Creato da DanielCostarica il 25/04/2012
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Nino Via Luigi Rizzo, 29 Letojanni 094236147

Post n°6 pubblicato il 04 Giugno 2012 da DanielCostarica
 

    La popolarità di Letojanni, piccolo centro del messinese appartenente al comprensorio della più famosa Taormina, si lega alla bellezza del suo mare e delle sue spiagge. Per chi volesse trascorrere una vacanza all’insegna del sole e del relax, rappresenta il luogo ideale per recuperare energie e visitare i luoghi incantevoli della costa jonica messinese. Sul lungomare pulito, curato e da poco risistemato, ci sono vari locali e ristoranti dove poter gustare le prelibatezze della cucina tipica siciliana. Al civico 29 si trova “Nino”, sicuramente il più noto, punto di riferimento di chi ama una cucina raffinata,ma allo stesso tempo tradizionale.                     

Accoglienza ed atmosfera. L’atmosfera è decisamente romantica: si cena a pochi metri dal mare allietati dal canto delle onde che si infrangono sulla costa e da piccoli interventi di flauti di canna e tamburelli che ci proiettano nella storia tradizionale folcloristica siciliana. Sembra di ascoltare Carducci, nelle sue “Primavere elleniche”, recitare :” Sai tu isola bella, le cui rive manda Jonio i fragranti ultimi baci”. Appena arrivati sulla terrazza, si rimane colpiti dall’esposizione di pesce fresco in bellavista: aragoste, gamberoni, polipi e chi più ne ha più ne metta. Il titolare, una volta accomodati, si avvicina al tavolo e gentilmente consiglia le specialità del giorno.

 Pane e vino: La cucina rappresenta encomiabilmente la tradizione siciliana e messinese. Sia la scelta delle portate, che quella delle loro preparazioni rispecchia la tipicità del territorio e delle sue consuetudini gastronomiche. La materia prima è veramente buona. Il menù è molto vario. Forse troppo. Punto di forza del ristorante sono i piatti di pesce. Tra gli antipasti spiccano i piatti misti: misto freddo, dove ritrovi crostacei e frutti di mare crudi e misto caldo, con franceschini fritti, un’ottima parmigiana di spada, l’involtino di pesce spada, gamberoni al finocchietto e le cozze gratinate. Buonissimo tutto il resto. Dai gamberoni arrosto, alla di pesce, agli scampi alla zucca e l’insalata di astice. Per dessert si consiglia la torta di pistacchio, che arriva fresca direttamente da Bronte. Carta dei vini molto ricca e interessante.   

Servizio: Il servizio è attento. Condotto in modo tradizionale.

Prezzi: Il locale si fa pagare: 65 - 70 € a testa. Ma per una volta si può anche fare.

Voto : 8

 
 
 

Al Bagatto (Milazzo)

Post n°5 pubblicato il 20 Maggio 2012 da DanielCostarica
 

Al Bagatto, Via Massimiliano Regis, 11, Milazzo (ME) Italia

Al contrario di ciò che si dice comunemente dei critici, non ci fa piacere “postare” una recensione negativa. Ci auguriamo che le nostre rimostranze possano essere da stimolo per quei ristoratori che desiderano migliorare la loro qualità e venire incontro alle richieste della clientela.

Il Bagatto è la prima carta degli Arcani Maggiori: rappresenta l’essere umano che sulla terra è in grado di fare, di creare, di giocare. La figura descrive un giovane apprendista, apparentemente ricco di potenzialità, in un contesto in cui tutto è ancora da venire.

Anche il locale che ci accingiamo a recensire possiede alcune potenzialità, che non sembrano avviarsi ad un’evoluzione. Siamo a Milazzo, luogo turistico e porta di ingresso delle isole Eolie; dietro il porto.

Accoglienza ed atmosfera. L’atmosfera è vivace, il locale è piacevolmente animato. Il patron si sforza di curare l’accoglienza offrendo un calice di benvenuto agli avventori appena arrivati. Nel corso della serata, però, risulta più dedito a curare gli habitués del locale piuttosto che i nuovi clienti. Ci permettiamo di rilevare sommessamente che questa non è una politica vincente.  Aggiungiamo che il locale non e' consigliabile se si vuole fare conversazione, perché il volume del sottofondo musicale - peraltro piuttosto gradevole, generalmente jazz - e' regolato in base
all'umore del patron, che cambia repentinamente. Per chi sta cenando, in santa pace o allegramente, questo può risultare molto fastidioso.

 

Pane e vino. Il menù presenta una ampia scelta di antipasti, primi e secondi, ma pochissimi collegamenti con il territorio ed gli alimenti prodotti in loco. Tra i primi il piatto forte è la pasta alla carbonara, che non appartiene alla tradizione siciliana e tantomeno a quella isolana. Tra i secondi spicca lo stinco di maiale, anch’esso poco rappresentativo della zona di riferimento. Anche il resto del menù non ci intriga perché troppo comune, poco innovativo. 

