiona dalle origini fino ad oggi e l’uomo continua ad uccidere, versando altro sangue. Poi il poeta invita le nuove generazioni a dimenticare le violenze dei padri , le cui tombe sono ricoperte dalle ceneri delle distruzioni che loro stessi hanno provocato: occorre essere uomini migliori per costruire un futuro di pace e d'amore». (da Moduli di educazione letteraria pagina B157).*Per un caro amico*, imp.bianco