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LA CONTROFFENSIVA della CDL!


Offensiva Cdl tra piazza e larghe intese
Berlusconi: «Il 2 dicembre marcia anti-Finanziaria»
Larghe intese, no dell'UnioneBertinotti: «La grande coalizione? Un dramma»Il presidente della Camera:in uno scenario del genere potrei lasciare.
Fini: può essere solo «tecnico». Berlusconi: sì, ma via Bindi e sinistra ds Bertinotti: grossa coalizione? Potrei lasciare Il presidente della Camera: un'intesa tra Unione e Cdl per un «governissimo» sarebbe sconfitta per tutti. Molti i no dai due Poli
«La manovra scontenta molti anche a sinistra» Berlusconi: «La Cdl in piazza il 2 dicembre» Il leader di Forza Italia annuncia una manifestazione nazionale a Roma contro la Finanziaria, «contro il regime e per la libertà» 
ARCONATE (MILANO) - «Tutti i nostri elettori chiedono di dare vita a un atto collettivo di opposizione». Con queste parole Silvio Berlusconi, ad Arconate per una manifestazione contro la Finanziaria, ha ribadito che la Cdl «con ogni probabilità» scenderà in piazza per una manifestazione nazionale a Roma il 2 dicembre, «contro il regime e per la libertà». E in più gazebo già messi in tante città e «manifestazioni in previsione - ha aggiunto - in teatri e luoghi coperti di tutti i capoluoghi nelle prossime settimane».VOGLIA DI POTERE - Berlusconi ha aggiunto di sperare che la Finanziaria su cui è stata posta la fiducia non passi al Senato anche se «la voglia di restare al potere è forte e quindi può darsi prevalga». Resta il fatto che «la manovra scontenta un po' tutti - ha aggiunto il leader di Forza Italia -. Molti della sinistra non ne condividono i contenuti e non ha messo al centro lo sviluppo e la crescita come è necessario e non ha tagliato come era doveroso l'inefficienza e gli sprechi».
LASCITO - Un grande partito del centrodestra, a cui seguirà un importante partito della sinistra, che sarà «un salto in avanti verso una democrazia completa». Questa è l'eredità che Silvio Berlusconi intende lasciare alla politica italiana. «Forza Italia - ha detto - è il primo partito italiano. Ha il 29,4% e sono fiducioso che supereremo presto il 30%, ma ci dichiariamo disponibili ad immedesimarci in un nuovo partito delle libertà». Un partito a cui, ha sottolineato, le altre forze della coalizione avevano detto di essere concordi «fino all'altro giorno», poi è arrivata «l'eccezione dell'Udc, ma gli atri sono ancora concordi».29 ottobre 2006
 Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti (Lapresse)ROMA - Da un lato il dibattito sulle larghe intese, rilanciato nei giorni scorsi da Silvio Berlusconi come ipotesi di superamento del governo Prodi; dall'altro la mobilitazione della Cdl e l'adunata generale per il 2 dicembre una manifestazione di piazza per dire no alla Finanziaria e cercare di dare la «spallata» decisiva all'esecutivo, soprattutto in vista del passaggio parlamentare al Senato dove l'Unione conta su una maggioranza risicata. Sono stati questi i temi di una giornata politica che, all'indomani del vertice-«conclave» dell'Unione a villa Doria Pamphili, ha visto protagonista soprattutto la Casa delle Libertà. «SCONFITTA PER TUTTI» - Sul tema delle grandi intese un deciso altolà arriva dal presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che affida le sue considerazioni alle pagine del nuovo libro di Bruno Vespa, in uscita nei prossimi gironi: l'ex segretario di Rifondazione comunista dice chiaramente che un'intesa tra i due poli su un «governissimo» non avverrebbe senza traumi. Anzi: potrebbe perfino indurlo ad abbandonare la carica di numero uno dell'Assemblea di Montecitorio. «Sarebbe un momento drammatico della mia vicenda personale - dice Bertinotti - uno scenario al quale non voglio pensare. Per il nostro popolo sarebbe una sconfitta terribile. Non si potrebbe cambiare il presidente della Camera? Una situazione del genere sommerebbe la sconfitta, la resa, il compromesso inaccettabile.
Non voglio usare toni troppo gravi, ma le sinistre dovrebbero ripensare tutto». E sull'ipotesi di un eventuale governo «tecnico» l'ex leader del Prc aggiunge: «Darei perfino un giudizio peggiore, proprio per il suo carattere tecnico. Nel momento in cui il paese ha bisogno di più politica, un governo tecnico equivarrebbe a una forma di dimissioni dalla politica».
 Il presidente di An, Gianfranco Fini (Ansa)FINI E IL GOVERNO TECNICO - Il governo tecnico non dispiace invece a Gianfranco Fini, anche lui interpellato da Vespa, che però chiude la porta a formule di alleanza organica tra parti del centrodestra e parti del centrosinistra: «Un modello di larghe intese alla tedesca in Italia non è possibile - spiega il presidente di Alleanza Nazionale -.
