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STANOTTE : FILOSOFIA, NIETZSCHE!

Post n°31 pubblicato il 18 Gennaio 2006 da Darkthrone85
 

Stanotte, vi scrivo le prime tre parti tratti da l'Anticristo di Nietzsche, vi rpego di leggerli con attenzione, e se li apprezzate, non li capite o altro, scrivitemi qualche commento, saluti:

 

I:
Guardiamoci in faccia: siamo iperborei. Siamo ben consapevoli della diversità della nostra esistenza. “Né per terra né per mare troverai la strada che conduce agli iperborei”: già Pindaro riconosceva questo di noi. Oltre il nord, oltre il ghiaccio e la morte: la nostra vita, la nostra felicità… Abbiamo scoperto la felicità, conosciamo la via, abbiamo trovato l’uscita per interi millenni di labirinto. Chi altri l’ha trovata? Forse l’uomo moderno? “Non so che fare; sono tutto ciò che non sa che fare”, sospira l’uomo moderno… E’ di questa modernità che c’eravamo ammalati, della putrida quiete, del vile compromesso, di tutta la virtuosa sporcizia del moderno sì e no. Una simile tolleranza e langeur di cuore, che “perdona” tutto perché “comprende” tutto, è scirocco per noi. Meglio vivere in mezzo ai ghiacci che tra le virtù moderne e gli altri venti del sud!… Eravamo abbastanza coraggiosi, non risparmiavamo né noi stessi né gli altri: eppure per lungo tempo non abbiamo saputo in che cosa impegnare il nostro coraggio. Eravamo diventati tristi e ci chiamavano fatalisti. La nostra fatalità era la pienezza, la tensione, il ristagno delle nostre forze. Eravamo assetati di lampi e di azioni. Soprattutto ci tenevamo il più possibile lontani dalla felicità dei deboli, dalla “rassegnazione”… Ci fu una tempesta nella nostra atmosfera, la natura che noi siamo s’oscurò, perché non avevamo una via. La formula della nostra felicità: un sì, un no, una linea retta, una meta…


II:
Che cosa è bene? Tutto ciò che accresce il senso di potenza, la volontà di potenza e la potenza stessa dell’uomo.
Che cosa è male? Tutto ciò che deriva dalla debolezza.
Che cosa è la felicità? Sentire che la potenza aumenta, che si vince una resistenza.
Non soddisfazione, ma più potenza; non pace universale, ma guerra; non virtù, ma abilità (virtù nello stile rinascimentale, virtus,libera da convenzioni morali).
I deboli e i malriusciti dovranno perire: primo principio della nostra filantropia. Inoltre li si dovrà aiutare a farlo.
Che cosa è più dannoso di qualsiasi vizio? L'attiva pietà per tutti i deboli e i malriusciti, il cristianesimo...

III:
II problema che qui sollevo non è che cosa debba sostituire l'umanità nella successione delle specie (l'essere umano rappre­senta un termine): piuttosto che tipo di essere umano si debba educare e auspicare, perché più valido, più degno di vivere e più sicuro del futuro.
Questo tipo di maggior valore è già esistito piuttosto spesso: ma come caso fortuito, un'eccezione, mai perché voluto. È stato invece il più temuto: finora ha costituito ciò che mette paura. E per paura è stato voluto, educato e ottenuto il tipo opposto: l'animale domestico, la bestia del gregge, l'insano animale umano, il cristiano...

presto altri capitoli dell'immenso libro di nietzsche ;)

Commenti al Post:
punksenzadyo
punksenzadyo il 18/01/06 alle 02:40 via WEB
..già ho avuto modo di apprezzarle in precedenza...ma rileggerle fa sempre piacere..;)
 
Incyde
Incyde il 18/01/06 alle 10:44 via WEB
anche oggi l'uomo moderno "non sa che fare" proprio in virtù della mancanza di una meta. Non ha una linea retta e si rassegna, incapace di scatenare quelle tempeste di azione. Com'è possibile impegnare il nostro coraggio? Le forze ristagnano.
 
Darkthrone85
Darkthrone85 il 18/01/06 alle 12:22 via WEB
grazie mille dei commenti a tutti e 2, pubblicherò più tardi altre parti sempre dal'anticristo, un saluto ;)
 
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