Inauguro questa rubrica sperando che le mie domande possano ispirare le vostre risposte. Invito le persone interessate a porre a loro volta altre domande, a condizione che anche loro non abbiano un caxxo da raschiare. Prima domandaLa ministra Kyenge, se non fosse nera, sarebbe uguale a qualunque ministro del Governo italiano, ovvero nominato, inconcludente e incapace o la sua origine africana la rende speciale o migliore?Risposta:se non si vuole cadere nel razzismo, bisogna ammettere che la ministra Kyenge è uguale agli altri, cioè nominata, inconcludente e incapace, se qualcuno dovesse pensare che sia migliore perchè ha la pelle nera, deve sapere che il seme del razzismo comincia a germogliare in lui. Io che non sono razzista (so che questa è la frase più diffusa tra i non razzisti benpensanti*), vi posso garantire che non lo sono, eccetto alcune categorie di persone (ad esempio i diversamente puliti che pur avendo la possibilità di lavarsi tutti i giorni, evitano di farlo mettendo dura prova l'olfatto altrui), penso che la Kyenge sia uguale a tutti gli altri ministri. La prova è sotto i nostri occhi. Appena insediata ha detto che la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stato l'introduzione dell jus soli.A prescindere dal fatto che si possa essere favorevoli o meno, lo jus soli è stato lasciato solo, nel senso che è stato abbandonato. In questi giorni parte un'altra promessa: "La legge Bossi-Fini va rivista." A parte che andrebbe cancellata, insieme alla Fini-Giovanardi (quella che punisce senza fare distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti), ma tanto io sto ancora aspettando l'abolizione della legge Biagi... Non basta essere neri per diventare un buon ministro.* "Io non sono razzista, ma c'è un limite a tutto. Se vogliono stare qua devono integrarsi con la nostra cultura."E perchè mai? Chi lo dice che la tua cultura è migliore di quella degli altri? A me basta che rispettano le leggi e che non facciano reati. Non è detto che sia sempre positivo integrarsi nell'ambiente in cui si vive.
Quando non ho un caxxo da raschiare, capita che mi faccio delle domande...
Inauguro questa rubrica sperando che le mie domande possano ispirare le vostre risposte. Invito le persone interessate a porre a loro volta altre domande, a condizione che anche loro non abbiano un caxxo da raschiare. Prima domandaLa ministra Kyenge, se non fosse nera, sarebbe uguale a qualunque ministro del Governo italiano, ovvero nominato, inconcludente e incapace o la sua origine africana la rende speciale o migliore?Risposta:se non si vuole cadere nel razzismo, bisogna ammettere che la ministra Kyenge è uguale agli altri, cioè nominata, inconcludente e incapace, se qualcuno dovesse pensare che sia migliore perchè ha la pelle nera, deve sapere che il seme del razzismo comincia a germogliare in lui. Io che non sono razzista (so che questa è la frase più diffusa tra i non razzisti benpensanti*), vi posso garantire che non lo sono, eccetto alcune categorie di persone (ad esempio i diversamente puliti che pur avendo la possibilità di lavarsi tutti i giorni, evitano di farlo mettendo dura prova l'olfatto altrui), penso che la Kyenge sia uguale a tutti gli altri ministri. La prova è sotto i nostri occhi. Appena insediata ha detto che la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stato l'introduzione dell jus soli.A prescindere dal fatto che si possa essere favorevoli o meno, lo jus soli è stato lasciato solo, nel senso che è stato abbandonato. In questi giorni parte un'altra promessa: "La legge Bossi-Fini va rivista." A parte che andrebbe cancellata, insieme alla Fini-Giovanardi (quella che punisce senza fare distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti), ma tanto io sto ancora aspettando l'abolizione della legge Biagi... Non basta essere neri per diventare un buon ministro.* "Io non sono razzista, ma c'è un limite a tutto. Se vogliono stare qua devono integrarsi con la nostra cultura."E perchè mai? Chi lo dice che la tua cultura è migliore di quella degli altri? A me basta che rispettano le leggi e che non facciano reati. Non è detto che sia sempre positivo integrarsi nell'ambiente in cui si vive.