Lavorare & Produrre

NON E' QUESTIONE DI SOLDI!


  SCONTRO SUI SOLDI AL FESTIVAL GAYCofferati-Curia, la lite divide l'UlivoScambi d'accuse tra Ds-Margherita. L'imbarazzo dei cattolici diellini. Le Acli: "Promuoviamo una manifestazione sul valore della famiglia" 
BOLOGNA, 31 ottobre 2006 — ALLA FINE, la prima serata di Gender Bender, il festival organizzato dal gay lesbian center Cassero, ieri sera ha fatto il pienone. «Non avremmo mai immaginato — sintetizzano gli artisti — di godere di tanta pubblicità». Ma questo è l’unico punto su cui la rassegna ideata dall’Arcigay ha messo tutti d’accordo sotto le Due Torri.
DOPO aver scatenato uno scontro Chiesa-Comune («accusata di oscurantismo, la prima, e di finanziare con soldi pubblici la pornografia, il secondo), il festival sulle rappresentazioni del corpo e l’orientamento sessuale ieri ha provocato un’altra scissione, tutta interna ai quadri diellini. Nella città del premier e dei prodiani, la Margherita più filo cattolica vorrebbe pesare di più nei consigli locali, pretende un assessorato alla famiglia (promesso, ma mai attuato dal sindaco Sergio Cofferati) e sfida il primo cittadino. «E’ ora — tuona il presidente delle Acli petroniane, Francesco Murru
— di promuovere una manifestazione sul valore di famiglia e matrimonio, per il quale il Comune sarà sfidato a concedere lo stesso contributo dato per Gender Bender».
«Se le Acli presenteranno progetti culturali avranno il sostegno che il Comune garantisce laicamente a tutti», r isponde il sindaco della legalità che, finora, era riuscito a intrattenere rapporti rispettosi con la Curia bolognese.Accade, insomma, che i finanziamenti (28mila euro) trovati da Comune, Provincia e Regione per la quarta edizione del festival organizzato dall’Arcigay finiscano sul banco degli imputati.
Con l’onorevole Franco Grillini, presidente del Cassero, che per rispondere alle lamentele della Chiesa sbotta: «E le scuole cattoliche pagate da tutti, allora?». «E l’assessorato alla famiglia?», rilanciano le Acli. «E, solo per fare un esempio, i finanziamenti per la sanità?», butta lì Giuseppe Paruolo,
l’unico assessore comunale diellino della componente cattolica.Provocazioni — che raccolgono il monito lanciato domenica dall’inserto bolognese dell’Avvenire —
che si succedono mentre la vicesindaco della Margherita (componente laica) vede «Bologna come una città tollerante e ospitale, dove le guerre di religione non sono opportune». Intanto, il sindaco ribadisce quanto già detto alla Chiesa: «Il sostegno alla cultura non è affatto favorire invasioni barbariche come è stato scritto». E dalle fila della Margherita continuano ad arrivare gli affondi degli ex Ppi: «Cofferati — sostengono Angelo Rambaldi e Paolo Giuliani
— non evochi minacce oscurantiste riferendosi a un messaggio giusto della Chiesa». Dopo di che il coordinatore regionale diellino,
Marco Monari, dovrà avere una bella pazienza per tenere tutti insieme, perché «c’è il pericolo — ammette lui stesso — di mettere a repentaglio il rapporto tra cultura laica e cattolica e la Margherita non può cedere su questo punto, tornando indietro di 15 anni». MA le sciabolate volano anche all’interno dell’Ulivo,
con un capogruppo comunale diessino, Claudio Merighi, che contesta la presidente prodiana della Provincia,
Beatrice Draghetti, perché cerca di ridimensionare lo scontro mentre i suoi assessori, una in particolare, ha finanziato di tasca propria «il festival dello scandalo».
