Passione... Arte

Senso di colpa e...


Non ho dormito bene, non riuscivo a prender sonno, eppure sapevo di avere un paio d'ore al massimo per riuscire a riposare... niente di niente, occhi sbarrati e pensieri su pensieri, la voglia di piangere...Poi la sveglia suona, sono le 5,30, mi alzo, tanto sono sveglia... preparo il caffè, tra uno sbadiglio e l'altro... mi preparo, mi vesto, per sicurezza dò un occhiata ai turni di lavoro... .... che idiota! Faccio pomeriggio!!!!!!!!!!!!!La voglia di tornare a dormire, tornare per modo di dire, visto che non ci sono riuscita affatto, eppure ieri non ho esagerato con i caffè... sarà forse stato quel bicchiere di vino a tarda sera che mi ha scombussolata? Nooo non credo, anche se .. in effetti qualche effetto me lo ha procurato, il mio viso era caldo..  nonostante il clima non fosse proprio dei più miti...ma allora? cosa sarà? intanto guardo fuori dalla finestra, e mi accorgo che inizia ad albeggiare, ma è un'alba molto triste... e mi ritornano in mente le parole di Dante, non so che cavolo mi sia preso, ma tutta notte mi risuonavano in testa, un vero incubo. Ok sono sveglia e di tornare a letto non ne ho voglia, tra qualche ora approfitterò per andare a fare un giro per uffici e banche.. ma intanto cerco le parole di Dante, perché voglio ricordare le sensazioni della scorsa notte, quando infreddolita, e con gli occhi aperti guardavo l'oscurità, di pessimo umore, affondavo il mio viso nel cuscino, imponendomi di dormire, ma niente da fare... i pensieri avevano la meglio sul sonno, adesso avverto malessere, mal di testa misto a un senso di inquietudine, e poi la voglia di fissare pensieri... che altrimenti sfumerebbero... così di prima mattina ho ben chiara nella mente una frase che risuona.. parole che vorrei fermare, e ricordare per sempre, perché potrebbero servire ad alleviare (forse) il mio senso di colpa... ma non è così.. non riuscirò mai a dimenticare quel che ho fatto, sono terribilmente angosciata adesso, perché ho spinto una persona ad "aprirsi" e a dire le sensazioni provate, e il perché di certi suoi atteggiamenti.  Sospettavo che il suo modo di comportarsi nei miei confronti dipendesse da alcuni miei atteggiamenti, ed averne avuto la dolorosa conferma, adesso mi rende triste, e anche sfiduciata. E' incredibile, ma quella frase che tanto premeva per voler uscire fuori, adesso pare essersi dissolta, forse è la maniera per voler cancellare ciò che mi crea dolore e sofferenza, ma nella mia anima sento un trambusto fortissimo. E' difficile convivere con i sensi di colpa, sarebbe meglio liberarsi da questo stato mentale, ma non è giusto scaricare su altri le nostre verità; io sono per la sincerità, per la chiarezza, ma quando chiarezza vien fatta, e sento le parole di altri che arrivano come pugnalate, poi inevitabile che io non riesca a convivere con questa verità, perché vista con gli occhi altrui, perché valutata personalmente da altri, sotto diversi punti di vista, che comprendo, ma che non condivido totalmente...e comunque non fa star bene quando sai che sei colpevole di qualcosa, quando hai giocato con la sensibilità altrui... quando sai di essere stata stronza.Adesso capisco molto meglio perché una persona a me molto cara si è allontanata da me con l'anima.. e forse non riuscirò mai più ad avvicinarla a me.. che un'anima credevo di avere, ma che cinicamente ho annientato facendo in modo che il mio egoismo prevalesse sui sentimenti altrui.Tornare indietro non si può, rimediare non saprei, posso soltanto chiedere scusa, per i miei comportamenti...E dire a questa persona che è molto importante per me, anche se non riesco a pronunciare alcune parole, anche se qualcosa o qualcuno ha fatto in modo che io fossi confusa, e disorientata.. non fossi capace di valutare obiettivamente il mio atteggiamento...Ma tanto ormai anche queste parole serviranno a ben poco... credo di non riuscire mai più a salvare il salvabile... e forse perché mi merito questa tristezza, che da tempo ormai fa parte di me.Vorrei piangere, ma non riesco a fare nemmeno questo...
TERZO CANTO INFERNO(Dante Alighieri)Per me si va ne la città dolente,per me si va ne l'etterno dolore,per me si va tra la perduta gente.Giustizia mosse il mio alto fattore;fecemi la divina podestate,la somma sapïenza e 'l primo amore.Dinanzi a me non fuor cose createse non etterne, e io etterno duro.Lasciate ogni speranza, o voi ch'intrate.Queste parole di colore oscurovid' ïo scritte al sommo d'una porta;per ch'io: «Maestro, il senso lor m'è duro».Ed elli a me, come persona accorta:«Qui si convien lasciare ogne sospetto;ogne viltà convien che qui sia morta.Noi siam venuti al loco ov' i' t'ho dettoche tu vedrai le genti dolorosec'hanno perduto il ben de l'intelletto».E poi che la sua mano a la mia puosecon lieto volto, ond' io mi confortai,mi mise dentro a le segrete cose.Quivi sospiri, pianti e alti guairisonavan per l'aere sanza stelle,per ch'io al cominciar ne lagrimai.Diverse lingue, orribili favelle,parole di dolore, accenti d'ira,voci alte e fioche, e suon di man con ellefacevano un tumulto, il qual s'aggirasempre in quell' aura sanza tempo tinta,come la rena quando turbo spira.E io ch'avea d'error la testa cinta,dissi: «Maestro, che è quel ch'i' odo?e che gent' è che par nel duol sì vinta?».Ed elli a me: «Questo misero modotegnon l'anime triste di coloroche visser sanza 'nfamia e sanza lodo.Mischiate sono a quel cattivo corode li angeli che non furon ribelliné fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.Caccianli i ciel per non esser men belli,né lo profondo inferno li riceve,ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli».  (Inferno, Canto III, vv. 1-9)