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Un vaccino per l'AIDS: la speranza arriva da un nuovo studio sulle scimmie


E' stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature una ricerca effettuata sul virus SIV (Simian Immunodeficiency virus), l'analogo del virus HIV umano. Il lavoro sperimentale, condotto da scienziati della Oregon Health and Science University ha messo a punto un vaccino, provato sulle scimmie, che è stato in grado di eradicare completamente il virus SIV su nove dei sedici Macacus Rhesus oggetto dell'esperimento. E' stato esaminata in particolare una forma molto aggressiva del SIV, denominata SIVmac239, che risulta essere fino a 100 volte più letale del virus HIV umano. Il risultato importante cui lo studio è pervenuto è appunto la scomparsa del virus in più della metà delle scimmie. Gli esperti stanno cercando di capire come mai non tutti i primati hanno risposto positivamente al trattamento. Tuttavia, Louis Picker, responsabile del gruppo che ha condotto la ricerca ritiene incoraggianti i primi risultati ottenuti con i primati. Secondo lo studioso, nel giro di due anni il vaccino potrebbe essere provato sull'uomo, una volta ovviamente che è innocuo. In passato sono già stati provati altri metodi per combattere l'HIV. A luglio scorso esperti dell'Istituto Superiore di Sanità, insieme con colleghi della Duke University del North Carolina avevano ottenuto la remissione della malattia nei macachi curandoli con un mix di farmaci; il governo degli Stati Uniti ha invece bloccato la sperimentazione di un altro possibile vaccino per l'HIV che non stava dando risultati. Insomma, il problema è ancora aperto, e milioni di malati aspettano..Ho letto questa notizia nella sezione Salute di Repubblica.it. Il fatto che questa ricerca sia stata pubblicata sull'autorevole rivista Nature fa pensare che sia risultata particolarmente accurata, e autorizza a sperare per una sperimentazione sull'uomo. Io ho pensato di descriverla in questo post proprio per sottolineare da un lato, l'importanza della ricerca, sia nel campo medico, che in generale in ambito scientifico, sia perché in circostanze come queste è d'obbligo la cautela nell'annunciare cure su una malattia tanto devastante quanto lo è quella dell'AIDS. La ricerca non è un'attività cui si possono dedicare gli spiccioli delle risorse economiche a disposizione di una nazione; per produrre risultati deve essere considerata, incoraggiata ed aiutata economicamente. Ma è altrettanto importante il fattore etica nell'annunciare i risultati: chi crea false speranze è condannabile come colui che uccide la speranza.Marion
(di micro.magnet.fsu.edu)