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TOOL - 10,000 Days

Post n°83 pubblicato il 06 Maggio 2006 da Darkthrone85
 

Salve a tutti! Oggi vi parlo dell'immenso disco dei Tool (10,000 Days) uscito ormai una settimana fa, un disco che ascolto da sabato (quando l'ho acquistato) e che ogni volta che lo riascolto non è mai banale anche dopo ripetuti ri-listenings ;)
Approfondirò ora traccia per traccia il disco.

Vicarious è la prima traccia di questo capolavoro assoluto, da questa traccia si capisce già che il disco sarà un'evoluzione del suo fantasmagorico  predecessore (Lateralus).
La canzone si presenta con riff potentissimi, un grandissimo cantato e con la batteria che come al solito, tra stacci, cambi di tempi e doppio pedale è disumana e emozionante, la canzone dura 7 minuti e 6 secondi e durante tutta il suo arco di tempo tiene perfettamente in tensione e in attesa l'ascoltatore, che non sa mai cosa aspettarsi da un gruppo come i tool (o forse si, ovvero la perfezione!) La nota sorprendente (assieme alla musica ovviamente) è che in questa opener, Manyard (voce) usa la voce in maniera diversa dal solito, spostandosi su altri registri vocali.

La seconda canzone del lotto è "Jambi" qui la durata totale aumenta 7,28 di lunghezza, introdotti e continuati da un riff di chitarra ossessivo poi come al solito grandiosi stacchi armonici e cambi di tempo, senza però tralasciare il riff ossessivo che c'è dall'intro della song stessa, anche questo è un pezzo estremamente potente e "alla Tool" altra song, altro apice creativo di una band davvero inarrestabile per fortuna di noi ascoltatori, graffianti le vocals di Manyard, la batteria è come al solito esaltante mentre chitarra e basso fanno bene il loro dovere.
Bellissimo il finale della canzone con la voce in eco, veramente ottima.

La terza e la quarta canzone, sono la Parabol-Parabola di quest'album, ovvero una vera e propria suite unica, anche perchè sommando le due tracce arriviamo a 18 minuti e passa.
La suite formata appunto da "Wings For Marie (Part 1)" e "10.000 Days ( Wings pt. 2 )" è veramente pregna di spunti, musica, emozioni, pathos. La canzone nella prima parte (6,11) è molto lenta, poi va in crescendo, grandioso Adma Jones alla chitarra che ci regala con la sua chitarra delle vere perle, facendoci trasognare per tutto il disco e per tutta la sua durata.
Nella seconda parte della suite (11,13) l'inizio è lento e la canzone è così nella sua interezza, infatti l'ascoltatore pensa che da un momento all'altro la struttura della canzone cambi, che esploda in un rock travolgente, e invece, tutto questo non si concretizza mai, cosa che non è un male ma che lascia l'ascoltatore un pò inebetito (ovviamente la cosa è voluta). Allucinanti gli stacchi chitarristici del solito Jones e la grande batteria di Carrey.

La quinta composizione "The Pot" inizia con un cantato abbastanza stridulo "non ortodosso" ma non per questo meno bello e coinvolgente, accompagnato da un grandissimo riff di basso e da un'altrettanto ottima batteria, un brano in cui si ritrova tantissima tensione che la band sembra dover scaricare contro qualcuno.

La sesta  composizione "Lipan Conjuring" spezza completamente la tensione fin qui accumulata con i dei vocalizzi che ci rimandano in maniera molto profonda ai canti dei pellerossa e anche la successiva settima traccia "Lost Keys" altro non è che un intervallo per far ricaricare l'ascoltatore e per toglierli tensione accumulata fin quì dalle precedenti 5 tracce.

L'ottava canzone "Rosetta Stoned" (11,11) è veramente un brano mastodontico, imponente, heavy, hard, insomma un brano tool, forse tool all'ennesima potenza, soprattutto basso e  batteria sono potentissimi e così anche la voce che esegue vocalizzi letali e abbastanza veloci e letali, bellissimi poi i break in cui si affaccia una strepitosa sequenza ritmica guidata da una batteria veramente superlativa. In questa canzone c'è il "tutto" e il "nulla" dei Tool, come si dice: prendere o lasciare.

La nona song "Intension" (7,21) è una vera e propria ancora di salvezza, molto delicata e ovviamente suonata  e cantata con classe sopraffina dagli stessi tool, sempri maestri e padroni della loro classe durante tutto l'album, interessantissimo il suono della batteria in questa composizione, davvero particolare, quasi ovattato, delicato, ma non "spazzolato" ottimo il break con la grandissima chitarra onirica del grande adam Jones e ottimo anche l'innesto di basso del bravissimo Chancellor.

La decima composizione "Right In Two" 
è veramente l’ennesima perla del disco. Ottimo il cantato di Keenan che è come sempre padrona della scena ma che non ruba spazio agli altri, tutti bravissimi, questo è il classico brano “alla tool” senza però ricadere e ricorrere nei vari cliches che li hanno resi famosi in tutto il mondo, e con una grandissima cura per tutti gli arrangiamenti davvero fantastici di cui gode questa song in particolare, ma in generale tutto questo geniale album.
Altamente spettacolare in questa canzone l’ultima parte che vede degli arrangiamenti davvero fantastici ed eseguiti con una tecnica fuori dal comune.

L'undicesima e ultima traccia si intitola "Viginti Tres" è l'outro del disco, dopo più di 70 minuti di musica chiude l'album in modo avveniristico (una via di mezzo tra King Krimson, per altro amati dai Tool, e Robert Fripp).

Cos'altro dire,  Concludo questa recensione dicendo che per me questo potrebbe davvero essere il disco più bello della carriera dei Tool (forse) l’album è davvero intenso, emozionante, completo, potente e al contempo delicato. Insomma un disco che al momento solo i Tool potevano concepire. Onore a questa band che rinnovandosi sempre riesce a creare ogni volta dei piccoli-grandi capolavori emozionali

Un ultimissima nota va al un packaging sontuosissimo, un libretto con tantissime foto, due lenti per vedere il libretto stesso in modo "tridimensionale" e tante altre cosette di questo genere, insomma, DOVETE ACQUISTARLO, perchè se lo scaricate, apprezzate il disco solo a metà, anche e soprattutto perchè non potrete godere dello straodinario artwork...
Ovviamente l'immagine che vedete in alto sulla sinsitra è la copertina del disco!

i Tool sono:
Maynard James Keenan (voce)
Adam Jones (chitarre)
Danny Carrey (batteria)
Justin Chancellor (basso)

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