Creato da LeInAmabili il 28/08/2012

Le InAmabili

Storie di Donne ... Oltre ...

 

Perché questo blog?

Post n°1 pubblicato il 28 Agosto 2012 da LeInAmabili
 

 

... Perché ti voglio presentare delle donne... delle amiche ... forse le conosci, forse ti riconoscerai.
Le InAmabili si aggirano tra noi o forse tra voi, qualcuno sospetta che siano tra loro ...
Le InAmabili sono tante e in pochi le capiscono.
Le InAmabili sono nella folla ma son sempre sole.
Le InAmabili hanno la condanna di non essere capaci di limitare il loro amore.
Si danno sino all’esasperazione, loro e di chi lo riceve.

Uso del blog:
Leggi la prefazione nel post successivo
Leggi una o tutte le parti delle lettere pubblicate in questo blog
Commenta una o tutte le lettere
Acquista il libro se le lettere ti hanno appasionato!

Buona lettura!

Foto di LeInAmabili

 
 
 

La Prefazione

 

di Paola Maria Rosa Rosa, Giornalista

 

Ci sono medicinali le cui precauzioni d’uso vanno assolutamente lette per evitare effetti collaterali. Ci sono libri come questi che dovrebbero avere più che una prefazione un bugiardino, come per i farmaci. Libri come questi possono avere effetti collaterali, anche gravi. Naturalmente per chi li legge lasciandosi attraversare e colpire dalla forza delle storie e dalla potenza delle parole.

Questi sono racconti di donne ‘oltre’. Gli aggettivi per spiegare questo “oltre”’ sono difficili da trovare, se pur mai esistono. La storia del mondo è come una tela tessita storicamente al maschile e perciò i fili hanno nomi ed aggettivi più adatti per il maschile.

Le InAmabili sono donne di avanguardia, anche se silenziosamente esistite da sempre. Le loro storie sono state celate, spesso dalle stesse protagoniste prima che da altri. Le sofferenze che trapelano in esse sono tangibili, sono ferite da cui scorre sangue vivo, senza che niente e nessuno possa porvi una salvifica sutura. Il loro oltre è il superamento di un limite, di un confine. Al di la' c’è il tormento di donne intelligenti, troppo intelligenti, la cui qualità intellettiva ha come prerogativa l’emozione nella sua massima eccellenza.

Come un tuffatore abilissimo calcola bene il suo rischio e la performance atletica della sua impresa, cosi’ Sheyla Bobba riesce a tuffarsi in questo mare tormentato e denso, dove galleggiano gli avanzi di amori imputriditi e di sentimenti bistrattati. La sua penna scorre abile e veloce tracciando profili di grandi anime inserite in circuiti dove ogni grandezza, per vivere, è costretta a rimpicciolirsi ed appiattirsi al suolo.

Forse queste donne sono veramente inamabili come cinicamente le definisce Sheyla. Non è facile trovare uomini che riescano a sopportare tanta densità emotiva in una sola persona, senza provare a rivaleggiare, perdendo fin dagli inizi nel confronto. Ma il lettore non può fare diversamente: le ama da subito, incondizionatamente e rimane rapito dalla profondità e complessità del loro profilo psicologico.

Le InAmabili forse non sono donne difficili da amare, quanto donne da amare dentro, in quegli abissi della loro anima in cui si cela il loro dio.

 

 
 
 