Al momento dell’assaggio la cucina non convince. La presentazione, innanzitutto. Poco curata, quasi casalinga. Altrettanto dicasi per le preparazioni piuttosto ordinarie ed impersonali. Lo stinco di maiale pure ordinato dal nostro, non è mai arrivato perché dopo due ore di inutile attesa, è stato disdetto.

Servizio. Il servizio rappresenta una ulteriore criticità di questo locale. L’attesa al tavolo, dall’inizio alla fine del pasto, è stata di quasi tre ore. Francamente un tempo troppo lungo ed  ingiustificato. Nessuno degli addetti al servizio ai tavoli si è avvicinato per scusarsi e/o fornirci una spiegazione. Probabilmente la comunicazione tra la sala e la cucina non è fluida o nella stessa cucina ci sono seri problemi organizzativi. Totalmente da rivedere.

Prezzi. Dopotutto si paga troppo: 40 € a persona per un insieme che attualmente non ha questo valore.

 

Voto: 4 ½

 
 
 

Il Toro Nero, Via La Farina 185

Post n°4 pubblicato il 02 Maggio 2012 da DanielCostarica

Matteo Nucci, autore del libro "Il toro non sbaglia mai", sarebbe contento della scelta dei ristoratori messinesi, Filippo Gallina e Giovanni Vinci, dell'immagine che rappresenta questa buona "Steak House" nella centralissima Via La Farina: un toro, dall'aspetto orgoglioso e superbo, domina il marchio ed il menu' del ristorante. Il locale viene incontro all'esigenza di chi vuol mangiar della carne di ottima qualità in pieno centro cittadino: non e' necessario "fuggire" nei numerosi agriturismi presenti sui Nebrodi!

Accoglienza ed atmosfera. Il locale è molto grande, diviso in diversi ambienti (compresa una sala-fumatori dominata da grandi cappe aspiranti per assicurare il riciclo dell'aria satura del fumo di sigaretta). Grande cucina a vista accompagnata da un banco dove viene esposta una grande varietà di carni consigliate dallo chef! L'atmosfera e' tipica di una moderna "Steak House Argentina": allegria, sorrisi, ma troppo chiasso. L'accoglienza è senz'altro cordiale.

 Pane e Vino. Il menù è davvero ricco, ottima la scelta delle carni, dall'angus argentino alla nostra chianina e sono molte le varianti di preparazione. Apriamo con una tartare di filetto di chianina, in bella vista, su letto di lime e aceto balsamico, dal gusto fresco e delicato. Si continua su questa falsa riga con filetto di Chianina ai ferri ed ai funghi, "Cube-roll" di angus argentino e degustazione di involtini (carne, pollo, maiale). Buona la carta dei vini incentrata su alcune delle più note cantine siciliane. Vari i dessert. Se ci possiamo permettere un consiglio spassionato: curare di più la qualità del pane.

Servizio. Il servizio è stato molto efficiente. Gli addetti estremamente gentili, così come il patron, che ha curato personalmente l'iniziale comanda.

Prezzi. Nella media dei locali messinesi: € 40,00.

Voto: 7.

 
 
 

A Nuciara Via Portella a Grotte (Furci Siculo)

Post n°3 pubblicato il 28 Aprile 2012 da DanielCostarica
 

Finalmente il sole: questo 25 aprile 2012 regala una splendida giornata di Primavera. Le monadi, sempre operative, organizzano una gita fuori porta: destinazione Furci Siculo, un piccolo paese sulla costa jonica messinese il cui territorio è dominato dalle magnifiche vette dei Peloritani. Ed è proprio in questa splendida cornice, tra mare e montagna, immerso nel verde, che si trova l'agriturismo "A Nuciara", facilmente raggiungibile considerate le  numerose indicazioni sulla strada (autostrada A18, uscita Roccalumera provenendo da Messina e proseguendo per una tortuosa strada sterrata).

Accoglienza ed atmosfera. La struttura, in pietre e mattoni, è circondata da un giardino molto curato, dove spiccano questi bellissimi alberi di agrumi. Il profumo che ci stordisce richiama le pagine del romanzo di Clara Sanchez, "Il profumo delle foglie di limone": si respira un'aria pervasa dall'odore dei loro fiori, che arriva fino al mare. Il titolare del locale è sulla porta, indossa una coppola siciliana e ci invita a entrare nel salone principale...rimaniamo subito colpiti dal caos e dall'ambiente rumoroso che contrasta con la tranquillità della natura all'esterno. Accompagnati al tavolo, ci accorgiamo che la posizione a noi riservata non e' il massimo: si trova in una zona piuttosto buia della sala. Tra l'altro la conversazione tra i commensali è difficoltosa a causa del gran frastuono.

