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NOTIZIE E POLITICA


MargheritaRutelli: Unanimi sul congresso, conclusione positiva27-10-2006
“Abbiamo approvato le regole del congresso all’unanimità, mi pare una conclusione estremamente positiva”.
Il Presidente della Margherita Francesco Rutelli lo dice ai giornalisti al termine della direzione del partito che ha raggiunto l’accordo sui regolamenti congressuali. Rutelli si dice “soddisfatto” e rimarca che è stata adottata una “linea di grande intransigenza sugli episodi di tesseramento irregolare”. Inoltre, aggiunge, “abbiamo riaffermato con grande forza il percorso che ci porterà al Partito Democratico”.“Siamo un partito vivo - prosegue - che reagisce con grande trasparenza e che quando ci sono problemi ha la capacità di ascoltare e risolvere”. L’intesa trovata, sottolinea, “è merito di tutto il gruppo dirigente, è una soluzione che ci dà un grande slancio per un congresso unitario e per affrontare la sfida del Partito Democratico”.
Quando gli viene chiesto se ci sarà una mozione unitaria al congresso, Rutelli risponde: “Mi auguro di sì”.
  Margherita, buon senso e trasparenzaDiciamo che innanzi tutto ha prevalso il buon senso. Può darsi che l’enclave politica avrebbe capito e si sarebbe anche appassionata, visto che è abitata da gente un po’ morbosa.
Ma alle persone normali sarebbe stato impossibile spiegare il fatto che, alla vigilia dell’incontro nel Partito democratico (evento aggregante per eccellenza), uno dei partiti promotori si spaccava in due.
Si badi bene, non fra sostenitori e avversari del Partito democratico, come forse capiterà nei Ds. No: fra componenti parimenti convinte di questa scelta così impegnativa, per quanto la intendano in maniera un po’ differente.
Le differenze sarebbero appunto state apprezzate da pochi intenditori.Alla massa dell’opinione pubblica sarebbe stato trasmesso solo un mistero, poco gaudioso.La scelta di buon senso è stata però possibile anche perché una brutta faccenda di malapolitica è stata presa per le corna.Sul tesseramento fasullo alla Margherita, chiunque chiedesse il massimo della durezza aveva tutte le ragioni.Ieri a questo proposito si è parlato di intransigenza. Non sappiamo quanti dei centouno (non pochi) dirigenti locali saranno trovati responsabili di aver gonfiato le tessere.
Occorrerà comunque agire con durezza nei confronti dei rei.Anche perché la vicenda del tesseramento – certo non isolata nel panorama politico italiano: da oggi la Margherita potrà vantare il merito di aver voluto fare pulizia – ha provocato un doppio danno: ai Dl (i cui argomenti politici vengono ora spesso confutati col rinvio a questa storiaccia) e alla prospettiva di Partito democratico.Perché esso nasca come un soggetto credibile agli occhi dei cittadini, quindi nuovo, tutti i suoi promotori devono andare a testa alta.
Non sappiamo quanto ancora a lungo vivrà la Margherita. Ma se avrà fatto in extremis un regalo di trasparenza alla democrazia, avrà avuto un altro gran merito.
ALLARME IMMIGRATICrimine e schiavitù Business che vale 32 miliardi di dollariAlle mafie più soldi solo da droga e armiDa Verona Vincenzo R. Spagnolo
A 17 anni è stata venduta dalla famiglia, in una baraccopoli di Lagos, a un trafficante. S. aveva accettato il "trasferimento", sperando che arrivare in Europa avrebbe migliorato la sua condizione, ma non pensava certo che - dopo tre mesi in giro per l'Africa e una tappa in Spagna - il suo compratore la rivendesse ad altre nigeriane di Torino, che appartenevano al racket della prostituzione.
Terrorizzata con riti wodoo e con un debito di 50mila euro da pagare «per le spese di viaggio», è stata spedita 12 ore al giorno sulla strada dalle schiaviste. Dopo mesi di paura e di vergogna, ha avuto il coraggio di fuggire, trovando poi aiuto e protezione in una casa d'accoglienza. Oggi è maggiorenne, ha un permesso di soggiorno, un lavoro e un'abitazione in Italia. E vorrebbe aiutare altre sue connazionali, convincendole a rompere le catene. La sua vicenda, documentata dalla Associazione Amici di Lazzaro e inclusa in un dossier del Movimento Laici America Latina (Mlal), emerge fra le tante situazioni riportate nel convegno sulla tratta di esseri umani, conclusosi ieri a Verona.Un business miliardario. Le ultime stime dei profitti dei trafficanti di persone, riportate in un dossier del Consiglio d'europa per i diritti umani e citate al convegno veronese, sono da capogiro.
«La tratta di esseri umani è diventata la terza attività criminale più redditizia al mondo dopo il traffico di droga e di armi. Si stima che i profitti illeciti in un anno raggiungano circa 32 miliardi di dollari. Ogni anno, almeno 500mila esseri umani cadono nelle grinfie di organizzazioni criminali senza scrupoli», recita il rapporto redatto a Strasburgo. Un grido d'allarme fortissimo e a cui si cerca di dare una risposta.
Strumento di speranza. In Italia, vicende come quella di S. hanno trovato un lieto fine anche grazie all'applicazione di una norma azzeccata, che ha permesso finora di salvare dagli sfruttatori alcune migliaia di donne, anche minori, vittime del racket della prostituzione che avevano denunciato i propri aguzzini. Si chiama «Permesso di soggiorno per motivi in protezione sociale». Era stato introdotto dall'articolo 18 del Testo Unico sull'immigrazione del 1998 e poi ribadito nella Legge Bossi-Fini (N.189 del 30 luglio 2002). In sostanza, offre alle vittime di sfruttamento ai fini di prostituzione o a quelle ridotte in stato di schiavitù una chance per sottrarsi alla propria condizione e cominciare una nuova vita. «Un'occasione che prescinde o meno dalla denuncia, perché bisogna dare alle vittime aiuto e protezione anche quando non sono in grado di riferire particolari utili alle indagini», spiega a Avvenire il capo dipartimento del Ministero e per i diritti e le pari opportunità,
Silvia Della Monica. La proposta. Aiutare ad emergere chi vive una vita da fantasma significa anche colpire quella zona grigia di imprenditori italiani e caporali che sfruttano gli immigrati in nero per arricchire, non solo in agricoltura (come mostrano recenti inchieste nel Foggiano), ma anche in altri settori. «Il lavoro forzoso - spiega Della Monica, che ha un passato di magistrato antimafia - è anch'esso sfruttamento e chiederemo l'inserimento del nostro Dipartimento nel tavolo tecnico del Ministero dell'Interno che si sta occupando delle modifiche legislative», nell'ipotesi che una tutela analoga possa essere applicata anche agli immigrati sfruttati nel lavoro nero.
Il capo dipartimento assicura anche adassociazioni e Ong che riaprirà presto il numero verde anti-tratta (800 290 290, chiamato in 5 anni da 45mila donne, di cui almeno 5mila poi salvate dallastrada): «Era inattivo da mesi a causa di procedure burocratiche per ilrinnovo del contratto di servizio. Lo faremo ripartire migliorato, anche graziealla formazione di nuovi operatori».