Lepinia

Primi appunti sulla circolazione dell’aria nel sistema:


L’ingresso attualmente conosciuto dell’Ouso di Passo Pratiglio, si comporta da bocca aspirante in estate, quindi apparentemente da ingresso alto, il che vista la quota di 1353, su una cresta che culmina nella cima di 1480 della Malaina, appare normale. Le cose cambiano nella parte profonda della cavità. Nell’area appena precedente il Meandro delle Murge, ad una profondità di circa -220/-245 si assiste ad una decisa inversione della corrente, con un’aria  che si avverte decisamente uscente. La zona interessata presenta almeno un camino importante, che in questa prospettiva sembra comportarsi da ingresso basso rispetto a q.1353. Ma andando avanti le cose si complicano. Al passaggio del primo lago nel meandro delle Murge, è evidente che l’aria è uscente, confermando la perdita nei camini, ma appena giunti nei pressi del grande arrivo denominato l’Affluente, si riscontra che una parte importante dell’aria risale lungo questo ramo, attualmente inesplorato, che sembra costituire il vero tratto a monte del sistema, e che si comporta decisamente da ingresso basso. A questo punto ci troviamo con una decisa corrente d’aria che sale dal fondo, particolarmente violenta nel passaggio a Nord Ovest o nella Foce del Vento, che porta ad immaginare l’esistenza di un importante ingresso alto-relativo di quota superiore rispetto al precedente ingresso basso assoluto, quindi da stimare ad una quota tra i 1250 ed i 1350. L’attuale conoscenza della montagna ci porterebbe ad escludere l’esistenza di un tale ingresso aperto, ed è più che probabile che si tratti di una importante area di assorbimento ricoperta da terra e sassi sul modello dell’area del 5° Elemento, ma considerato che non è assolutamente chiaro dove possa trovarsi questo ingresso, non è da escludere nulla. Di sicuro c’è che si tratta di una corrente d’aria particolarmente forte, che non sembra reagire minimamente alle differenze di temperatura giorno-notte, o alle temperature medie, come fanno invece altre correnti nella zona. Si ritiene quindi che si possa immaginare un dislivello altimetrico importante tra i due ingressi: basso assoluto e alto relativo, forse di anche 200 metri, tale da giustificare una circolazione stabile. All’interno della grotta è evidente che l’aria percorre l’unica via esistente, la stessa che percorriamo noi, il che esclude per ora l’esistenza di ambienti fossili, mentre la stessa conformazione fortemente acquatica delle parti profonde è dovuta proprio a questa forte circolazione d’aria, che abbassando l’acidità dell’acqua costringe ad una continua sedimentazione di calcite sotto forma di latte di monte che a sua volta crea dighe e sbarramenti che si trasformano in laghi e pozze. La vecchia teoria del collegamento dell’Ouso di Passo Pratiglio con il sistema Fato-Campo di Caccia, appare attualmente sorpassata e da escludere anche in presenza di eventuali errori di rilievo, in ragione della attuale profondità raggiunta, ormai già intorno alla q.760 slm, ritenuto il livello del sifone di monte (Fonte della Giovinezza) di Campo di Caccia ad una distanza di ancora oltre 1,5 km in linea d’aria. Viene quindi ad essere scartata anche l’ipotesi che la forte corrente d’aria sia da mettere in relazione con quella presenta all’abisso di monte Fato, che appariva concorde comportandosi da ingresso alto con aria in entrata. In ragione della colorazione tra Fato e Campo di Caccia, risultata positiva, un’eventuale collegamento di queste due correnti d’aria, risulterebbe estremamente anomalo e dovrebbe avvenire attraverso una rete di condotti fossili ormai completamente svincolati dalla circolazione idrica.