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Post n°57 pubblicato il 07 Settembre 2007 da a.benassi
Finisterrae coincide con Finedimondo. Anche questa volta niente meno mille per il Lazio. Eppure siamo proprio contenti. Questa volta l'acqua c'ha dato un po di tregua e ci mancherebbe, di fuori sembrava d'essere in autunno con i faggi rossi e mezzi secchi per la siccità. Eravamo anche riusciti ad essere un bel gruppo di tre con Pino, salmonati e trapano-muniti; le corde c'erano la voglia di scendere pure, ma così come fino ad ora c'aveva trascinato giù senza sosta, appena sotto quell'ultimo salto, questa volta la grotta ha deciso che le gallerie proprio non ce le meritavamo, al massimo ci avrebbe potuto concedere l'ultimo tuffo. E così è stato: nuotata nel lago, tanto per essere certi che tutto continua sotto il pelo dell'acqua, silenziosa contemplazione del grande arrivo cascata che precipita da località ignota (ora e sempre nei secoli dei secoli) e non ci resta che ritornare al campo. E dire che tassellando tassellando avevamo anche migliorato un paio di pozzi con le simpatiche viti avvita-svita. Tra un conto e l'altro a base d'altimetro abbiamo anche constatato, come avevamo sospettato la volta precedente, che c'eravamo un pò allargati sugli ultimi pozzi. Forse sarà stata l'acqua che li ha ristretti, o forse l'acqua che ci cadeva in testa che li aveva allungati, fatto stà che tra il rilievo di -700 e le stime altimetriche, dovremmo essere intorno ai -830 al fondo, sempre più o meno; poi quando si tornerà per finire l'ultimo pezzo di rilievo ci metteremo la parola fine. Tornando indietro, visto che l'avevamo montato abbiam deciso di farci un bel giro di pennica al campo, tanto per dire d'averlo usato almeno due volte, poi con calma e fantasia sulla via del ritorno ci siam messi a fare riprese tanto per provare a dare l'idea del marciume. Vedremo cosa ne uscirà fuori. Dal punto di vista esplorativo sono rimasti almeno un paio di punti realistici ed interessanti, e fortunatamente non proprio al fondo. Intorno ai 450 torneremo a vedere il pozzo X trovato la volta precedente, profondo forse un 40-50 metri, da cui esce una bella vagonata d'aria. Se non ritorna sul conosciuto potrebbe essere una nuova storia, ovviamente sempre bagnata. Appena sopra un finestrone sul pozzo delle Meteoriti sembra sussurrare le parole gallerie fossili, cosa finora eretica in questo posto. Poi, forse riusciremo finalmente a liberarci dai Lepini, per migrare liberi verso posti meno fetidi, posti dove il concetto d'asciutto abbia ancora un senso.
Post n°56 pubblicato il 27 Agosto 2007 da a.benassi
E fu in quei giorni di luna nuova, che Tom Sayer disse al suo amico Huclebarry Finn: “Hei vecchio, perché non ci costruiamo una zattera con i gambi di fungo e scendiamo lungo il fiume ad inseguire i battelli?” Ad Huclebarry l’idea parve buona, fu così che si costruirono la zattera; la fecero lunga dieci cubiti, larga dieci ed alta due, tutta catramata di pece e vi posero dentro ogni specie di corde e le presero maschie da dieci e femmine da otto. Quando furono sicuri di non lasciare neanche un bullone, allora tagliarono l’ancora con un colpo di scure e si lasciarono prendere dalla corrente, verso la prima cateratta. Erano ormai giunti in vista del folle volo, quando gli si parò d’innanzi un enorme pescecane, mostrando le lunghe file di denti spalanco le fauci e così parlò loro: “anvedi ‘sti due bischeri, io già l’altro giorno mi so’ mangiato Pinocchio, Geppetto ed un’intera tonnara, o che vi siete ingrulliti a girare in codesto modo?” E senza aspettare risposte, l’inghiottì in un sol boccone.
p.s.
Tra il 30 agosto ed il 2 settembre si torna alle Porte del tempo; sempre più giù, oltre la catastrofe piscocosmica, alla deriva nel mar dei Sargassi, sempre alla ricerca di un fondo con cui dare pace alle nostre menti malate.
Post n°54 pubblicato il 25 Luglio 2007 da a.benassi
Tra una esplorazione e l’altra c’è sempre il tempo per
Wuaraska E’ notte, c’è acqua, c’è fango, non manca nulla. Don
Post n°52 pubblicato il 21 Luglio 2007 da a.benassi
C'è voluta una settimana per rimettere insieme i pezzi, però la prossima punta ha già ingravidato il futuro. Fine settimana tra il 30 agosto e il 2 settembre, fine settimana allargato come al solito, se ce ne son volute 43 l'ultima volta, speriamo ne servano almeno 48 la prossima. Se tutto va bene questa volta dovremmo fare come i musicanti di Brema e per la strada raccogliere anche gente oltre che sacchi, si dovrebbe essere in quattro. In tenda, stretti stretti nell'enfasi d'amor forse c'è ancora spazio per uno, poi solo posti in piedi, anzi posti a mollo. Per farsi un giro dentro è fuori l'invito è sempre valido per tutti. Le prospettive sono avvolte nelle nebbie fitte: si potrebbe scoprire che il Mar dei Sargassi è l'ultima fermata e che Finis Terrae coincide con Fine di Mondo. Grande lago, grande sifone. Oppure, come speriamo e temiano, potrebbe essere solo l'ennesimo lago che precipita nell'ennesimo pozzo, questa volta a rischio Tsunami. Le sorgenti sono lontane lontane, quei 200-300 metri ci potrebbero stare senza sconvolgere nessun teorema d'idrodinamica... Per ora a furia di fare giravolte in su e in giù siamo finiti proprio sotto la cima più alta del Malaina. Esattamente sotto q.1450, quindi sopra le teste invece di avere i 900 ereditati dall'ingresso, di metri ne abbiamo 1000 tondi tondi.
