Leggere leggero

Coccodrillo


Nei giorni scorsi se n'è andato Giuseppe D'Avanzo, editorialista, giornalista d'inchiesta e firma di spicco di Repubblica.I suoi detrattori ne criticano i supposti legami pochi chiari con ambienti del Sismi, del quale fu accusato in occasione dell'inchiesta "Nigergate" e del caso Abu Omar. Altro motivo di discredito deriva dalla sua appartenenza stessa a Republica, giornale che - secondo alcuni - avrebbe perso parte della sua autorevolezza dopo l'ingresso di De Benedetti nella sua stanza dei bottoni.Personalmente ho sempre apprezzato molto D'Avanzo. Credo che firme del suo calibro - come del calibro di Zucconi o del compianto Montanelli - abbiano la schiena abbastanza dritta da andarsene in caso d'ingerenze da parte dell'editore. Ritengo soggetti simili autorevoli a prescindere dal proprietario del calamaio nel quale intingono il pennino. Per quanto riguarda i rapporti con i servizi segreti non ho elementi sufficienti per pronunciarmi con sicurezza. So che un collegamento tra D'Avanzo e qualche esponente degli zerozerosette (si fa per dire) non è mai stato portato alla luce, e di questo, a sensazione, mi voglio fidare.Riguardo la perdita di autorevolezza di Repubblica credo si intuisca come la penso, siamo arrivati ad un punto tale che non schierarsi è da incoscienti, non è più la semplice disputa tra destra e sinistra. Ma qui rischio di perdermi nei miei soliti sproloqui e di andare off-topic. Fatto sta che D'Avanzo non c'è più e allo scoppio del prossimo scandalo non potrà più porre a Berlusconi altre dieci sacrosante domande che resterebbero comunque irrisposte.