Pane e vino. Il menù è presentato su un "volantino giallo". I piatti non sono originali e sono piuttosto modesti, manca la valorizzazione dei prodotti tipici del territorio. L'apertura è costituita da un antipasto c.d.  all'italiana: una fetta di salame, un tocchetto di frittata, melanzane poco condite, e funghetti sott'olio. Per fortuna il pane di casa è molto gustoso! I due primi serviti, riso con asparagi e provola e maccheroncini alla siciliana (ma era una semplice pasta al pomodoro), risultavano passati di cottura. Per il secondo, abbiamo scomodato la storia romana... vitello alla Nerone: anche in questo caso la presentazione lasciava a desiderare, così come la preparazione. Dopo lunga attesa, il pranzo è chiuso da una macedonia di frutta con gelato alla vaniglia dal gusto troppo dolce: neanche in questo caso la presentazione poteva dirsi particolarmente originale.

Servizio. Il servizio è stato troppo lento. Alla richiesta della lista dei vini, i camerieri hanno risposto che nelle giornate festive è servito solo il vino della casa (che è risultato troppo pesante sia alla degustazione che alla digestione). Anche se si tratta di un agriturismo senza grandi pretese e di una giornata particolarmente caotica, è mancata la cura del cliente e la ricerca di quella rudezza genuina, che caratterizza l'agriturismo campestre.

Prezzi. Un pasto composto da antipasto, due primi, un secondo, dessert, acqua, vino della casa e caffè ha un costo di 30-35 € circa: il rapporto qualità/prezzo non è parso ben bilanciato.

Voto. 4

 
 
 

L'altro Orso

Post n°2 pubblicato il 26 Aprile 2012 da DanielCostarica
 

L'altro Orso, Via Placida, 13 - Messina (Italia)

Il cibo rappresenta da sempre un aspetto fondamentale di tematiche molto serie: ecologiche, politiche, sociali e filosofiche. Prenderlo sul serio, tuttavia,non significa affrontarlo solamente dal lato della nutrizione e dei problemi economici che implica: e' piacevole "gustarlo" anche in modo frivolo!

Se è vero che il cibo si lega alla pura "necessità energetica e nutritiva", è altrettanto vero che si mangia anche per puro piacere: l'edonismo gastronomico e' tra le forme di piacere più gettonate.

Di conseguenza intendiamo suggerire al pubblico, da semplici buongustai quali siamo e senza alcuna velleità da esperti di alta gastronomia, i locali nei quali si pratica il rito del mangiar bene e il piacere dell'accoglienza, non senza evidenziare eventuali criticità superabili.

Il primo della lista è il ristorante "L'altro Orso".

 

Accoglienza ed atmosfera. L'atmosfera è calda e ospitale. Dice una vecchia canzone che l'amore è meraviglioso la seconda volta che si presenta (love is wonderful the second time around) come una casa accogliente la seconda volta che si chiama. Questa canzone sembra descrivere la sensazione di familiarità che ti procura il locale quando decidi di ritornare. Antonella Bonsignore (straordinaria patron del ristorante) ti saluta con un grande sorriso e da subito ti circuisce con una lista infinita di special del giorno, che ha la pazienza di ripeterti, come una piacevolissima nenia, anche due volte di seguito qualora per un motivo qualsiasi ti fossi distratto.

Pane e vino. Il menù è fondamentalmente basato su una scelta di piatti della tradizione mediterranea e siciliana, rivisitata alla luce di un più raffinato modo di lavorazione. Da non trascurare le crudità di pesce, presentate in maniera elegante, che riescono a unire in un solo piatto le due sponde del mediterraneo. Accanto al pesce freschissimo che profuma di mare, adagiato su letto di alghe croccanti, vicino alle ostriche servite su fette di lime, trovate uno sformatino di cous cous alle verdure davvero sopraffino. Altre prelibatezze sono gli agnolotti ripieni di maialino nero dei Nebrodi (presidio slow food) al tartufo nero e gorgonzola, gli involtini di mupo al forno con le scaglie di parmigiano. La carta dei dessert è ricca e diversificata. Su tutti spicca la "coppa dell'Orso", un tripudio di cioccolato, panna e granella di nocciole. La carta dei vini è perfezionabile.

Servizio. Un cenno a parte merita il servizio: invisibile e perfetto. Il servizio ai tavoli e' senz'altro una delle carte vincenti del locale. I collaboratori sono tutti molto competenti, presenti ma invisibili, nel senso migliore del termine. Vestiti di nero e felpati nei movimenti sono attenti a tutto quello che succede: sorridenti, discreti e mai invadenti, ti aiutano con competenza nella scelta dei vini. Sempre consapevoli di tutto quello che servono, si esibiscono a conclusione del pasto, nella declamazione impeccabile della splendida lista dei dessert.

Prezzi. Un pasto composto da due portate, il dessert, acqua e vino costa 35-40 € circa. Il rapporto qualità prezzo è a favore della prima.

Voto: 8 ½

 

 
 
 
 
 

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