Un governo con D'Alema e Fini sta scritto nel libro dei sogni. Se si intende invece che, consumatasi la stagione di Prodi e nell'impossibilitá di andare subito al voto, si cerchi un ministero di decantazione di carattere tecnico con una maggioranza parlamentare larga, come si profilava nel 1995 quello di Antonio Maccanico, questa è una prospettiva diversa». Un sì al governo tecnico che per Fini sarebbe tuttavia più una costrizione che una libera scelta: «Con un capo dello Stato come Giorgio Napolitano che ha una certa storia alle spalle, so che sarebbe impensabile andare subito al voto se il governo Prodi dovesse cadere. Quindi?».
 Silvio Berlusconi sui banchi dell'opposizione alla Camera (Lapresse)BERLUSCONI: NO BINDI E SINISTRA DS - Vespa fa parlare sullo stesso tema anche il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che un governo di larghe intese lo aveva ipotizzato già all'indomani delle elezioni vinte di misura dal centrosinistra: «Se i Ds facessero a meno del correntone di sinistra - spiega il Cavaliere a Vespa -, se la Margherita perdesse, che so, la Bindi e l'ala radicale, forse si creerebbero le condizioni per una grande coalizione capace di guidare l'Italia su una strada di sviluppo e di modernità. So che è difficile, ma così non si va avanti».IL NO DAI DUE POLI -
Libro di Vespa a parte, di larghe intese si è parlato per tutta la domenica. Gianfranco Fini lo ha fatto dall'Abruzzo, sottolineando come An guardi con attenzione qualunque cosa sia utile purché serva per far cadere l'esecutivo Prodi.
Il prodiano Franco Monaco manda invece a dire agli esponenti del centrodestra che il governissimo «se lo possono scordare sia perchè "hic manebimus optime" (qui staremo benissimo, citazione da Tito Livio, ndr
), sia perchè sarebbe una regressione a governi pasticcio non scelti dai cittadini». L'ex ministro Francesco Storace,
di An, considera le larghe intese «la peggiore delle soluzioni» perché «se la battaglia per far cadere Prodi deve avere come esito un governo con gli alleati di Prodi, non ha molto senso accanirsi con il governo in carica per fare a pezzi il bipolarismo».
Il leghista Roberto Maroni, infine, interpellato dal Corriere dice che Berlusconi «non può pensare sul serio a una roba simile» e parla di «manovre sotterranee che hanno due caratteristiche: tradire il voto degli elettori de centrodestra e certificare la fine dell'alleanza della Casa delle libertá».29 ottobre 2006Spionaggio fiscale: non credo ai complotti Fini: «Prodi cadrà per rottura al centro» Il leader di An: «Nessuno sa quando cadrà ma non cadrà per la rottura a sinistra, come avvenne l’altra volta, ma al centro» MONTESILVANO (PESCARA) -
«E’ scontato che Romano Prodi dichiari che il governo durerà cinque anni, ma non è vero, ci crede solo lui e lo ha dimostrato anche la riunione di sabato a Villa Panfili». Lo ha detto Gianfranco Fini, durante la conferenza stampa tenuta a Montesilvano (Pescara), dove il presidente di Alleanza nazionale ha aperto i lavori dell’Assemblea regionale abruzzese del partito, guidato nella regione da Teodoro Buontempo. GOVERNO - «Nessuno sa quando cadrà - ha aggiunto Fini - ma pure Prodi sa che prima o poi cadrà e non cadrà per la rottura a sinistra, come avvenne l’altra volta, ma al centro. Prodi con la sinistra radicale ha formato un’assicurazione sulla vita: vedete che Rifondazione, Pdci,e Verdi non protestano sulla Finanziaria?». Sulla possibile crisi di governo, l’ex ministro degli Esteri, ha detto che si tratta di un’ipotesi "reale", perché il centro-sinistra ha "il fiato corto". Per Fini, «lo dimostra anche il fatto che si parla di riforma della legge elettorale, che di solito si fa alla fine e non all’inizio della legislatura». In questo momento, però, ha detto ai suoi alleati, «il centro-destra deve più attento all’opinione pubblica che vuole che Prodi vada a casa. Casini solitario? No, l’Udc ha la stessa strategia della Cdl ma un tattica diversa: loro pensano che non sia positivo andare in piazza». Sul voto di fiducia alla Finanziaria, il leader di An pensa che «al Senato, con uno o due senatori in più di maggioranza, il voto di fiducia sulla Finanziaria è matematico. Alla Camera quasi sicuro».LARGHE INTESE - Fini è poi intervenuto anche sul tema di una futura possibile grande coalizione: «Credo alla necessità di liberare l'Italia quanto prima dal Governo Prodi».