Lettera 1: Sono e non sei

Sono e non sei

14 marzo 2018

Esisteranno donne che non devono combattere per i loro spazi? Un luogo dove sia possibile essere donna, persona e non solo femmina? In quale posto credi sia avverabile essere piacenti, intelligenti, capaci e dinamiche? Non è qui, ne sono certa, non è con te in questa immensità ristretta che mi lasci. Ripenso ancora sai a quelle parole taglienti e dolorose: “la porta è quella, se sei insoddisfatta, non devi fare altro che aprirla e uscire”. So che non lo vuoi, sono certa che sono saette scagliate per rabbia. L’ira che ti assale ogni qualvolta ti mostro i tuoi limiti, i tuoi errori e anche i miei. Non accetti che ti sia consegnato il vassoio d’argento con la testa mozzata di questi anni di disordine, un doloroso e nauseante conato di rinfacci e acido che logora il mio stomaco. Una volta ci volavano le farfalle, sai? Mi bastava incontrare il tuo sguardo per far esplodere un vulcano, lava calda che si disperdeva tra il sangue e alimentava aria cocente che sosteneva pensieri a te rivolti, come palloncini che raggiungono le nuvole. Correva leggera l’ala che mi riportava i tuoi sorrisi, placido scorreva il fiume delle esperienze, fugace giocava la fantasia e la passione era consumata senza remore o freni. Oggi che ci resta? Musi duri d’indifferenza, sterili discorsi durante il telegiornale, gelida tramontana che soffia sul nostro triste letto. Come siamo arrivati a questo? Quale infame Cupido ha sbagliato freccia? Si è forse preso gioco di noi? Dove e quando hanno cominciato a incrinarsi gli argini, i confini tra il nostro amore e il disprezzo delle persone che siamo, o siamo stati? Credo quel giorno allo zoo – probabile che non lo ricordi… – stavamo accarezzando gli asini e ti dissi, “che ne pensi se io ricominciassi a disegnare?”. La mia grande passione, disegnare e immaginare arredamenti per le case di altre famiglie, sapere che godranno la loro intimità, si stenderanno comode su divani, pranzeranno e cucineranno su spazi che io ho costruito per loro con amore e riflessione. “Sono gli asini a ispirarti?”, una risata e un gelato giusto per vivere intensamente ogni istante, “in realtà è un po’ che ci penso, avrei voglia di prendermi degli spazi tutti miei”. Tu ti sei fermato e hai indossato una maschera di rigidità e freddezza. Che cosa è successo? Ti ho tolto forse qualcosa? Dove sono inciampata? Non ti ho messo dietro ad alcun impegno! “cosa ti manca?”, la tua domanda è arrivata, come un piccione viaggiatore ha lasciato la pergamena arrotolata in qualche angolo e attendeva una risposta, che io non sapevo dare. Per fortuna i pavoni hanno mostrato la loro coda e nei colori abbiamo lasciato quel discorso. È stata una fortuna? Non saprei, poiché oggi, dopo quattro anni, la stessa domanda mi tormenta: cosa mi manca? Qualcosa di certo, ma cosa non saprei dirlo. Vedevo in te un uomo buono, fiero e intelligente, disponibile e caro, leale e altruista… Nonostante tutto questo, però, non manchi di detestare la mia autonomia, non tolleri che qualcuno mi consideri importante, i miei impegni non ti vedono re accomodato al trono delle mie giornate, il rosso della rabbia è come il mantello del torero. Questo che significa? Che non mi ritenevi in grado? Che preferivi una moglie mediocremente agghindata alla tua spalla? Nulla ti ho fatto mancare e tu hai cominciato ad arare il campo della mia felicità, lasciando solchi senza semi. Cadeva pioggia negli avvallamenti, s’inzuppava il terreno e diveniva fango, neppure argilla per plasmare nuove forme, ma putrido impasto senza collante. Siamo rimasti imbrattati in attesa… avevamo un ruscello alle spalle, sarebbe bastato fare un passo indietro e gettarci nella fresca acqua per ripulirci. Invece no, entrambi, certo, abbiamo proseguito la marcia, come soldatini di piombo ingessati di rabbia e sconforto, con occhi coperti abbiamo cercato una via, ma ci siamo addentrati in un tunnel, dove non esistono bivi o svolte, dove è impossibile nuovamente incontrarci. Poi è arrivata quella luce, un faro, un abbagliante lume che ci ha aperto un varco… quanto ero felice, non esisteva altro pensiero che non fosse parte del cordone che ci univa a nostro figlio. Non esistevano spazi vuoti, la sola pioggia aveva generato fiori dalle zolle, i prati verdeggianti e ariosi stavano al posto dei cunicoli, polvere di fata copriva la pelle, dove prima rinsecchiva il fango, profumo di zucchero e fragole il nostro cibo. “Sarà femmina e meravigliosa”, “un maschio”, sorridevi tu, “forte e grande”. Non fu nulla più di un crampo al basso ventre e settimane di dolore e attese, “dobbiamo attendere, forse il battito… ora non si sente, forse abbiamo sbagliato il calcolo, forse… forse…”... 

