LEGA DEMOCRATICA

IL PRESIDENTE NAPOLITANO


 
.....HA DUBBI SULLA COSTITUZIONE ?   E' a tutti noto la storia del direttore Alessandro Sallusti.  Per coloro che non ricordano, diremo in breve che egli è stato condannato in "terzo grado" dalla Corte di Cassazione in guisa definitiva per il reato di diffamazione a mezzo stampa nei confronti di un magistrato.   Sallusti non ha scritto l'articolo diffamatorio, ma egli risponde in veste di direttore del proprio giornale, il quale ha l'obbligo di legge di verificare gli articoli che scrivono i suoi collaboratori (una sorta di responsabilità oggettiva).  Così sancisce la legge, peraltro confermata di recente dal Parlamento.   Ebbene, il sig. Sallusti avrebbe dovuto scontare una pena detentiva in carcere, ma subito detta pena è stata sospesa con gli arresti domiciliari ........ e fin qui nulla quaestio.   Ma il sig. Sallusti -nonostante gli arresti domiciliari- si è recato al proprio giornale, nel quale si sono presentate le Forze dell'Ordine per arrestarlo per il reato di evasione e condurlo nella sua abitazione.   Quest'ultimo reato è stato archiviato perchè "il fatto non sussiste" (sic !!), mentre per gli arresti domiciliari il suo avvocato (un parlamentare) ha presentato domanda di grazia al Presidente Napolitano, domanda sostenuta da molti parlamentari.   Il Presidente ha subito convertito la pena detentiva in pena pecuniaria (circa 25.000 euro).   Alla luce delle sopra esposte sommarie esposizioni dei fatti, una domanda sorge spontanea: se tutto ciò fosse accaduto ad un altro semplice cittadino, i fatti sarebbero avvenuti così celermente ed in siffatto modo ?   Noi riteniamo di no, ed anzi noi riteniamo che è possibile avere dubbi sul comportamento interpretativo della Costituzione che ha fatto il garante della Costituzione.   A prescindere che la legge sulla responsabilità oggettiva del direttore di un giornale si possa condividere o non; ricordiamo che è il Parlamento che la decide e tutti i cittadini la devono rispettare ed essere soggetti alle pene in eguale misura.   Il Presidente della Repubblica ha il potere di grazia e di commutare le pene, ma guarda caso -non solo per la tempestività- il beneficiario è un rappresentante del 4° potere (ossia l'informazione) che i politici guardano sempre con timore.   A nostro giudizio l'esiguità della pena pecuniaria, congiunta ai particolari sopra esposti, ci fanno ritenere che l'art. 3 della Costituzione sia applicato in modo disuguale: per i molti la legge è uguale (tre gradi di giudizio e pena sicura); per alcuni si deve interpretare caso per caso (con quattro gradi di giudizio e pena irrisoria).    Sicchè, in un sistema che vede l'evasione fiscale, l'immigrazione illecita e il lavoro nero legalizzati in vari modi; un Paese farcito di criminalità e pieno di indulti, amnistie, grazie, condoni, patteggiamenti, compromessi, ecc.; ci mancava anche la garanzia per le caste di avere il quarto grado di giudizio (quando non interviene prima la prescrizione).    Se i nostri dubbi interpretativi risultassero fondati, noi riteniamo che occorra fare ancora molti passi per raggiungere la democrazia e l'applicazione della Costituzione.