LEGA DEMOCRATICA

IL LAVORO NON NASCE ...................


 
.............. DALLA  VIOLENZA.   Solo in Italia -grazie a politici compiacenti disponibili ad accogliere qualsiasi rivendicazione (in cambio di consensi elettorali), tanto paga "Pantalone"- accade che si accolgono proposte di aumenti salariali incomprensibili (piloti, autoferrotranvieri, ecc.), ovvero privilegi di categoria (autotrasportatori, magistrati, polizia, ecc.), o di categorie intere (studi di settore per liberi professionisti, aziende, autonomi, ecc.), o altro ancora.   A pagare sono sempre i soliti noti, ossia quelle categorie di lavoratori dipendenti e pensionati che non sono rappresentati.   Ma l'aspetto peggiore è che taluni aumenti o privilegi vengono accettati dallo Stato sulla base di veri e propri ricatti, quali ad esempio per motivi di "ordine pubblico".   E' il caso palese degli scioperi degli autoferrotranvieri, i quali bloccando i trasporti pubblici creano gravi disagi alla popolazione fino ad ottenere in tutto o in parte ciò che auspicavano (a scapito dell'intera Comunità con l'aumento delle accise sulla benzina).   Altri casi si evidenziano nei confronti delle c.d. "aziende cotte"; ossia di quelle aziende che ormai sono fuori mercato e devono chiudere.  In questi casi assistiamo a penose manifestazioni da parte dei dipendenti che salgono sulle torri, bloccano ferrovie e strade, scioperi della fame, incendiano i rifiuti, ecc..   Sono manifestazioni che solo in Italia trovano accoglimento sia per il nostro proverbiale malcostume pubblico, sia per il fatto che tutti i partiti cercano consensi.  A prescindere dalle ragioni dei dipendenti che si trovano senza lavoro (sia pure supportati dalla cassaintegrazione tipicamente italiana), ma non è ammissibile che uno Stato consenta che aziende cotte debbano sopravvivere con il denaro pubblico come avveniva in passato (i guadagni se li prendeva l'imprenditore, mentre le perdite erano tutte a carico dello Stato).    Noi della Lega Spartacus -Alleanza Democratica (contro ogni forma di schiavitù moderna)- diciamo basta a tutti questi ricatti e violenze nei confronti dello Stato e della collettività, spesso finalizzati ad ottenere il sussidio della "cassaintegrazione a vita", che non di rado consente il doppio lavoro in nero.  Un'azienda non sposa i dipendenti, ed essi devono sapere che il rapporto di lavoro non è a vita; pertanto ognuno si rimbocchi le proprie maniche e cerchi un altro lavoro supportato per un certo periodo (massimo un anno) con la cassaintegrazione.    Se le aziende vogliono chiudere (come a Termini Imerese, Napoli, Sulcis,Taranto, ecc.) vuol dire che l'imprenditore non ha più interesse; pertanto occorre inventarsi nuovi lavori, intraprendere nuove attività, senza pretendere e/o ricattare lo Stato per ottenere sussidi a tempo indeterminato o che esso provveda a creare nuove attività.    Ricordiamo: lo Stato non ha l'obbligo di dare a tutti un lavoro; esso può solo promuovere le condizioni che -ricordiamo- spesso sono ingenti ma vengono vanificate dalle stesse Comunità locali con sperpero di denaro pubblico, privilegi, opere inutili, ecc..    Basta con le violenze, basta con i ricatti: le aziende cotte vanno chiuse; per contro lo Stato investa il denaro pubblico in ricerca, innovazione, sanità, servizi sociali, tutela del territorio, bellezze artistiche, assistenza agli anziani e disabili, ecc.     Tutto faccia lo Stato tranne quello di svendere il proprio patrimonio e/o destinare le risorse pubbliche in sprechi, privilegi, sostegno ad imprenditori cotti, speculatori e faccendieri.