Lepinia

* Venerdì 17 “Good Morning Kurdistan!”


Sesto piano, ufficio 49, signora sulla cinquantina (signora in un ufficio turco, già strano), ci guarda con aria forse un po’schifata, posso anche capirla, e ci fa accomodare sfoderando un gagliardo benvenuti in inglese. «Buongiorno, noi vorremmo alcune informazioni sulle montagne attorno a Dyarbakir» La signora si fa scura in volto. «Sul monte Namrut?» «Si anche sul Namrut, ma più che altro sulle montagne attorno a Lige.» La signora fa un sussulto. «Sulle grotte, come l’Iskmaliri bisklimi magarasi, le sorgenti del Tigri…» Un urlo appena soffocato risuona nei corridoi, poi cercando di riguadagnare contegno si alza, guarda fuori dalla porta, prima a destra poi a sinistra, un po’ sollevata accosta la porta e torna a sedersi. «Problema, montagne molti problemi, Lige problemi.» Il suo inglese sembra essersi improvvisamente esaurito. «Che tipo di problemi? Polizia?» Annuisce silenziosa, poi con un filo di voce avvicinandosi quasi a parlarci nell’orecchio. «Polizia, problemi, difficile andare.» «Molto difficile o impossibile?» Come se ci dovesse rivelare il terzo segreto di Fatima fa lo sforzo e ci sussurra: «Terror, PKK… do you understand?» «Si ho capito il PKK, i curdi» rispondo io a voce forte un po’ troppo alta per la situazione. La signora è nervosa, si guarda attorno come dovessero disintegrarla da un momento all’altro, poi ci indica sulla carta alcuni paesi ed alcune strade, proprio quelle che interessano a noi e continua a ripetere, terror, terror, eroin, polizia, gendarmi, pericolo, danger… Provo a indicare il piccolo paese di Kulp e la signora sbianca. «Moltissimo pericolo…» Forse è il caso di andare via, altrimenti questa muore d’infarto. Alle porte dell’ascensore dove ci accompagna provo l’ultima. «Qualche grotta tranquilla?» «Grotte non tranquille.» Va be’ andiamo al Namrut. La signora finalmente tranquilla accenna un timido sorriso.