Sado Caustico

E ti pareva...


Ieri mattina, ero in pasticceria, ancora mezzo insonnolito, al mio solito tavolo esterno senza ombrellone e mi godevo il tiepido sole di ottobre standomene comodamente seduto. Giornali, aperitivo analcolico e stuzzichini, un rito festivo a cui non so rinunciare. Mentre fumavo il mio primo sigaro e sfogliavo lentamente le pagine, leggendo i titoli, una domanda ha cominciato a insinuarsi nella mia mente: “chissà cosa si inventeranno stavolta”. Già chissà cosa si inventeranno, possibile che non abbiano nulla da inventarsi sulle primarie del nascente PD? La giornata poi è scivolata via senza intoppi, un pranzo appetitoso, poco sport in TV, tanti film, letture e le notizie dei TG: il numero dei votanti era enorme, una sorpresa. Cena leggera, a letto presto, domani si lavora, “chissà cosa si saranno inventati... domani lo saprò". Stamattina però, non ho potuto soddisfare immediatamente la mia curiosità. Il lunedì è una giornata impegnativa, si definisce e si programma il lavoro di tutta la settimana. Solo durante la pausa caffè sono riuscito a scorrere i siti internet dei principali quotidiani nazionali. Arrivo a ilgiornale.it e... eccoli lì, sempre loro, sempre uguali a se stessi. Avrei potuto scommetterci la tredicesima e avrei vinto, sono così prevedibili da non rendersi conto di essere irrimediabilmente scontati e banali, quasi ridicoli. Il titolo di apertura è: “Ecco le prove della farsa”. E come ti sbagli? C’era da immaginarselo, hanno preso delle persone e le hanno fatte votare tre, quattro, cinque volte per dimostrare che le elezioni erano una farsa. Dimostrare? Dimostrare cosa? Faccio un breve inciso. Solo pochi mesi fa il Comitato di Redazione della testata giornalistica si è ribellato al suo Direttore (Maurizio Belpietro) perchè quasi senza comunicare niente a nessuno aveva deciso di inserire come allegato di ogni venerdì una pubblicazione che, nonostante il suo nome, con la libera informazione non aveva nulla a che fare: "Il Giornale della libertà", l'organo ufficiale dei "Circoli della Liberta", della ormai famigerata Signora Brambilla (prego notare che ho evitato l'uso del termine "famosa"). In pratica Il Giornale diventava ufficialmente uno sponsor di Forza Italia, non avendo il coraggio di esserne il quotidiano ufficiale. Belpietro ora è sbarcato a Panorama, ma il suo sostituto, Mario Giordano, non smentisce quali siano le simpatie "dell'Editore". In fondo però quelli de Il Giornale cosa hanno dimostrato? Di essere solamente dei guastatori dell'informazione. Senza nessuna possibilità di dare uno spunto che fosse statisticamente o politicamnete valido, potevano solamente creare il mostro e metterlo in prima pagina, e lo hanno fatto. L'ipotesi di un partito unico nell'ala conservatrice è naufragato proprio sulla scelta del leader, Fini e Casini non accettebbero mai lo psiconano e lo psiconano non accetterebbe mai nessu'altro che se stesso. Quindi se non puoi essere meglio del tuo avversario, cerca di farlo apparire peggiore di te. Si sono introdotti come ladri nei seggi e hanno approfittato della buona fede (ma forse sarebbe meglio dire della dabbenaggine) del nascente Partito Democratico. Cos'hanno dimostrato? Assolutamente nulla, se non che quando la notizia non c'è loro se la creano, e come sempre sono andati a caccia dello scoop ad ogni costo, anche a costo di crearlo lo scoop, perchè tutto è lecito pur di danneggiare l'avversario. Una volta, un personaggio politico italiano che il mondo ci invidiava, disse: "fare, fare bene, far sapere". Si chiamava Pietro Nenni, altro stile, altra pasta. Di questi tempi invece, e con queste persone, conviene molto di più non fare niente, per non sbagliare, e conviene sopratutto parlar male degli altri. Ai miei tempi, persino alle assemblee studentesche non potevi permetterti la critica fine a se stessa, e se la facevi, subito venivi subissato dai fischi e dalla accusa infamante di "critica distruttiva". Già, la critica costruttiva, un ricordo lontano ed effimero su certe pagine giornalistiche. Ma che vi devo dire, contenti loro, felici tutti, ma se sta bene ai loro lettori, a me non sta bene di certo. Fortunatamente però io non sono un loro lettore, non contribuisco quindi al mantenimento del giornale, per cui tutto questo non toccherà la mia coscienza (ma dovrebbe toccare quella di qualcun altro).