GENDER BENDERAlle Officine Minganti Paolo PoliOmaggio del Lumière ai 50 anni di vita e palcoscenico dell'attore, ballerino e drammaturgo
Bologna, 31 ottobre 2006 - Dopodomani alle 18, presso il centro commerciale Officine Minganti di Bologna, l'attore, regista, autore, cantante, ballerino e drammaturgo Paolo Poli, sarà ospite di Coop Adriatica e delle librerie coop nell'ambito della quarta edizione di Gender Bender, il festival internazionale delle differenze di genere in corso nel capoluogo emiliano fino al 4 novembre. Durante l'appuntamento, l'artista ripercorrerà la sua carriera, intervistato da Enrico Salvatori, autore Rai ed esperto di storia radiotelevisiva. L'appuntamento con Poli alle 
Officine Minganti si affiancherà all'omaggio che sempre mercoledì sarà attribuito all'attore al cinema Lumiere, dove alle 20 sarà proiettata un'antologia delle sue più apparizioni televisive più significative. Nella sua carriera, iniziata con la radio e con il teatro vernacolare, Poli ha sempre rappresentato il confine tra maschile e femminile. Il suo ultimo spettacolo 'Sei brillanti', dedicato alle giornaliste celebri del Novecento, debutterà a Budrio, agli inizi di novembre. HERA
Sciopero lunedì6 novembrelavoratori di gas e acqua a braccia conserte per l'intera giornata. Chiusi gli uffici commerciali e tecnici
Bologna, 31 ottobre 2006- Hera Bologna fa sapere che i sindacati indetto per lunedi' prossimo, 6 novembre, uno scioperodei lavoratori dei settori gas ed acqua. L'astensione dal lavoro durera' per l'intera giornata, pertanto gli sportelli commerciali sul territorio saranno chiusi, come pure non saranno disponibili gli uffici tecnici. Anche il servizio telefonico clienti sara' sospeso per l'intera giornata. Si svolgeranno normalmente i servizi di pulizia della citta' e lo svuotamento dei cassonetti. Anche il Pronto Intervento funzionera' regolarmente, a disposizione 24 ore su 24 al numero 800-250101.
centro commerciale Officine Minganti Bologna Reparto ortaggi
L'ULTIMATUM DA PIAZZA VERDI
Telegramma alle autorità: "Qui è una barbarie"Oggi l'ordinanza sugli orariI residenti hanno scritto a prefetto, procuratore questore e sindaco. "Siamo esasperati: l’altra notte, in pieno caos, ci siamo rivolti ai vigili e ci siamo sentiti rispondere ancora una volta che non potevano farci nulla"
Bologna, 2 novembre 2006 - Oggi il sindaco presenta l’ordinanza sulla chiusura notturna dei locali e delle attività commerciali. E i residenti della zona universitaria, ancora infuriati per «le barbarie dei festaioli di Halloween», hanno un brutto presentimento. «Vanno bene gli orari più restrittivi — sintetizzano Loris Folegatti e Silvia Ferraro —, ma se le nuove regole non saranno subito accompagnate da controlli a tappeto siamo daccapo». E, aggiunge Otello Ciavatti, «occorre proporre un programma culturale per rivitalizzare l’area».Ma perché i residenti protestano proprio in coincidenza con il debutto di un’ordinanza che, come riconosce Giuseppe Sisti di ‘Stop al degrado’, «viene sicuramente incontro più alle nostre esigenze che non a quelle degli esercenti, contrari all’idea della città chiusa»? La risposta è la stessa di tutti gli abitanti di via Petroni, piazza Verdi e zone limitrofe. «Perché siamo esasperati — spiega Folegatti —: l’altra notte, in pieno caos, ci siamo rivolti ai vigili e ci siamo sentiti rispondere ancora una volta che non potevano farci nulla. Che cosa serve chiudere presto o smettere di vendere gli alcolici da un certo orario se trasgredire è un gioco da ragazzi?». Dopo la notte di Halloween i residenti sostengono di «aver toccato il fondo».
E ieri mattina i rappresentanti del comitato ‘Stop al degrado’ hanno messo nero su bianco il loro disagio in un telegramma inviato al prefetto Vincenzo Grimaldi,
al procuratore capo Enrico Di Nicola,
al questore Francesco Cirillo
 e al sindaco Sergio Cofferati.
«Chiediamo — si legge — immediata tutela fisica e morale per la nostra sicurezza, per la salute e la dignità, come sancito dalla Costituzione e dalle leggi. Attendiamo urgenti ed efficaci interventi». Firmato: chi vive nella zona universitaria. «Abbiamo scritto questo telegramma — spiega Sisti — perché ci siamo convinti che nessuno abbia intenzione di fare veramente qualcosa». Silvia Ferraro,
della ‘Contrada delle torri e delle acque’, ha perso la fiducia nei vigili: «Hanno fatto la multa a mia figlia che ha percorso un tratto di via Zamboni contromano perché le altre vie erano intasate di ragazzi ubriachi, ma non ci sono mai abbastanza pattuglie quando nelle nostre strade succede di tutto fino a tarda notte». «Sì — conferma Folegatti —, martedì, alle tre, quando mi sono affacciato alla finestra non riuscivo nemmeno a vedere il marciapiede, si sentivano cori da stadio, ragazzi orinavano contro i portoni, vomitavano sui gradini… La polizia ci ha detto che era subissata di chiamate e i vigili ci hanno detto che se fossero venuti qui avrebbero preso solo delle botte...». «Ormai — concorda Ciavatti — siamo a un uso barbaro della città».
