Donna, lavoro e casa

La "banalità" del male


Il male, la cattiveria, la malvagità, ti passano accanto, senza che tu te ne accorga. Hanno volti familiari, quelli di persone insospettabili, di persone uguali a te, in tutto e per tutto. All'improvviso facce anonime, comuni, che mai avresti notato, possono diventare assassini, carnefici, giustizieri, possono e si sentono in dovere di decidere della vita altrui, di interromperne i sognil, le speranze, le aspirazioni.Perchè mai all'improvviso uomini comuni, che piangono, ridono, gioiscono come te delle piccole gioie quotidiane si trasformano in esseri feroci, che ubbidiscono ciecamente, senza porsi domande che scuotono la coscienza, a questo o a quel duce, a questa o quella dittatura, che in nome della superiorità della razza, del partito, della fede politica o religiosa decretano la persecuzione di un proprio simile?La banalità del male, è proprio questo quello che ci sconcerta nel pensare a che cosa è avvenuto durante la Shoa, ma in generale in tutte le persecuzioni, politiche, etniche, religiose.Perché uomini comuni si rendono protagonisti di azioni feroci che mai, normalmente, avrebbero commesso nella vita di tutti i giorni? Che cosa li spinge o li ha spinti?Si parla spesso del potere di condizionamento esercitato dalle dittature, la paura o il terrore di essere controcorrente e quindi di essere additati come traditori ed ammazzati.Allora il deterrente che ci impedisce di agire secondo coscienza è solo la paura? Non so, perché all'epoca del nazismo, o del comunismo, o del fascismo, c'era chi coscientemente credeva senza ombra di dubbio di fare la cosa giusta, non lo faceva solo per paura. Il male in questo caso diventa comune, banale, quotidiano, inevitabile, perché ci sono ordini superiori da eseguire, o perché davvero c'è una VERITA' da seguire, al di sopra di tutto e di tutti. La VERITA' è che non ci sono valori, c'è il nichilismo che ha portato via tutto, anche la più piccola parvenza di umanità. Siamo superuomini che possiamo decidere della vita degli altri.Perché la vita, appunto, NON E' UN VALORE. NON HA VALORE.per non dimenticare, Marion