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Quanto sono pulite le panettiere?

Post n°16 pubblicato il 25 Settembre 2009 da maxvaunter

Ci risiamo con le panettiere: sempre loro, le zozzone!

Eccezion fatta per rarissimi casi, non è la prima volta che vedo servire pane, croissant, grissini, pizze, focacce eccetera con mani nude e luride. L’altra mattina la panettiera dal culo basso e massiccio che ho sotto casa, era fuori il negozio a scopare polvere e raccattare schifezze varie. Entro per prendere del pane. Anche lei rientra e, come se nulla fosse, come se il buon Dio non avesse mai inventato l’acqua e l’industria cosmetica non producesse più da secoli il sapone, senza guanti per uso alimentare stà per afferrare due rosette da pesare e farmi pagare.

E’ inutile dire che l’ho investita con parole da porcilaio, invitando a mangiarsele lei quelle pagnotte lerce. Poi, allontanandomi schifato, ho capito perché aveva il volto (muso) imbiancato: non era né cipria e neppure farina, bensì polvere del selciato tirata su poco prima mentre ramazzava l’esterno del negozio.

E che dire di quelle altre panetterie che mettono sopra il bancone ogni genere alimentare e i clienti ci starnutiscono sopra, parlano e tossiscono lanciando schizzi di saliva su ogni bendiddio senza protezione, monetine che cadono sugli alimenti e poi affannosamente vengono ricercate spostando a mani nude i vari prodotti.

Non è stato neppure troppo tempo fa che, in una panetteria assai rinomata in Torino, la commessa vistomi entrare, cessa di pulire il pavimento, strizza rapidamente a mani nude lo straccio e dopo averlo posato sopra il secchio d’acqua sporca, si appresta a prendere il pane che le stavo per ordinare. Posso capire i verdurieri e i fruttivendoli: la verdura si lava e la frutta si sbuccia; pazienza i macellai e i pescivendoli poichè i loro alimenti vanno cotti. Ma col pane possiamo mica aprirlo, mangiare solo la mollica e buttare via il resto?

Non ci salva neppure pensare alle mondine che per necessità e urgenza produttiva, sono obbligate a fare pipì nell’acqua dove raccolgono il riso. Ai vinaioli che pigiano l’uva con piedi non del tutto sani e puliti.

O ai formaggiai che fanno macerare alcuni formaggi DOC tra muffe e larve di mosche.

Il pane è pane, anzi, come diceva il grande De Sica (padre) osannando questo alimento come vitale e primario per noi italiani : " Bimbi, mai soli: sempre il pane vi deve accompagnare"!

 
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Commenti al Post:
maxvaunter
maxvaunter il 25/09/09 alle 19:07 via WEB
Fefè, del pane e delle panetterie non gliene frega niente a nisuno. Meglio mangiare un panino in pochi, che una merda in tanti da Mac Donato, che è sempre megli guardarsi in bocca! Un amico.
(Rispondi)
 
maxvaunter
maxvaunter il 25/09/09 alle 20:29 via WEB
Rifletti Max: Torino e il Piemonte hanno fatto del gusto legato al cibo sano e nutriente, un business da esportare in tutto il mondo. Questo sia nell’industria che nel commercio alimentare. La Municipalità è stata la prima a vietare (con clamoroso insuccesso) la vendita di pane senza strutto per terra negli angoli delle strade . Slow Food ha creato un impero immaginifico sull’educazione all’alimentazione “giusta e consapevole”( sic!). Come se non bastasse, a difesa del consumatore, ogni giorno i notiziari e giornali ci imboniscono di menzogne: controlli di Polizia Municipale, Nas, Agenti veterinari e del Servizio Sanitario Nazionale ASL, Associazioni dei Consumatori, Striscia la Notizia, Mi Manda Raitre, ecc. tutti che si aggirano tra esercizi alimentari. Ma per cosa? Forse per controllare se i negozianti hanno oliato le serrande con grasso naturale nostrano e non importato dalla Cina o dal Magreb? Torino si vanta dell’eccellenza nei servizi alimentari verso la clientela che acquista ogni sorta di cibo. Ma sarà mica un’altra bella patacca a forma di gianduiotto? Rifletti Max, rifletti! Fefè
(Rispondi)
 
maxvaunter
maxvaunter il 25/09/09 alle 21:08 via WEB
L’eccellenza del prodotto, la qualità del gusto, la specificità della provenienza, la garanzia della filiera, il controllo all’origine, la protezione alla sofisticazione, la produzione biologica, la salvaguardia della tipicità, la selezione qualitativa, la linea metabolica, le campagne antitransgeniche, i controlli alla fonte, nessun sistema UHT, scudo agli OGM , e poi garantiscono con i DOP, i DOC, i DOCG, gli IGP , gli IGT , ecc. Ma quante ancora di queste palle dobbiamo trangugiare, quando una misera panettiera ti serve sotto il naso del pane senza alcuna minima attenzione all’igiene? Lo fanno con menefreghismo e arroganza a noi che siamo adulti e consapevoli. Chissà cosa succede nelle mense degli ospedali, negli asili, nelle scuole e nei ricoveri per anziani? Rifletti Max, rifletti! Fefè
(Rispondi)
 
maxvaunter
maxvaunter il 26/09/09 alle 08:46 via WEB
Quello che deve far riflettere e' che un tipo di pane viene consigliato ai diabetici, agli artereosclerotici, agli obesi..., che si ritroveranno a consumare un cocktail di 3 additivi e 4 conservanti. Ma le sofisticazioni non finiscono qui, mancano infatti: Sbiancanti: perossido di azoto, persolfato di ammonio, perborato di sodio, perossido di benzoile, ecc. Antimuffa: acido sorbico e tartarico. Tensioattivi: per mantenere il pane fresco. Acido Ascorbico: per rendere la pasta meno appiccicosa e il pane piu' voluminoso. Minerali pesanti per accrescere il peso come marmo, creta, gesso, solfato di bario, polvere d'osso. Allume e solfato di rame, aggiunti per migliorare il colore e il risultato della panificazione (porosita') (l'allume non e' solubile in acqua, si scioglie nello stomaco e i suoi componenti, fra i quali, l'alluminio, passano nel chimo e nei succhi gastrici della digestione). Oltre a tutte le schifezze che ci aggiungono le panettiere zozzone! Altro che la moltiplicazione dei pani…. Rifletti Max, rifletti! Fefè
(Rispondi)
 
maxvaunter
maxvaunter il 26/09/09 alle 12:15 via WEB
Durante il cambio lira–euro ci furono anche i panettieri tra i primi a speculare sull’equivoco del cambio. Le panetterie di Torino ci marciarono sopra a lungo e senza scrupoli. Come non ricordare poi, poco più un anno fa, come i prezzi del pane e dei prodotti da forno, schizzarono senza motivo alle stelle per via della recessione economica. E sempre i panettieri di Torino furono tra i primi in Italia a vendere solo un tipo di pane a prezzo calmierato in alcuni giorni del mese e agli indigenti(in collaborazione con la bella combriccola di Assessori al Commercio, alla Solidarietà Sociale, Associazioni dei Consumatori e dei Commercianti, Coop varie, Sindacati, ecc. ecc.). Facile ( e ipocrita) stracciarsi le vesti e fare finta di essere poi dalla parte dei consumatori di fronte a telecamere e giornali compiacenti. Sempre e ancora loro:le panetterie.Zozze fuori e sporche dentro. Per fortuna che l’ostia è solo un pane metaforico! Rifletti Max, rifletti! Fefè
(Rispondi)
 
acetosella5
acetosella5 il 26/09/09 alle 14:47 via WEB
Questo si chiama fischiarsela e cantarsela, perbacco! Mi sono persa, tra Fefè e Mimì. Sollevo una questione che da anni mi turba e solo grazie al post superiormente posto oso esplicitare. Tutte le volte che sento parlare di ditte indagate in città e cintura perchè trovate scarsamente igieniche mi aspetto che poi dicano anche i nomi. Sennò che accidenti me lo dicono a fare? Per rovinarmi la spesa? Il pranzo? La cena? Ma se lo tengano per loro, chè tanto io ci ho buona immaginazione lo stesso. Per il resto penso che ci serviamo dalla stessa panettiera, tric e branca il popò è quello e la luridezza pure.
(Rispondi)
 
 
maxvaunter
maxvaunter il 26/09/09 alle 20:02 via WEB
Megli mangiare una schifezza in tanti che una prelibatezza da soli: solidarietà!
(Rispondi)
 
Binxus
Binxus il 26/09/09 alle 21:24 via WEB
In Campania è obbligatorio rivestire il pane con delle buste traforate. Se avessero badato di più all'igiene, ci saremmo risparmiati di avere un tale obbrobrio.
(Rispondi)
 
Antonio_Vicentini
Antonio_Vicentini il 27/09/09 alle 11:31 via WEB
Oggi nelle panetterie trovi tanti tipi di pane ma non senti quel buon odore che sentivi una volta. Quando ero bambino, vicino a casa mia c'era un fornaio che esiste ancora pero passandici vicino non senti nessun odore di pane.... Antonio
(Rispondi)
 
 
Binxus
Binxus il 27/09/09 alle 12:33 via WEB
Per non parlare di quello che a volte ci si trova dentro.
(Rispondi)
 
elisabetta.alviti
elisabetta.alviti il 27/09/09 alle 14:16 via WEB
quando ero bambina,vicino casa mia c'era un forno ed andavamo lì a comprare il pane...a dire il vero ero quella che si intrufolava nel retrobottega per fare due chiacchiere con la fornaia e ne vedevo delle belle!!!...pane che cadeva per terra e veniva raccolto, poi con un soffio si pretendeva di mandar via tutti i batteri raccolti dal pavimento e mica si buttava...no, veniva venduto ad un ignaro acquirente.Topolini che passeggiavano sul bancone lasciando escrementi dappertutto...Questa era la realtà di allora,ma c'era tanta fame, tanta ignoranza e tanta povertà che a nessuno veniva in mente di protestare.Oggi siamo tutti più attenti all'igiene e abbiamo il coraggio di protestare...ma cosa accadrà nel retrobottega?...possiamo solo immaginarlo...e tutto sommato forse è in caso di chiamare in causa un proverbio:-Occhio non vede, cuore non duole.-
(Rispondi)
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 30/09/09 alle 13:12 via WEB
Appenderò il tuo post sullo spertello del frigo...La mia forza di volontà e la dieta ne avranno sicuro vantaggio....;-))))))
(Rispondi)
 
 
maxvaunter
maxvaunter il 01/10/09 alle 15:41 via WEB
Dovresti, forse, stamparne una copia e metterlo nel congelatore, non si sa mai. Ciao. Max.
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