Leggere leggero

Ripetitività


Non so più come dirlo e mi rendo conto di star diventando un disco rotto, ma proprio non ce la faccio. Ogni giorno i media ci parlano con toni allarmistici di crisi finanziarie, attacchi speculativi, rifiuti che sommergono città, inchieste che coinvolgono esponenti di prima linea dell’una e dell’altra parte, però gli unici a non apparire allarmati sono i membri di questo solerte governo. Sotto tutto questo caos c’è un paese che avrebbe bisogno di esser governato proattivamente con riforme elettorali e soprattutto economiche, liberalizzazioni e norme contro la burocratizzazione. E invece cosa aveva in oggetto la legge passata oggi in senato? Il “processo lungo”! L’ennesima legge ad-personam per allungare i tempi della giustizia in modo che alcuni processi del presidente Berlusconi possano attraccare sicuri nel porto della prescrizione. Una norma che in un paese civile farebbe gridare allo scandalo, i giornali di qualsiasi orientamento uscirebbero con titoli a lettere cubitali attaccando a testa bassa. Qua invece si tollera, tanto ormai si sa. E pazienza se in questi periodi di legiferazione latitante il trovare il tempo ed il modo per approvare una norma a beneficio di uno solo sembra ancor più uno sputo in faccia alle necessità del cittadino.Non sto a parlarvi del fremito di collera che ho provato nel sentire l’intervento di Gasparri che, in sostanza, diceva che è una legge giusta e che era nel programma fin dall’inizio. Al di là del fatto che dubito fortemente che una legge che permetta di allungare a dismisura i processi - consentendo di chiamare un numero spropositato di testimoni che non può essere filtrato dal giudice – sia “giusta”, sono però abbastanza certo che non sia fra le immediate priorità degli italiani. Ma tanto ormai di cosa mi stupisco…