Sto pensando a molti anni fa... ... ero su uno dei tanti treni che ho preso, nello scompartimento c'erano due senegalesi, neri come la pece, un'argentina, un missionario che chiacchierava con l'argentina e le raccontava dei suoi viaggi in Sud America, un italiano, nello specifico un napoletano che si recava al Nord per raggiungere la caserma alla quale era stato destinato, mia madre, seduta, io in piedi... penso che il mondo sta cambiando. Avevo faticato non poco per trovare un posto a sedere per mia madre e quando finalmente lo trovo lei mi dice "con quei due neri?!"; urlo sottovoce "Non farmi fare figure di merda!!!". E' l'ora di cena; i due senegalesi estraggono un contenitore dai rispettivi bagagli e cominciano a mangiare, raccolgono del riso con le dita e se lo spalmano in bocca... il mio senso di disgusto mi fa sentire inadeguato... non sono loro inadeguati, lo sono io. Quante volte ho pensato a quei due negri che oggi mi sembrano ragazzi, quante volte ho pensato al salto culturale che quei due ragazzi avevano compiuto. Mi domando chi è veramente in grado di capire, di provare umana solidarietà per chi vede la sua vita sconvolta, i suoi punti fermi demoliti, i suoi capisaldi spostati e non più riconoscibili da un viaggio che nello spazio dura solo pochi centimetri...
Sto pensando... [da FB]
Sto pensando a molti anni fa... ... ero su uno dei tanti treni che ho preso, nello scompartimento c'erano due senegalesi, neri come la pece, un'argentina, un missionario che chiacchierava con l'argentina e le raccontava dei suoi viaggi in Sud America, un italiano, nello specifico un napoletano che si recava al Nord per raggiungere la caserma alla quale era stato destinato, mia madre, seduta, io in piedi... penso che il mondo sta cambiando. Avevo faticato non poco per trovare un posto a sedere per mia madre e quando finalmente lo trovo lei mi dice "con quei due neri?!"; urlo sottovoce "Non farmi fare figure di merda!!!". E' l'ora di cena; i due senegalesi estraggono un contenitore dai rispettivi bagagli e cominciano a mangiare, raccolgono del riso con le dita e se lo spalmano in bocca... il mio senso di disgusto mi fa sentire inadeguato... non sono loro inadeguati, lo sono io. Quante volte ho pensato a quei due negri che oggi mi sembrano ragazzi, quante volte ho pensato al salto culturale che quei due ragazzi avevano compiuto. Mi domando chi è veramente in grado di capire, di provare umana solidarietà per chi vede la sua vita sconvolta, i suoi punti fermi demoliti, i suoi capisaldi spostati e non più riconoscibili da un viaggio che nello spazio dura solo pochi centimetri...