Lepinia

Abisso del sacco


Comune di Morolo, loc. Rava La Monna Coordinate:  long. 0°43’19” lat. 41°42’18” Quota 1270 slm Non Catastata La grotta si apre con una condotta circolare di modeste dimensioni (1*0,8m) posta alla base di alcune piccole paretine; evidente origine freatica inversa, vecchio residuo di un inghiottitoio che è stato marginalizzato dall’approfondirsi del tronco vallivo che ora gli scorre 5-7 metri più in basso e che converge verso le sorgenti si S. Antone e quindi sulla scarpata litologica di S. Angelo. (sovrascorrimento)Il primo tratto in cui si avverte con violenza la circolazione dell’aria (uscente in data 24-2-2002) di circa 10 metri si presenta in gran parte colmato da riempimenti terrigeni, segue un primo approfondimento che immette in una saletta e quindi in uno stretto meandro alto alcuni metri e che si sviluppa per circa 40 fino al primo salto armato (2f), P10; dalla saletta alla base si perviene subito all’attacco di una serie di 2 saltini P6 e P7 (1f+1f) che portano al traverso sul P25 (2f+1f). Il pozzo immette in una struttura già importante della grotta, per la prima volta si trova acqua, che proviene da un fuso parallelo alla cui sommità si intravede un meandro. Questa zona, ancora asciutta rappresenta l’ambiente ideali per molti chirotteri. Parte quindi un lungo tratto di meandro vadoso (40m), alto 10-15 metri, da percorrere alto, in parte attrezzato con alcuni traversi a cavallo degli sfondamenti, fino ad un P10 che riporta sul fondo. L’acqua si perde nella parte bassa e la si ritroverà solo piu’ avanti. Seguono una serie di condotte in parte freatiche piuttosto regolari, in avanzato stato di senescenza e riempimento; seguono due salti P8 e P7 che immetto con continuità sul P30 (1s+1n) a fondo cieco (che drena le acque del meandro precedente). Questo si traversa a dieci metri dal fondo per immettersi in una piccola condotta fossile (1s) che sbuca in un ambiente con caratteri differenti per roccia e circolazione idrica, con apporti dall’alto dove si vede chiaramente una facile prosecuzione. Da qui parte la discesa per il P50 (2f+1f+1f) che uscendo da un fuso minore (forte stillicidio) si immette in una  grande struttura a forra. Questa presenta almeno due grandi terrazze fossili poste a valle, da cui potrebbero partire vari livelli di gallerie fossili, come dimostrano i numerosi imbocchi che occhieggiano. Verso monte la struttura prosegue alta, a circa 20 metri dal fondo, e drena le acque perdute nel pozzo cieco ed altre la cui provenienza è sconosciuta, per un portata di circa 1-2 l/s Sono ben evidenti le giaciture degli strati, fortemente inclinati, ed in cui si riflette il gradiente della galleria (45-50°). Dal fondo si risale uno spartiacque di frana aldilà del quale si diparte l’imbocco di un livello fossile (armato) e la discesa di un pozzo P10 (1f), il meandro si fa alto e si cammina su cenge traversando fino alla partenza del P25 (1n+1s+1n). Alla base di questo si ritrova l’acqua (principale?) la quale scompare nuovamente in un pozzo-foro, Il Gorgo, di circa 15-20 metri, fortemente battuto dall’acqua. appena dopo il foro, esattamente a livello ma non alimentato almeno in condizioni normali (evidente ringiovanimento del sistema), si stende un grande lago (lungo circa 30 metri) che occupa il fondo della galleria. Questa si presenta con pareti regolari e di altezza indefinita, forse direttamente collegata con le strutture del P50, si notano molte colate concrezionate che fanno ipotizzare livelli superiori percorribili (forse partendo dal traverso in parte attrezzato). Traversato il lago (1n+1n+1n+1n) La Via della Rosina, si arriva ad una insaccatura concrezionata, dove questo tracima leggermente sotto una grande colata calcitica. Una stretta condotta disostruita (fortissima circolazione d’aria), Piccolo Serpe Bavoso, permette di affacciarsi in caduta sul P20 (segue l’armo+1n) ampio e da cui si diparte subito un ambiente fossile molto concrezionato che forse permette di raggiungere altre gallerie alte. Alla base del pozzo il meandro, molto alto ed in parte arrampicabbile  riprende a scendere fino ad pozzo-colata asciutto, stimato in 15 metri con alla base un lago, piu’ avanti si vede cadere acqua dall’alto. La corrente d’aria è sempre forte e distintamente avvertibile. Alla base di questo pozzo si trova una sala con abbondanti depositi fangosi, nei quali sotto una colata si perde tutta l’acqua, che proviene dall’alto, compresa quella di alcuni piccoli arrivi ciechi. Difficile pensare ad una disostruzione, mentre alcune diramazioni fossili non permettono di raggiungere prosecuzioni importanti. Alla sommità del salto precedente, un livello fossile, a cui si giunge traversando sul pozzo, permette di percorre un meandro che in breve porta ad affacciarsi su una caduta d’acqua che è la medesima del fondo, e che si rivela essere il getto proveniente dal Gorgo. Dimostrando come l’intero lago sia in realtà una profonda vasca sospesa, una struttura abbastanza anomala e che meriterebbe di essere maggiormente approfondita. Che giri faccia l'aria resta un mistero da approfondire. La profondità stimata della grotta, dovrebbe essere di circa 230 metri. cfr. anche il bollettino di federazione n°3Dall’ingresso a questo fondo, con grotta armata, circa 1-2 ore