 
 GOVERNO SEMPRE PIU' ROSSO!
Bertinotti
 scivola in casa.Ma Rimane saldo al Governo!
Asse Bertinotti-Prodi
Giovedí 02.11.2006 17:23Piccolo incidente per Fausto Bertinotti. Giovedì mattina, intorno alle 10, al dipartimento di Emergenza e accettazione del Policlinico Umberto I di Roma, il presidente della Camera è stato medicato per una lieve ferita, dovuta a una caduta accidentale presso il proprio domicilio. Nulla di grave, tanto che all'ora di pranzo il leader di Rifondazione era già al lavoro nel suo ufficio a Montecitorio. Escoriazioni a parte, Bertinotti ha ottimi motivi per sorridere. Indiscrezioni circolate nella capitale parlano infatti di una lunga telefonata tra il premier e il numero uno della Camera, durante la quale sono stati esaminati tutti i nodi chiave dell'agenda politica. E alla fine l'asse Professore-Prc, il famoso 'Prodinotti', è uscito più forte che mai. Il primo punto è certamente quello delle pensioni, con la sinistra riformista che insiste per una riforma profonda. Ma il leader di Rifondazione ha avuto assicurazioni dal premier che non ci sarà alcuna mannaia sulla previdenza. In sostanza, passerà la linea della sinistra radicale: ok agli incentivi per chi vuole restare al lavoro, ma niente disincentivi.
Con buona pace di Dini, Mastella
e di tutti i moderati che - secondo i rifondaroli - ascoltano troppo le sirene di Montezemolo e  della
Banca Centrale Europea. Ma la vittoria di Bertinotti non riguarda soltanto le pensioni. Da qui ai prossimi mesi ci sarà una revisione totale della contestata Legge Biagi.
Non a caso, Rifondazione sta lavorando da tempo con una serie di giuslavoristi per cancellare il precariato, eliminando i contratti a progetto (ex Co.co.co.), introdurre gli ammortizzatori sociali e rivedere completamente il sistema del welfare. La strategia di Bertinotti, che ha avuto il via libera del presidente del Consiglio, non riguarda soltanto l'economia. L'affondo è anche contro la legge sull'immigrazione e quella sulla droga. La prima, in particolare, la famosa Bossi-Fini, verrà totalmente cancellata, eliminando il vincolo che obbliga le aziende ad assumere extracomunitari nei Paesi d'origine.
Si va quindi verso un vero e proprio cambiamento di rotta. Insomma, un programma per i prossimi mesi condiviso punto per punto da Bertinotti e Prodi. Il cui asse è sempre più forte. E porterà, probabilmente, anche al ritiro, graduale, dei militari italiani dall'Afghanistan.
Come la prenderanno Rutelli
e Fassino?
Male. Molto male. Ma il governo - e il Professore lo sa benissimo - sta in piedi solo con l'accordo con Rifondazione. Quindi prendere o lasciare. O meglio, Prodi o la Grande Coalizione invocata da Berlusconi.Il governo contro il governoGiovedí 02.11.2006 14:33Sabato 4 novembre, Roma. Va in scena il paradosso della sinistra radicale.  Una manifestazione
organizzata mesi fa dalla Fiom contro il precariato vedrà anche la partecipazione dei vertici di Rifondazione Comunista,
del Pdci,
 dei Verdi
 e dell'esponente della minoranza Ds Cesare Salvi.
In piazza anche la sottosegretaria
 al Lavoro Rosa Rinaldi, Prc. Prima nota stonata: una componente del governo manifesta contro il precariato. Ottimo, però anziché sfilare non potrebbero impegnarsi per varare una nuova legislazione? Ma c'è dell'altro. In piazza ci saranno anche l'ex leader della minoranza di Rifondazione,
Marco Ferrando, e i Cobas, i quali hanno promesso una battaglia contro la Finanziaria e il governo Prodi,
"servo di Montezemolo e degli interessi di Confindustria".
E così gli esponenti di governo della sinistra radicale si troveranno fianco a fianco con chi urla contro il Professore ed espone cartelli per contestare la manovra economica. Dal quartier generale del Prc fanno sapere che "è normale scendere in piazza", ma è evidente l'imbarazzo della sinistra estrema, stretta tra gli impegni di Palazzo Chigi e la voglia di manifestare.