Donna, lavoro e casa

550 addetti delle acciaierie di Terni in mobilità


Oggi anche i media nazionali hanno dato ampio risalto alla vicenda, purtroppo triste e preoccupante, delle Acciaierie di Terni, cuore economico della città, della provincia e dell'Umbria. Le parti sociali, sentite per tutta la notte con la mediazione del governo, non hannno trovato punti di accordo, nel senso che sono rimaste su posizioni rigide e precostituite. Alla fine della nottata di lavori e contrattazioni, il risultato è l'annunciata mobilità per 550 addetti; un colpo durissimo per lo stabilimento ternano, per i lavoratori e per le famiglie che dipendono da questa attività economica. E oltre a questo piano di mobilità, c'è lo spegnimento definitivo di un forno, che sicuramente rappresenta un notevole ridimensionamento per lo stabilimento stesso. Non ho avuto modo di seguire in dettaglio tutte le vicissitudini dell'Acciaieria, piuttosto complicate, ma una cosa è certa: si tratta di un colpo molto grave per la città intera, già in ginocchio per la pesante crisi economica. Qui da queste parti, quasi ogni famiglia ha un parente più o meno stretto che lavora in acciaieria o lavora con qualche ditta che riceve commesse dall'acciaieria. E lo stesso vale per la mia famiglia. E' la disperazione più nera. E secondo me, in realtà, c'è stato ben poco interesse a livello nazionale per questa vicenda amara; soltanto adesso, forse, si è cominciato ad avere il sentore della gravità delle conseguenze, anche per il mercato italiano dell'acciaio, già privato della produzione di acciaio magnetico da parte dei tedeschi proprietari dell'Acciaieria di Terni.Vi scrivo questo pensiero con grandissima preoccupazione. Io credo che la politica sia per molti versi corrotta e non so quanto possa fare realmente; ma la solidarietà, questa sì, tra noi comuni mortali che soffriamo, questa può muovere a volte le montagne. Per questo ho pensato di condividere con voi queste riflessioni.Buonanotte, Marion