Donna, lavoro e casa

Giochi di luci (e di ombre)


Ho scattato queste foto alle margherite bianche in un giorno in cui le nuvole coprivano la luce del sole. E' sempre bello osservare angoli di giardino, di verde e di colori primaverili in posti impensati della città, accanto al traffico, lo smog, la folla di gente indaffarata in una mattina di lavoro come tante, ognuno perso dietro le proprie attività, preoccupazioni, pensieri. Quando sono tornata a casa, guardando questa foto ho visto sul bianco delle margherite un gioco sottile di luci ed ombre. L'ombra della margherita più grande su quella sottostante; l'ombra dei singoli petali su altri petali, come se la disposizione nello spazio degli stessi, per quanto perfetta, avesse comunque delle inevitabili sovrapposizioni. Il candore del bianco, lo sfavillio del giallo acceso, e l'ombra sparsa qua e là dalla mancanza di luce, o se vogliamo l'effetto di penobra che deriva dal sovrapporsi delle corolle. Un gioco magico, non lineare, non prevedibile, il chiaroscuro che alterna luce ed assenza di luce. E nell'assenza di luce i colori risaltano forse più vividi che nel sole pieno del giorno. A volte penso che queste margherite mi somiglino. Perché vedo che aprono le loro corolle in modo preciso, quasi matematico, in modo che ogni fiore abbia il suo spicchio di sole e di visibilità a chi lo deve impollinare. Eppure la precisione della natura si scontra con le leggi della luce, e con la sua assenza. Anch'io ho delle zone d'ombra dentro di me: dubbi irrisolti, speranze tradite, difetti che non se ne vanno, o più semplicemente zone del carattere o delle esperienze di vita dove la razionalità non ha accesso, e dove l'emotività arranca ugualmente per cercare la strada.Ma una zona d'ombra serve sempre. Per far risaltare la luce, quella che illumina la strada.Marion