Leggere leggero

Botto


Il consiglio che darò a chiunque per il resto della mia esistenza è quello di ricordarsi di cambiare i pneumatici della propria auto nei termini prescritti. In particolar modo se si devono intraprendere dei viaggi autostradali. Io le mie gomme posteriori non le avevo mai sostituite in sei anni. Quelle anteriori erano state cambiate quasi trentamila chilometri fa. Per non so quale motivo ero convinto che di questo genere d'incombenze si preoccupasse mio padre. Lui, dal momento che l'auto l'adopero io, era convinto del contrario.Prima di arrivare al casello - ieri - mi ero accorto che qualcosa non andava. Pioveva e nel prendere una rotonda a velocità abbastanza sostenuta la macchina aveva un po' perso aderenza. Mi ero un po' preoccupato e mi ero fermato al successivo distributore di benzina per vedere se per caso non avessi avuto qualche ruota sgonfia, ma pareva tutto apposto. Quindi per la sbandata precedente avevo dato la colpa all'asfalto un po' troppo viscido di una rotonda di un paesino del padovano.I primi tre quarti del viaggio erano trascorsi tranquillamente. Cielo cupo sulla Padana e poi Bologna a fare da spartiacque con un cielo scarabocchiato di nuvole imbiondite dal sole che spiccavano nel grigiore.Avevo scalato l'Appennino fino ad arrivare al valico che funge anche da confine tosco-emiliano. Proprio lì avevo notato nelle pendici delle montagne attraversate dal viadotto autostradale splendida vegetazione con gruppi di chiome verdi punteggiate da chiome già rosse.Ho cominciato la discesa verso le terre dantesche decidendo di contenere la velocità di marcia, memore del problemino di aderenza e vista la presenza di asfalto lievemente bagnato e di frequenti autovelox.Dopo poco - mancavano circa otto chilometri all'uscita di Barberino del Mugello - mentre percorrevo una curva ad ampio raggio sulla sinistra mi sono accorto che la macchina non seguiva il filo della curva come deciso dal volante. Tendeva ad andare via dritta, nonostante la velocità in quel momento non arrivasse a novanta chilometri orari. Ho provato a raddrizzarla, ma niente. Ho provato a dare qualche controsterzata, ma la macchina continuava a pattinare e non rispondeva ai comandi. Nel giro di quegli interminabili secondi ho avuto il tempo di realizzare che l'impatto contro la barriera di cemento che separa le due carreggiate era inevitabile. Per provare a proteggere la testa ho caricato la forza sulle braccia saldamente aggrappate al volante come si fa sugli autoscontri. Ho avuto persino il tempo di pensare che forse mi sarei potuto risvegliare in ospedale. E poi mi sono schiantato quasi frontalmente. Non mi sono risvegliato all'ospedale - non mi sono mai addormentato per fortuna - e dal momento che scrivo questo post vuol dire che sto bene.Ribadisco il consiglio di ricordarsi di cambiare le gomme quando necessario, non sarà la bella canzone di un cd appena comprato a tenervi in strada.