Chésta lé casa mè

CON QUESTA GENTE NON SI OTTIENE NULLA CON LE BUONE!


Cacciare dall'Italia Francisco Xavier Samanego Cayamarca
La notizia non ha colpito l'opinione pubblica ed è stata derubricata a piccolo caso locale. Peccato che una prova di iniziazione per entrare in una banda (composta da allogeni sudamericani), basata sul pestaggio di sconosciuti (autoctoni), non sia esattamente un caso da lasciar passare sotto silenzio.Il fatto che l'ecuadoriano Francisco Xavier Samanego Cayamarca abbia picchiato l'ottantenne genovese Luigi De Paoli, mandandolo in coma, dopo aver tentato di aggredire altri, al solo scopo di mostrarsi coraggioso agli occhi del capobanda, indica un modo d'agire abituale di alcuni settori di alcune comunità straniere.Negli ultimi anni, le bande sudamericane genovesi o milanesi le si è cercate di ammansire, tentando anche di trasformarle in associazioni. Il risultato sono state parole vane, dato che le bande sono tuttora presenti e possono ordinare anche prove di coraggio sulla pelle di nostri concittadini. Tanto ci saranno sempre giornalisti o altri figuri pronti a negare, minimizzare o sviare, tutto per non guardare in faccia la realtà, ossia l'uso in terra italiana di regole e abitudini pericolose, importate da fuori. Sarebbe il caso di iniziare a rispedire al mittente abitudini e abitudinari.Genova, 27enne picchia anziano per entrare nella gang (Palma Maria Roberta Frascella) (Il Quotidiano Italiano) 7 febbraio 2011:Ha riportato diverse fratture e un trauma cranico l’81enne genovese massacrato di botte nel quartiere genovese di Rivarolo da un ragazzo ecuadoriano. L’anziano, Luigi De Paoli, titolare di un negozio di scarpe, si trova ora ricoverato in prognosi riservata presso l’ospedale San Martino. Il motivo della violenza è rimasto avvolto nel mistero per alcune ore. Poi Francisco Xavier Samanego Cayamarca, un operaio di 27 anni, ha confessato di aver conosciuto dei connazionali che facevano parte di una gang latino-americana. Per entrare a farne parte, però, c’era da superare un esame. Si trattava di una “prova di coraggio” a cui il sudamericano sarebbe stato sottoposto prima di essere arruolato nella banda.I capi della gang avevano deciso così che doveva pestare una persona, la prima che per caso avrebbe incontrato per strada. Una sorta di rito d’iniziazione per dimostrare agli altri membri di avere fegato e meritare così di entrare a far parte del loro gruppo.Il massacro è avvenuto in via Canepari, nel quartiere genovese di Rivarolo, dove l’anziano stava passeggiando. L’ecuadoriano ha avvicinato l’anziano signore e gli ha dato uno spintone. Poi gli ha sferrato dei calci alla testa e diversi pugni in faccia e allo stomaco.Alcuni passanti sono corsi in aiuto dell’anziano. Hanno tentato di bloccare l’aggressore, ma lui si è divincolato e si è dato alla fuga. Poco tempo dopo la chiamata al 112, i carabinieri sono intervenuti e, dopo aver perlustrato la zona, hanno trovato il ragazzo che correva verso la stazione della metropolitana, in via Brin.L’uomo è stato fermato e arrestato con l’accusa di tentato omicidio aggravato da futili motivi. Il sudamericano non è nuovo a questi episodi di violenza. Di recente infatti ha preso a bottigliate una persona.A Genova le bande sono tornate a riorganizzarsi. I più numerosi sono proprio gli ecuadoriani, membri dei Latin King, la banda creata nel 1940 nella città di Chicago con lo scopo di aiutare i Latino Americani immigrati negli Stati Uniti nella ricerca di un futuro migliore. E poi ci sono i Chicago, i Forever, i New York, i Soldatos Latinos. Le regole delle gang? Obbedire al capo e sopportarne i soprusi, divieto di tradire l’organizzazione, pagare una quota mensile destinata al Paese d’origine ed essere pronti ad aggredire gli appartenenti alle gang avverse.Guerra di strada fra bande, fenomeno in crescita (Il Giornale) 13 febbraio 2010:E' un "equilibrio delicato e precario" quello tra i gruppi criminali stranieri costretti a spartirsi gli affari sulla piazza di una grande città, come Milano. "In genere c'é una suddivisione per 'materia': a me la droga, a te il racket, a quello lo sfruttamento della prostituzione e via elencando, di reato in reato", spiega un investigatore, esperto di bande. "Ma le invasioni di campo sono sempre possibili, specie tra le bande di giovani, e in quel caso il gruppo è pronto a ristabilire le regole con efferati regolamenti di conti. Basta anche uno 'sgarro' in apparenza banale perché alla fine possa scapparci anche il morto. E' presto per dirlo con certezza, ma è quello che potrebbe essere successo a Milano".La dinamica, in effetti, è ancora poco chiara. Sembra che il movente che ha portato all'omicidio del 19enne egiziano sia del tutto banale, ma la guerriglia metropolitana seguita al delitto tra bande di latinoamericani e nordafricani "può essere sintomo - spiega l'investigatore - di una rivalità mai sopita tra gang contrapposte e che l'omicidio ha fatto deflagrare come una bomba".Polizia, carabinieri e servizi segreti ormai da anni analizzano il fenomeno della difficile coesistenza tra i gruppi stranieri dediti, in Italia, a diverse attività criminali. Un'attenzione particolare viene dedicata proprio al fenomeno delle gang giovanili che, anno dopo anno, è sempre più preoccupante. Agguati e duelli, coltellate e stupri; spesso la loro è un guerra silenziosa e lontana dal centro, altre volte esplode in modo plateale nel cuore delle città.La Dia, nella sua ultima relazione, si è soffermata sulle gang sudamericane, che ciclicamente tornano alla ribalta. E Milano (insieme a Genova) è una delle città in cui questi gruppi - che si chiamano 'Latin king', 'Commando', 'Forever'', 'Neta' o 'Soldatos Latinos' - sono più attivi. La relazione della Direzione investigativa antimafia conferma che proprio nel capoluogo lombardo il fenomeno delle bande, "inizialmente nato quale esito deviante del disagio sociale, ha effettivamente fatto registrare diversi cruenti scontri in strada e la parallela commissione di reati di vario tipo".Per ricordare alcuni degli episodi più noti, basti citare l'uccisione a coltellate - il 7 giugno 2009 - di un giovane equadoriano e il regolamento di conti, un anno prima, in cui venne quasi ammazzato un giovane salvadoregno, con l'arresto di diversi membri degli 'Ms-13'. Secondo la Dia, però, "il fenomeno appare in espansione", al punto che c'é un'apposita sezione della Squadra mobile che si occupa di monitorarlo, così come "appare in aumento il proliferare, anche sull'onda di spinte emulative, di nuove bande".Bande di gruppi etnici differenti, caratterizzate da vincoli interni che possono definirsi di tipo mafioso, violente, pronte ad allearsi così come a farsi la guerra. "La convivenza multietnica? Tutto dipende dagli 'affari' - risponde l'investigatore - e dall'equilibrio che, intorno ad essi, si riesce a trovare".http://euro-holocaust.splinder.com/post/24098178/cacciare-dallitalia-francisco-xavier-samanego-cayamarca..................................................................................................Rassicurante, vero? Voglio sotto le mie mani gli idioti che hanno permesso (attivamente o passivamente) al mio Paese di ridursi così...