... ti è piaciuta la prima parte della lettera? il resto lo trovi sul libro che puoi comprare qui nel prossimo post trovi la seconda lettera.

 
 
 

Lettera 2: Sono fuori tempo

Sono fuori tempo
23 marzo 2010
Sono fuori tempo. Voglio tutto, subito e ben fatto. Pretendo da ogni rapporto quello che io riverso. Do per scontato che dove metto amore ci sia amore. Vivo un’esistenza problematica e accattivante, isolandomi per riflettere e cibandomi dell’esistenza del mondo e degli individui. Sono una ladra di vite, prendendo spunto da chiunque per formare me stessa. Una persona unica e fuori dalle righe, canoni e standard. Guardo il mondo da una prospettiva scomoda e critica. Il cinismo mi aiuta a non morire. Ho imparato a farmi scivolare addosso tutto quello che reputo inutile alla crescita e lesivo. Seleziono con cura ogni rapporto, ma con infinita chirurgia uso il bisturi per eliminare ciò che non è fruttuoso, temo non sarò mai capace di allontanare quello che desidero, anche se peggiora la mia vita. Ho pochi, pochissimi amici, due credo, non ho mai avuto radici e la mia esistenza è stata segnata dal dolore. Un male che ho usato per crescere. Un profilo indelebile e riconoscibile da chiunque. Il magnetismo è naturale, non mi sforzo di attrarre le persone, uomini e donne senza distinzione. Capita quasi sempre, però, che le donne, prima o dopo, si sentano sottomesse a me o in competizione, quindi o si allontanano o si incattiviscono. Ho due scelte, o combattere
per farmi accettare, il più delle volte questo ha come risultato sofferenza e lo scontato abbandono perché il mio atteggiamento diviene quello del carnefice. Oppure mi allontano senza discuterne, senza spiegazione, anche in questo caso sono il mostro. Con gli uomini invece… voi siete i peggiori, nessuno è mai riuscito realmente ad amarmi. Qualcuno ci ha provato con tutte le sue forze, questo fa comprendere quanto sia malata la situazione, non si ama con la forza; altri hanno preso solo quello che era piacevole al corpo. Sto scrivendo questa lettera a voi, i cinque uomini più importanti
della mia vita, in questo modo avrete una spiegazione. Per qualcuno arriva veramente a distanza di anni; per te, per te solo, arriva in un oggi troppo tardo. La cosa peggiore che mi potrebbe dire qualcuno per annientarmi è: “mi hai deluso”, a quel punto i miei problemi di bambina abbandonata a se stessa, l’accettazione e l’amore verso la mia persona che fatico ad avere, giocano un ruolo importante. Mi assilla e devasta, ma sono capace a nascondere, il mio viso non riflette i problemi e le piaghe, il mio sorriso illumina, come sempre. Il risultato finale è che divengo agli occhi di tutti una donna forte, una leader, capace e dedita al comando e al traino. Imbecilli, non avete capito
niente di me. Di certo non vi ho aiutato nell’enigma, ma nessuno di voi si è impegnato per risolverlo, questo mi ha fatto decidere di non consegnare la chiave per la risoluzione. Siete stati patetici. Impegnati nel compiacermi o nell’annientarmi.
Avete creduto che fosse facile leggermi! Chi ha pensato di domarmi ha avuto a che fare con una leonessa ferita. Dove trovavo comprensione e tolleranza, davo indifferenza e freddezza. L’amore, quello di riverenza, fiori freschi e delicatezza,
mi ha sempre fatto allontanare. Se per avere amore dovevo lottare contro insormontabili muri e problematiche, divenivo pioniere... 

.. ti è piaciuta la prima parte della lettera? il resto lo trovi sul libro che puoi comprare qui nel prossimo post trovi la seconda lettera.

 

 
 
 

Lettera 3: Saffo

Saffo

 ... 

