Le mie poesie.

SECONDA LETTERA A MIA FIGLIA (non recapitata).


 Ti chiedo perdono, figlia mia, per il salto mortale da un altrove a qui dove non c’è rete a frenare la caduta e già per me è spasimo la sosta. E se pure t’amo non mi dico fiero per quel poco di mare versato nel secchiello, per il castello che avrei voluto roccia a cingere il tuo passo, ed era pastafrolla. Ti chiedo perdono, figlia mia, allora non sapevo che a te non padre e madre sarebbe stato il mondo ma strada insidia bosco battuto dai predoni, girone di più inferni per essere nata un giorno. Se fossi stato dio avresti avuto sfoglio di un tempo sterminato e non il brivido di adesso ad ogni compleanno. E non ci sarebbe stata serpe non ci sarebbe stato frutto a farmi vacillare per un perdono in più. In ultimo ti prego di non guardarmi troppo, ignora i miei capelli e il bianco che mi assale, la pelle che si appanna nel conto alla rovescia, e vedimi sulle scale dove anche oggi io ho vinto la partita che gioco con la morte. Perdonami per sempre, figlia mia, per il salto mortale da un altrove a qui dove non c’è rete a frenare la caduta, perdonami per sempre perché un tempo io ancora non sapevo che già nascere è entrare nel morire. Francesco_Palmieri