Le Vie dell'Acqua

Zaini e Noccioli Irrisolti: Verso la Mente Pacificata


Sento spesso dire a persone che si portano dietro pesanti e dolorosi carichi esistenziali, frasi come queste: "Tu hai dietro le spalle uno zaino carico di sassi, abbandonalo e starai bene!", oppure "La meditazione insegna come smettere di pensare per vivere meglio", o peggio "La meditazione è non pensare" e via di questo passo. Punto. Stop. Soluzione Facile. Niente di più sbagliato a mio avviso. Sia come atteggiamento che come espressione concettuale. Ovviamente, sono frasi dette a caso da persone che, forse, non comprendono davvero ciò di cui parlano e che, verosimilmente, sono inconsapevolmente molto più interessate a soddisfare le insicurezze del proprio ego offrendo consigli, piuttosto che a porgere un attento ascolto che permetta all'altro di esprimersi completamente, di ascoltarsi nel parlare di sé ed in questo già comprendersi parzialmente o almeno depressurizzarsi.Certo è più facile. E più arrogante, nella misura in cui non tiene conto del fatto che nessuno può intelligentemente credere di sapere qual'è la strada che deve percorrere un altro.
Ed allora forse è meglio pensare innanzitutto a risolvere la propria interiorità, anziché andare a pontificare ritagliandosi persino nicchie da guru telematici da quattro soldi che solo il web ormai può accogliere e che, fin troppo spesso, sono lo specchietto che attira gli ingenui.Perchè tutti abbiamo qualcosa di irrisolto che si è cementato nel profondo della nostra psiche, come un nocciolo di pesca lasciato a seccare fra i veli di un tovagliolo di carta. E come quel nocciolo, ciò che è irrisolto in noi avrà sopra di sé veli e veli di inconsapevolezze consolidate e di volontari nascondimenti protettivi, ma allo stesso modo rimarrà presente e fastidioso in una tasca della nostra anima, incastonato nelle zone buie che ci spaventano, fra le nostre bugie e le nostre illusioni consolatorie. Nato dal condizionamento, rimarrà fonte di ulteriori condizionamenti; e lì rimarrà bloccato, sterile perchè privo di una terra nella quale potrebbe un frutto di nuova maturità interiore; tenace e persistente, come un piccolo dolore di sottofondo che fingiamo di non provare. E sarà del tutto inutile fare finta che non ci sia ripiegando la nostra anima in modo da non sentirlo. Perderemo soltanto tempo prezioso assecondando la nostra pigra codardia interiore.
La scelta di fronte alla quale tutti ci troviamo in ogni istante delle nostre vite è semplice: possiamo scegliere di sederci ad aspettare come un bambino continua ad aspettare il genitore di sé che dovrebbe essere da adulto; possiamo tentare di ignorare il quesito che ci si presenta facendo atti di forza verso noi stessi o addormentando la nostra soglia di consapevolezza; o possiamo affrontare il problema seriamente. Certamente occorre per prima cosa scardinare quei binari cerebrali che seguiamo euristicamente per pigrizia, cominciando a fare, affrontare, appoggiare lo zaino per terra, accogliendo dolore, paura, rabbia, sedendosi dentro di essi,trasformando il nostro super-io giudicante nell'osservatore neutrale che dovrebbe essere. Occorre cambiare.  Ma allo stesso tempo occorre anche ricordare che non esiste nessuna bacchetta magica che possa incantare i nostri problemi risolvendoli per noi e che non dobbiamo neppure aspettarcelo, perchè questo ci condannerebbe a non essere mai i veri, reali protagonisti della nostra vita, relegandoci allo stadio infantile di chi continua a perpetuare l’atteggiamento interiore dell'aspettare la soluzione da succedanei paterni o materni. In questo incastro interiore sta la potenza dell'ascendente dei guru e delle religioni sulle masse. La meditazione, qualunque cosa se ne possa sentir dire più o meno erroneamente, è senza dubbio uno strumento potente e delicato, ma non è certamente questa bacchetta magica in grado di stornare la nostra mente permettendoci di "non pensare più" ai nostri conflitti. Non è questo il suo fine, né il suo meccanismo. Ci vuole tempo. Ci vuole pazienza. Ci vuole indefessa volontà. Una volontà che deve nascere dalla chiara visione del nostro valore individuale che non può andare perduto.Dentro lo zaino ci sono i noccioli irrisolti delle nostre vite. Noccioli che vanno individuati chiaramente con tutte le loro interconnessioni. Liberati lentamente dai veli che li ricoprono. Portati alla luce dell'interiorità, innaffiati di lacrime e poi di gioia ed infine fatti germogliare su terra nuova perchè ne possa nascere la vita.Sono noccioli che vanno affrontati.Come l'allenamento di chi pratica un’arte marziale prepara al confronto con se stessi e con l'avversario sul tappeto del torneo, così il cammino interiore che ci permette di arrivare a trovarli è la crescita stessa che ci rende in grado di affrontare noi stessi e di superarci.Una volta compreso il contenuto dello zaino, sarà facilissimo lasciarlo sulla riva dietro ai nostri passi perchè sarà qualcosa di esaurito, digerito, sistemato, disattivato, vissuto, destrutturato, attraversato. E' di una mente pacificata che abbiamo bisogno per prima cosa, non di una assenza mentale.  Drashta -------------------------------------------------------------------------------------------"Guarda a tutt'occhi, guarda!" (Jules Verne, "Michele Strogoff")