Lo ha dichiarato il leader di An, Gianfranco Fini, a margine di una conferenza stampa a Montesilvano. «Come è stato detto anche dal presidente Berlusconi e dal presidente Casini - ha aggiunto - tutte quelle che sono le vie possibili o gli scenari indicati per liberare l'Italia da Prodi sono guardati con attenzione anche da An». SPIONAGGIO FISCALE - Fini è poi tornato a parlare della vicenda delle intrusioni nell'anagrafe tributaria, sottolineando di non credere alla tesi di un complotto. «Non credo ai complotti, ma bisogna individuare e perseguire eventuali responsabilitá personali. Ma - sottolinea il leader di An - non bisogna alzare polveroni o fare quello che purtroppo qualcuno sta facendo: cioè gettare il sospetto sulla Guardia di Finanza e sui nostri Servizi». L'ex vicepremier esprime quindi «solidarietá alla Guardia di Finanza e ai Servizi. Ci può anche essere - ribadisce Fini - qualche uomo che fa qualcosa di poco chiaro, ma ricordiamoci che se in questi cinque anni l'Italia non ha subito nessun attentato è anche per merito dei Servizi. Meritano il dovuto rispetto perchè hanno contribuito e contribuiscono alla sicurezza degli italiani». Fini fa notare come tra gli spiati sono apparsi i nomi non solo del premier Romano Prodi e di sua moglie ma anche di altri personaggi pubblici. Questo significa che «non c'è un complotto perchè non era spiato solo Prodi. Quindi si vergogni chi ha detto Tremonti e Berlusconi vengano in Parlamento a riferire».29 ottobre 2006
La disperazione porta anche a cose assurde, come quella dei kamikaze: io stesso probabilmente, se fossi lì da 50 anni, non avessi una prospettiva e i miei nipoti non avessero una prospettiva, diventerei terrorista Giulio Andreotti durante un incontro pubblico a Padova, sulla situazione dei profughi palestinesi in Libano
I signori della Lega dovrebbero finalmente accettare anche la loro parte femminile ed evitare di esorcizzarla Franco Grillini, deputato dei Ds, nell'esprimere solidarietà al senatore Giampaolo Silvestri apostrofato dai banchi del Carroccio con un «Bravissima!» durante il dibattito a Palazzo Madama
Il governo, nonostante le parate di Villa Panphili in stile Ceausescu, è morto nella coscienza dei propri sostenitori Maurizio Gasparri, deputato di Alleanza nazionale, parlando del summit dell'Unione sulla Finanziaria
Il vertice non può che avere un unico risultato ovvero la decisione di portare subito in tribunale i libri di questo governo, prima che ad essere portati in tribunale debbano essere i libri del Paese intero... Roberto Calderoli, senatore della Lega Nord, sulla riunione del centrosinistra a Villa Pamphili
Altro che bussola e programma. Se Prodi ha una rotta è quella di collisione. Renato Schifani, presidente dei senatori di Forza Italia, commentando le parole di prodi al summit dell'Unione
Diamo atto a questo governo che quando si tratta di far ridere, non è secondo a nessuno, neanche a Pozzetto e Villaggio! Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, commentando l'esito della riunione dell'Unione
Cesa mi ricorda un mio compagno di scuola che smise di andare a Messa e spiegò che Dio non esisteva più. La CdL esiste ancora e Berlusconi rimane l'unico leader Gianfranco Rotondi, leader della Dc, risponde al segretario dell'Udc che aveva criticato la leadership del Cavaliere
Prodi riuscirà a farmi fare quello che Berlusconi non è stato capace: dimagrire. Farò lo sciopero della fame dentro Palazzo Chigi se la Finanziaria che penalizza la Sicilia non sarà cambiata Salvatore Cuffaro presidente della Regione siciliana
Follini è un amico che stimo. Sono certo che le nostre strade prima o poi si rincontreranno Pier Ferdinando Casini commenta il proposito, ormai semi-ufficiale, dell'ex segretario Udc di abbandonare i centristi
Approdo al centrosinistra? Mancano ancora 10 giorni e 200 chilometri e poi parlerò Marco Follini rinvia al 21 ottobre a Napoli la decisione sul suo futuro
Questa pessima manovra ruba pure in chiesa. Cala la scure su tutti quegli immobili e quelle strutture nelle quali essa svolge la sua missione Riccardo Pedrizzi, segretario della commissione Finanze della Camera e membro dell'esecutivo politico nazionale di An
Il ministro dell'Economia pro tempore si sta esibendo nel ruolo equivoco dello scambista Giulio Tremonti (Fi) polemizza con Padoa-Schioppa dopo che il ministro dell'Economia ha proposto agli industriali lo «scambio alternativo» tra cuneo fiscale e Tfr
...ora, perché no, potremmo chiedere al Louvre di ridarci la Gioconda Romano Prodi in visita al Museo Nazionale Romano per la presentazione di 13 capolavori d'arte antica, provento di traffico illecito, restituiti dal Museo di Boston
 Camera. Elisabetta Gardini attacca Luxuria: 'non puoi usare il bagno delle donne' 
Vladimir Luxuria
  Scoppia il caso: