Contiguo al nostro podere era un pero carico di frutti, non allettanti affatto né per bellezza né per sapore.
Dopo aver protratto il gioco, secondo la nostra pessima usanza, fino a tarda ora nelle piazze, nel cuor della notte la trista combriccola di noi ragazzacci si recò a scuotere quell'albero e a depredarlo: e ne portammo via un gran carico, non per mangiarne a sazietà, se pure ne assaggiammo, ma per darne in pasto persino ai maiali: nostro unico piacere fu quello di fare ciò che non era lecito, perché ciò ci piaceva.
Eccolo il mio cuore, o Dio, ecco quel mio cuore che ti ha mosso a pietà dal fondo dell'abisso. Ti dica ora questo mio cuore che cosa lo movesse a essere cattivo senza alcun vantaggio, a non aver ragione di malizia se non la malizia stessa. Torbida malizia: e io la amai; amai la mia rovina, amai la mia caduta; non ciò per cui cadevo, ma proprio la caduta.
Agostino