Le Vie Dell'Oriente

Taoismo: una tradizione iniziatica 


II taoismo è una tradizione iniziatica e anche per questo e difficile da conoscere a fondo. I testi rivelati sono conservati religiosamente dagli adepti e spiegati in segreto dai maestri; mai divulgati a gente anonima. Ma già leggendo il Daodejing (metà del III secolo a.C.) o soffermandosi sulle pagine del Zhuangzi (IY-II secolo a.C.), si coglie subito uno stile diverso nell'argomentazione filosofica. Gli insegnamenti hanno un tono piano eppure provocatorio. Il saggio taoista invita al raccoglimento ma gioca con il bizzarro, sente le costrizioni del linguaggio e privilegia il silenzio della meditazione, ama la solitudine e rifugge dagli onori del potere. Ma e
anche orgoglioso della propria sapienza e sfida con l'ironia 1e limitazioni del ragionare comune. Non predica, non prende l'iniziativa di convincere altri. Ma a colui che cerca e che domanda, risponde.La tradizione taoista affonda le sue radici nel buio dell'antichità; affiora verso il V-IV secolo a.C. e la sua influenza è evidente già in tutte le prime scuole filosofiche, nelle prime teorizzazioni politiche, nelle scoperte della medicina, ma la storiografia ufficiale ne ignora le istituzioni e i culti. Come conseguenza dell'affermarsi del Confucianesimo come ideologia dell'impero, in Cina si venne a creare una spaccatura destinata a durare nel tempo: la colta classe che governava lo stato seguiva la dottrina e l'etica confuciane mentre le comunità locali si esprimevano nella religiosità taoista, umile, sempre un po' marginale ma forte, che viveva nelle organizzazioni di villaggio, nelle feste comunitarie, nei testi segreti di meditazione, nelle pratiche del corpo. Anche l'individuo nella sfera pubblica osserverà i comportamenti rituali corretti e obbedirà alle norme confuciane, mentre nel privato cercherà la via taoista della liberta interiore e dell'immortalità. In passato taluni studiosi hanno formulato una distinzione fra "taoismo filosofico" (daojia) che sarebbe stato il "vero" taoismo, nato intorno al IV secolo a.C. con il Daadejing e il Zhuangzi, e un "taoismo religioso" (daojiao) visto come una congerie
di culti e di "superstizioni" che risalirebbe al II o III secolo d.C. Gli studi più recenti hanno abbandonato questa posizione semplicistica e tutto sommato errata: la differenza infatti tra le due "anime" del taoismo è solo apparente. Strutture liturgiche taoiste esistevano già molto prima del 142 d.C., anno in cui il movimento dei Maestri del Cielo viene menzionato nei documenti ufficiali. E a quell'epoca è considerato il "rinnovamento" di una tradizione. D'altra parte tutte le espressioni del taoismo, sia quelle di carattere più speculativo sia quelle con accentuazione più devozionale, si sono sempre riconosciute in una comune visione. Si tratta in realtà di un falso problema dettato dal pregiudizio di privilegiare, nell'analisi dell'esperienza religiosa, i testi scritti e non saper cogliere la ricchezza di contenuti nel simbolismo della prassi rituale. M. Raveri, Taoismo