Invasati del C.A.U.S

Perché non è bene bruciare gli immigrati


Messeri, madonne e così così, la susseguente poesia è parte delle cantiche psichicamente tramandate a Max Vaunter dal sommo rapsodo Aspirina Vudù, eroico bardo del pianeta Urano. Egli fu Tolkieniano futurista, di estrazione guevarista, moderatamente jazz-blues.  Aspirina plasmò i GAS, Gruppi d’Azione Satirica. Tali, impavidi umoristi del dissenso, prima d’ogni azione militare, declamano battute di Totò in arabo, inginocchiati su tappeti cinesi, rivolgendosi supplici verso Wall Street, nonché segnandosi di croce a pugno chiuso. Generazione inomologata Questa vita è un’autostrada,nella nebbia noi corriam,per raggiungere il casello,se prima non ci spiaccichiam. Quando hai fin troppo lavoroe nel petto il terzo infarto canta già,fatti un whisky col ginsenghe,ti distenderà per sembre. Hai sfasciato il cabriolette,e tua moglie con un figo ti tradì?Lascia stare la gillette,sporcheresti la mochette. E’ sparita l’autoradio,e tuo figlio d’overdose si partì?Vieni via dal cornicione,c’hai il cartié ed è venerdì. Uau, la festa del uicchende,chi più spende più gli rende,con quella bimba maliziosache a te non te la darà mai. Questa vita è un lunedì,intersiti, ore otto,abbiamo fatto il ‘68,noi siam gente con un cuor. Cuore ricco di calore,investiamo in accendini,non bruciate i marocchini,forse son figli del Signor.