25 giugno 1992

Maledetta, dove sei? È passato un mese, fatti riconoscere ti prego! Passo le giornate nel mio ufficio, persa tra mille calcoli senza trovare l’unica formula che realmente ora mi serve: i miei sogni + il tuo alito + i miei pensieri – te. Ora che ne sarà di tutto questo sentimento? Di questa agonia, ansia, felicità nell’immaginare due corpi simili, una lastricata scia di pelle morbida che s’adagia sui miei seni? Dove sei, Saffo? Ho acquistato anche un libro, I frammenti, frasi da sussurrare nell’amplesso. E poi mi domando, arrossendo, come si fa l’amore tra due donne? Ma credimi, mia dolce, ora il tormento è un altro: perché una donna mi turba tanto? Ho quarant’anni e mai mi ha sfiorato tale idea. È bastato un alito e tutto s’è stravolto. I biglietti per la crociera sono nel cassetto della mia scrivania. Domani devo telefonare per confermare la mia presenza. Vieni con me? 

26 giugno 1992

Ciao, ecco le chiamate di ieri:

- Avv. Maestri disdice appuntamento;

- sig.na Saffo conferma la presenza alla crociera.

Ho telefonato io al tour operator per fornire i vostri

dati. Imbarco domenica ore 20 al porto di Genova.

Buon viaggio e meritata vacanza


Ho riletto questo post-it mille volte. Per circa due ore sono stata senza parole. Ho deciso di attaccarlo alla pagina di questo diario, un piccolo monito. Come hai fatto? Come sapevi che ti volevo con me? Chi sei? Le domande che percorrono i miei pensieri sono troppe per annotarle tutte. Ma una sola necessita di risposta, prima di domenica: io voglio? Mancano solo due giorni. Ci separano ancora tre notti. Non sono pronta, ma sento che ogni minuto che passa fa solo ritardare l’inevitabile. Cosa vorrai da me, mia dolce Saffo? Oggi e domani farò le ultime compere, studierò e capirò quel che mi sta capitando e domenica ti avrò. Mi cercherai tu sul ponte? Ti troverò nella cabina? Mi dovrò vestire da uomo o donna? O Saffo, ma chi sei? Non di certo la poetessa del 640 a.C.! Forse una sua devota discendente? O semplicemente una donna che si burla delle mie debolezze. Chi sei Saffo? Chi sei! ....

... Ti è piaciuta la prima parte della lettera? il resto lo trovi sul libro che puoi comprare qui nel prossimo post trovi la seconda lettera.

 

 

 
 
 

AREA PERSONALE

 

Dialogo tra mente e cuore ...

nel libro! olte 143000 visualizzazioni!

 

DIALOGO TRA MENTE E CUORE

Ciò chio ti dico, giura restar segreto.
Or ti svelo quel che sarà da fare.
Io voglio, o meglio pretendo, tu torni di pietra.
No, no cor mio non frignar,
rammenti quanto dolore, lacrime e disperazione?
Non ti par assurdo ancora sbagliare?
Ma che dici giusto innamorarsi?
No, no cor mio, infantile e ingenuo.
Mi domando come te ancor possa vaneggiare.
Io comando, tu stolto, cintati a battere
per sangue in circolo portare.
Ci penso io a salvar nostra esistenza.
Cheto stai, non mi far prova. Non ci casco.
Ma su, già sappiamo che lamore inganna, dice lui diverso?
Solo perché guarda i miei occhi con passione,
o perché bramo sempre suoi baci,
o forse perché si fa parlante e mi sento trasferire in luoghi lontani e vergini?
Ma sensibilità mia,
presti fede a tale possibilità? Ancora
Ma proprio non si vive senza sentimento damor? E sia, vince ancor tu,
va innamorati!
Ma se domani sorgerai spezzato, non ne voglio sapere
Già, come se io mente, potesse vivere senza te cor!

 

LA COPERTINA

 

L'INDICE DEL LIBRO

Prefazione p. 11

Sono e non sei p. 13

Scrivo p. 24

Solo una lettera p. 30

Sono la mia colpa p. 54

Sono fuori tempo p. 65

Saffo p. 74

Solo una persona p. 88

Dialogo tra mente e cuore p. 93

 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

diana_89sheyla_1978LeInAmabilipensieridellanimacalabrese_antoniaAquilaskymanFabrizioaugusto56psicologiaforensefatinablu7letiziabloggervaniglia.in.polvereN_E_Mchevallmarito_rm_2011
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963