Lepinia

La lunga via dell'acqua marcia


Il nuovo fronte delle esplorazioni nell'altopiano di Gorga è ormai chiaro che passa attraverso i sifoni dell'Ouso di Passo Pratiglio, altrimenti noto come Muscutriglio. Dopo il superamento del sifone di fondo di q. -299 a luglio dell'anno scorso, una serie di tre fortunate punte ci ha portato velocemente ad una quota da verificare di circa -580. Se pensavamo di aver trovato posti bagnati nel collettore di Campo di Caccia, ci siamo dovuti prontamente ricredere: il Pratiglio le batte tutte. Dallo spogliatoio di q. -245 dove inizia il vecchio meandro delle murge, (esplorato nel 1996 dallo speleo club roma) la muta in neoprene da 5mm diventa la tua amica per la pelle. Se dopo aver abbassato la soglia del sifone, evitando così il simpatico passaggio del boccaglio, pensavamo che ricambiarsi sarebbe stata solo questione di qualche pozzo, ormai siamo abbastanza convinti che dovunque sia arriveremo al fondo vestiti di neoprene. La punta del 21-23 luglio in questo senso ha segnato il passaggio al sistema della doppia muta; completa sotto, più canotta in neoprene da 3mm sopra, a chiusura ermetica della prima, quasi elastico da buatta, per evitare il passaggio d'acqua e trasformare il tutto in qualcosa di semi-stagno. ovviamente sopra la tuta, ed a chiusura guanti sempre in neoprene. Vestiti in questa maniera il posto diventa quasi frequentabile, e le 20 ore circa della punta passano abbastanza bene. Anche se ancora stimata, l'attuale profondità fa del Pratiglio la terza grotta della regione per profondità, con ottime possibilità di migliorare. E' infatti ormai chiaro che le nostre vecchie teorie su un suo collegamento con il sistema Fato-Campo di Caccia, sono da escludere. Il Pratiglio è a questo punto un sistema a se. La quota d'ingresso a 1353 ci da un potenziale enorme, considerato che in ampie aree attorno a Pian della Croce la falda si trova a quote inferiori a 300. (cfr. Abisso del Faggeto, Alien, pozzo delle Bombe). Praticamente dopo il breve tratto meandreggiante fino al vecchio fondo, l'andamento ritorna prettamente verticale, con brevi salti intervallati da pozzi profondi fino a 30 metri. Non sembra esserci praticamente spostamento in pianta, il che ci porta a pensarci ben al di sotto di Pian della Croce. Una rapida osservazione delle sezioni geologiche della zona sembra confermare che oltre questa quota non sono noti particolari livelli di discontinuità, cambi litologici o altro su cui impostare un livello di falda. A questo punto la parola torna alle corde, tante, intorno alla prima settimana di settembre.