Le voci di dentro

L'arte di scrivere e la sua condanna


Ho smesso di dormire... o meglio, ho ripreso a fare incubi angosciosi... il che vuol dire che le cose che sto scrivendo hanno un valore e ne sto pagando il prezzo.E' una cosa che mi capita sempre e, credo, capiti a tutti quelli che si gettano nella scrittura come un attore si cala in un personaggio.Alla fine la tecnica è la stessa... riflettiamoci un attimo insieme...Se devi descrivere una situazione di paura estrema, magari un allucinazione, per fare in modo che la scrittura sia realistica, non puoi fare altro che "viverla" quella situazione.Naturalmente non intendo dire che bisogna esplorare di notte case notoriamente infestate dai fantasmi (anche se io l'ho fatto in realtà...), ma bisogna condizionare la mente a vivere tutto ciò che vive il protagonista, sudare quando lui suda, tremare quando trema... esattamente come un attore che interpreta una scena.Il problema (per lo scrittore o l'attore) è che a volte capita, quando l'immaginazione è molto fervida, quando sei riuscito ad entrare completamente nel tuo personaggio, che determinate cose le riesci anche a vedere... e vi assicuro che non è piacevole.Ricordo ancora con precisione cosa accadde una decina di anni fa, di notte, mentre ero a letto ad ascoltare un po' di musica che, come sempre, mi aiutava a conciliare il sonno e i pensieri.Mi venne in mente una storia che parlava di una bambina assassina, utilizzata da un'organizzazione malavitosa come killer imprendibile. Ci rimuginai sopra, strutturai la trama, la vidi crescere ed arrivare fino alla scena fondamentale, quando la bambina entra in casa di una donna, in una notte di pioggia, per ucciderla.Mi voltai dall'altra parte... e mi ritrovai faccia a faccia col viso di una bambina, gli occhi grandi e completamente folli, un sorriso maligno e i capelli neri lunghi appiccicati alla testa. La vidi anche alzare un lungo coltello...Mi alzai di scatto dal letto. Avevo voglia di urlare, ma mi trattenni, soprattutto perché quell'immagine durò solo un attimo, poi tornò a rinchiudersi nella mia testa, da dove era uscita. Decisi di non lavorare più a quella storia. Ancora oggi ce l'ho in testa, vorrei scriverla, ma non voglio più rivedere gli occhi di quella bambina.Sono sicuro che qualcuno di quelli che leggeranno questo post, penseranno "Perché dice così?! Invece deve essere fico!"... beh, vi invito a provare, poi fatemi sapere.