Creato da indivisibile2012 il 29/01/2012

Laterradelvento

tu

 

 

nella terra del vento

Post n°4 pubblicato il 13 Febbraio 2012 da indivisibile2012

vento   

 

Nella terra del vento, gli alberi flettono i rami alle forti raffiche di tramontana, ritornano ritti per poi flettersi nuovamente. Si muovono sincroni come in una danza tribale. Il fuoco accesso, protetto dal cerchio di pietre, si unisce alla danza e par che si spenga, ma un’altra folata ravviva il colore. L’alta erba dei prati ondeggia come mare in tempesta, e il vento disegna il suo canto tra i rami e le foglie.

Nuvole basse s’addensano, cariche di elettricità e pioggia, quasi a voler soffocare quei prati.

Poi tutto è silenzio, il vento si placa. La danza si ferma, tutto è immobile ed una brezza del sud sospinge il profumo del grano maturo, il profumo del mare smeraldo. La fiamma si alza leggera verso il cielo che lento schiarisce, poi caldo scirocco compare, alimenta quel fuoco e divampa. Il calore nell’aria si spande e tutto cambia colore profumo e anche l’aria ha un altro sapore.

Nella terra del vento tutto muta, scompare e riappare ma quel fuoco rimane sempre vivo a scaldare l’anima di chi ama davvero, di chi sa che domani sarà un giorno migliore.

 
 
 

il promontorio

Post n°3 pubblicato il 04 Febbraio 2012 da indivisibile2012

p

 

 

Il gelido vento del nord, spazza la pianura con forti raffiche, il cielo plumbeo sembra sempre più vicino, con le sue nuvoleIl  basse, gonfie di pioggia. I pochi alberi lungo la strada si oppongono al vento lasciando che solo le fronde si muovano con esso. La strada deserta la percorri in fretta, schiacci sull’acceleratore e l’auto sfreccia con  fari alti, come a voler fuggire da quella oppressione. Il motore ruggisce, l’auto si scuote ad ogni buca senza rallentare la sua corsa. Poi la strada prende a salire verso il promontorio, più stretta e tortuosa, e lenti scendono i primi fiocchi candidi, e tutto prende a rischiararsi, nell’aria frizzante il buon profumo della neve fresca. Raggiunta la cima del promontorio, dopo spasmi, spaventi e fatica su quella strada innevata e piena di insidie, ti fermi, spegni il motore e scendi. Sotto la neve i passi non si odono sul sentiero, ti avvicini allo strapiombo, dove il vento risale imperioso, portandoti il profumo del mare, allarghi le braccia respiri profondamente, chiudi gli occhi lasciando che i fiocchi si posino freddi sul tuo viso.

Mi avvicino e mentre ti cingo la vita e posando il mio capo sulle tue spalle, apri gli occhi e sul mare riluce il raggio di sole, che trafigge le nuvole illuminando il tuo sorriso.

 
 
 

Nella scura notte d’inverno

Post n°2 pubblicato il 31 Gennaio 2012 da indivisibile2012

neve

Nella scura notte d’inverno larghi fiocchi di neve,  disordinatamente si posano sulle case, sui rami sui prati, ben presto la bianca coltre sommerge l’intorno e  tutto si illumina di un chiarore che sa di magia.
L’oscurità svanisce in quel colore argenteo del cielo che si specchia sulla neve fresca.
Nell’aria asciutta non fredda, come spesso accade quando nevica, la magia si diffonde, i rumori si attenuano, i contorni delle cose sfumano come un effetto flou della fioca luce.
Vivere insieme quella magia, sentirsi attraversare dall’emozione di respirare l’aria pura e frizzante è ciò che guida due anime ad inoltrarsi lungo il sentiero che conduce al belvedere.
Stretti, sottobraccio, sorreggendosi a vicenda ad ogni passo, lasciano impronte leggere e non serve alcuna luce per indovinare la strada, il loro cuore illumina il cammino.
Si fanno strada scostando i rami ricurvi per il peso, ridendo ad ogni manciata di neve che ricade su di loro e giunti al belvedere si sporgono a guardare.
Iil paese silente in basso con le luci delle finestre accese, i fari delle auto che passano lente...... più oltre il faro del promontorio, instancabile rotea il suo fascio di luce sul mare dove una luna gigante appare tra le nuvole che lente si diradano, scompigliate dal vento ruffiano.
Anime avvolte dall’alchimia della notte si fondono nell’abbraccio, negli occhi stille di luce come piccole stelle, emozione di essere insieme nella scoperta di quella magia.

 
 
 

L'uomo dal cuore malato

Post n°1 pubblicato il 30 Gennaio 2012 da indivisibile2012

cuore

Stava immobile seduto sulla panchina fredda del parco, nella fredda mattina di novembre ed osservava i bambini correre e giocare nella foschia che ovattava le loro grida.
Lo sguardo spento, fissava qualcosa lontano, neppure le folate di vento improvviso lo distoglievano dal suo fissare.
Una gioventù vissuta con l’argento vivo addosso, la voglia di conquistare di cambiare il mondo, sogni pieni di speranza e carichi di entusiasmo si erano dissolti nella nebbia di una grigia vita, opaca quasi impalpabile, dove giorno dopo giorno il suo essere si andava a nascondere nel profondo del cuore, massacrato dalle delusioni, dalle difficoltà e dalla solitudine.
Incapace di trovare la forza per risalire la china, aveva rinunciato a mettersi in gioco e per la maggior parte delle persone ormai era diventato di trasparente, neppure il cane dei vicini si curava più di lui.
Pensieri malevoli di porre fine ad una esistenza anonima, insoddisfacente quante volte lo avevano assalito e quanto volte gli era mancato il coraggio…
Quella domenica mattina sembrava la solita mattina di inedia di apatia di solitudine ma improvvisamente una palla rotolò vicino ai suoi piedi e per la prima volta fu attirato da quella palla … era coloratissima, sgargiante surreale per quella grigia mattina e d’istinto si chinò a raccoglierla e mentre si rialzava vide davanti a lui un bimbo piccolo che gli sorrideva allungando le mani per ricevere la palla.
L’uomo trasalì, non poteva credere ai suoi occhi quel bambino davanti a lui non era altri che lui stesso da piccolo. Il bambino prese la palla, sorrise prese la mano dell’uomo e comiciò a tirarlo per farlo alzare…. L’uomo lentamente si alzò sentiva stringere il petto … seguì il bambino ed un raggio di sole squarciò improvviso la foschia quasi ad illuminare il sentiero nel parco ….
Camminando il bambino cominciò a cantare una filastrocca che l’uomo chissà perché conosceva bene e cominciò a cantarla anche lui … la gente che li vedeva rimaneva stupita vendendo l’uomo cantare e sorridere, lui che era sempre in disparte sempre taciturno e triste …
L’uomo non sentiva più stringere il petto, il sole gli scaldava il viso … lui cantava e camminava sempre più veloce … cominciò a correre e quando giunse in fondo al sentiero si fermò sentendo libero il suo cuore … sentiva il profumo dei fiori, del pane appena cotto del caffè, si voltò ed il bambino non c’era più e tra le mani aveva una palla tutta colorata….
Comprese allora che doveva lasciare libero il bambino che era dentro di lui ed il mondo sarebbe stato sempre a colori  ….

 
 
 

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