Lavorare & Produrre

IL RITORNO DEL TALEBANO!


REPORTER LIBERATO Torsello è in Italia: 'Grazie'Tre ore di interorgatorio:'Chi mi rapito? Non ne ho idea'Leggi su:
Dopo l'arrivo a Ciampino è stato sentito dail pm Ionta. Il reporter: 'Ora voglio riabbracciare mio figlio'. Polemiche dopo la rivendicazione del Sismi.
  UN FILO ROSSO TAPEZZATO DI BIGLIETTI VERDI!
 Giuliana Sgrena 
Gabriele Torsello
Roma, 3 novembre 2006 - «Il Sismi, insieme a tutti gli altri, ha portato ancora una volta dei fatti, oltre che delle parole». Lo ha detto il direttore del Sismi, Nicolò Pollari, intervistato dal Tg5 sulla liberazione di Gabriele Torsello, il fotoreporter italiano rapito in Afghanistan e liberato dopo più di venti giorni di prigionia. «Questa operazione -ha detto Pollari- è la dimostrazione di quanto possa essere proficua un'attività sinergica tra l'impegno del Governo, attraverso la presidenza del Consiglio e i ministeri della Difesa e degli Esteri, l'impegno di organizzazioni umanitarie, che hanno attivamente fornito contributi importanti, l'impegno delle stesse autorità afgane e il leale lavoro di tutti insieme». Quanto alle polemiche degli ultimi mesi sul Sismi, Pollari ha detto di non ritenere che possano aver disturbato il lavoro sul campo degli uomini dei servizi. ....
 Nicola Callipari: la vittima del riscatto!
 Maurizio Scelli
 Gino Strada
Fabrizio Quattrocchi: come muore un Italiano! 14 Aprile 2004
 Enzo Baldoni BARBARAMENTE TRUCIDATO il 26 Agosto 2004
28 settembre 2004Al JaziraANCHE LUI TORNERA'? 
DA
 Il Mullà OmarE da Osama Bin Laden
TORRETTA, PARI E SGRENA: PER IL TIMES L'ITALIA PAGO' RISCATTO 22/5/06Per il quotidiano britannico L'Italia avrebbe pagato 11 milioni di dollari (circa 8,5 milioni di euro) per il rilascio di Simona Pari e Simona Torretta nel settembre 2004, e per quello della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena nel marzo 2005Lettera22Lunedi' 22 Maggio 2006 Per il Times "L'Italia pagò 8,5 milioni per liberare Sgrena, Pari e Torretta". Lo stesso avrebbero fatto Francia e Germania per liberare gli ostaggi caduti nelle mani dei sequestratori iracheni. Unici a resistere alla pietà verso i propri connazionali sarebbero stati proprio gli inglesi, fedeli al no statunitense sul tema.Lo scrive oggi il quotidiano britannico The Times, che reca in copertina in primo piano le foto di Simona Pari e Simona Torretta.Non è la prima volta che che si parla del pagamento di un cospicuo riscatto per la liberazione degli ostaggi italiani. Ma tutti i responsabili politici dei tre paesi avevano sempre smentito. Ora il Times sostiene di aver trovato le prove in alcuni documenti in possesso di "responsabili della sicurezza a Bagdad", che "hanno svolto un ruolo cruciale nei negoziati" per la liberazione degli ostaggi occidentali in Iraq. Secondo questi documenti, Italia, Francia e Germania avrebbero accettato di pagare complessivamente 45 milioni di dollari (circa 35 milioni di euro) per ottenere la liberazione di nove loro cittadini sequestrati in Iraq.L'Italia - scrive il quotidiano britannico - ha pagato in totale 11 milioni di dollari (circa 8,5 milioni di euro) per il rilascio di Simona Pari e Simona Torretta nel settembre 2004 (5 milioni di dollari); e per quello della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena nel marzo 2005 (6 milioni).Il Times riporta anche le critiche dei diplomatici che operano in Iraq, secondo i quali la pratica di pagare i riscatti ha incoraggiato i rapitori, mettendo a rischio tutti gli occidentali che lavorano a vario titolo nel Paese.Secondo il quotidiano britannico la Gran Bretagna non avrebbe mai versato denaro per i suoi cittadini rapiti in Iraq, ma avrebbe pagato "intermediari" per stabilire il contatto con i loro sequestratori. Nulla sarebbe stato versato da Londra ai sequestratori di Kenneth Bigley e Margaret Hassan, assassinati dopo essere stati rapiti nell'autunno 2004, ma - rileva il Times - la Gran Bretagna è stata criticata per aver concesso ai rapitori di Norman Kember il tempo di fuggire, prima di lanciare l'operazione militare che ha permesso la sua liberazione, nel marzo scorso.
  DUE PESI E DUE MISURE! LA FAMIGLIA NON PUO' PAGARE, LA LEGGE, GIUSTAMENTE, IMPONE IL SEQUESTRO DEI BENI, MA LO STATO PAGA TUTTI E PER CONTO DI TUTTI! ALLORA PAGHI ANCHE PER LUI:
venerdì, 03 novembre 2006Sequestro Pinna: Sindaci e Presidenti si convocano a Bonorva
"Il prossimo 7 novembre saremo presenti a Bonorva, insieme a tanti altri, per manifestare la nostra solidarietà alla famiglia di Giovanni Battista Pinna e alla comunità locale". Così Graziano Milia annuncia la decisione di convocare a Bonorva, presso la sala consiliare, i lavori del Consiglio regionale delle Autonomie Locali, assemblea dei sindaci e dei presidenti delle province della Sardegna, di cui è presidente. L´ordine dei lavori prevede l´elezione dei sindaci componenti i comitati provinciali per l´ambiente e l´adozione di un documento di solidarietà verso la famiglia Pinna e la comunità bonorvese. Dopo la seduta, prevista per le ore 09.00, i componenti del Consiglio regionale delle Autonomie Locali prenderanno parte alla manifestazione in favore della liberazione di Giovanni Battista Pinna, organizzata dal "Comitato per Titti Pinna libero" e dall´ANCI Regionale.
Nell'ultimo contatto avrebbero preteso la consegna di un milione di euro Pinna, una lunga serie di richieste dai rapitori L'imprenditore agricolo è stato sequestrato il 19 settembre a Bonorva, davanti all'ingresso dell'azienda di famiglia. Trovata la sua auto
Giovanni Battista Pinna (Ansa)BORNOVA (SASSARI) - Giovanni Battista Pinna, imprenditore agricolo, è stato sequestrato il 19 settembre nei pressi del comune di Bonorva (Sassari), dove abitava. La sua Fiat Punto è stata trovata vicino alla foresta Burgos e subito dopo il rapimento, avvenuto all'ingresso dell'azienda di famiglia, è arrivata una telefonata nel quale lui stesso ha parlato di una richiesta di 300 mila euro. Lo stesso giorno un'altra chiamata dei presunti rapitori arrivò da Nuoro, mentre il giorno successivo altre due telefonate partirono da San Teodoro e Olbia. In successivi contatti, non confermati dai familiari, il riscatto chiesto sarebbe poi salito a un milione di euro.