Post n°51 pubblicato il 12 Luglio 2007 da a.benassi
Le grotte sono quasi accidenti geologici, quelle profonde ed umanamente percorribili accidenti rari, se poi andiamo a cercare quelle che girano attorno e passano la mistica barriera dei mille, allora siamo nella categoria del superenalotto. Visti i trascorsi del Lazio, dove non solo non era mai uscito sei, ma neanche il cinque, e fino a tempi recenti già fare terno era una festa, noi siamo stati indubbiamente fortunati ad intignare nel posto giusto. Ma adesso, ora che abbiamo scovato una di queste misteriose singolarità, viene ancora più la voglia di ricominciare a perdersi in teorie e azzardi su dove possano nascondersi le altre. Alla fine ci libereremo dei Lepini e quindi bisognerà pure ingravidare il futuro con semi di nuova follia. Il Lazio è un posto pieno di montagne, praticamente quasi tutte in buon calcare, questo è risaputo, il trucco comincia quando cerchi di entrare, allora scopri che i posti buoni, nonostante tutto non sono così tanti. Se poi cerchiamo nascondigli per -1000 allora i candidati cominciano a diventare veramente pochi. Ovviamente ci vuole una bella montagna e ci vogliono delle sorgenti basse basse, magari ben canalizzate. Veramente ci vorrebbero anche tante altre belle cose, ma alla fine a cercare troppi ingradienti tutti insieme si rischia di arrivare alla conclusione che di buchi così non ce ne possono essere, e contenti della conclusione e dello scampato pericolo si smette di cercarli. Quindi teniamoci larghi e sull'onda del probabile o quanto meno del possibile. Tanto per cominciare leviamoci la provincia di viterbo, dove al massimo possiamo perderci nei travertini, e questo era facile. La provincia di Rieti è contorta. Le montagne non mancano e sarebbero alte, oltre i 2000, le sorgenti ci sarebbero, e sarebbero basse, alcune intorno ai 500, le grotte finora latitano. Eccezione il bel sistema di Cittareale, che a scendere c'ha provato, (-450),ma con tanti impicci geologici a complicare la situazione. Un bel posto dove potrebbe nascondersi un mille è il vecchio monte Nuria. un quasi 1900, con sotto la famosa sorgente del Peschiera, quella di Roma a q.500, da 15 metri cubi. La storia la sanno in tanti, ed in tanti s'è girato intorno al monte senza cavarne un bel niente. Omertoso anche in esterno. Molto meno ragionata è la situazione di tutto il massiccio del monte Terminillo e monte di Cambio. Ci si va a fare forre, belle forre, lunghe, le sorgenti sempre in fondo, nella piana di cotilia a dintorni. D'inverno gironzolando con ramponi e piccozza per i canali, si trovano spesso buchi soffianti; si dice ci tornerò, poi il punto scompare, l'estate è lontana. Magari c'è il classico ghiaione da circo glaciale, si desiste, forse troppo presto, tanto si sa che sul terminillo non ci sono grotte... per ora. A questo punto per trovare un'armadio abbastanza grande bisogna spostarsi parecchio, scendiamo a sud, verso est, abbandoniamo i sabini e facciamo un giro per prendero la rincorsa attorno ai lucretili. Sarebbe bello finire dentro queste montagne, visto la follia pura della falda di tivoli, le risalite gassose che scavano il pozzo del merro, sarebbe bello fantasticare d'entrare a prato favale ed uscire direttamente dalle terme a villa adriana. Ma questa non è più fantaspeleo ma allucinazioni da monossido di carbonio. Per ora sui Lucretili si scende poco e niente, peccato perchè sono un bel posto e anche vicino a Roma. A dire la verità non ci si è capito neanche un granchè. Adesso di slancio fino ad Agosta. Qui il bastardo ci deve essere, anche se ben nascosto. La sorgente c'è, grande, 7-8 metri cubi, bassa, 300 metri, c'è anche la montagna, anzi tutta la catena dei simbruini occidentali. Ci sono anche le grotte come sanno bene dalle parti di Subiaco e non solo: c'è il Nessuno, c'è Camposecco, a -400 ci si arriva, poi forse è anche questione d'insistere. Noi al Nessuno c'abbiamo intignato, ma senza successo, ma nell'altra forse... volendo giocare anche li ai sifonotti... In tutti i casi, non è un gran mistero, il fronte sud-occidentale nasconde un bel bottino. Andando verso oriente, l'inferniglio con la sua ghirlanda di sifoni in salsa francese è ancora un mistero misterioso, un mistero da andare a cercare lungo il versante sud del Monte Autore. D'inverno, spersi nella neve, sperando in un soffio buono. Tra i due giganti nascosti scorre invisibile lo spartiacque, forse proprio tra una villetta e l'altra di campo dell'osso. In piena provincia di Roma, non ci resta che precipitare verso sud, verso il più classico dei topoi speleologici, i soliti Lepini. Di questo posto possiamo anche far finta di saperne qualcosa, e qualcosa alla lunga infatti è scappato fuori. Lo spazio per i mostri c'è. Il credo dei Lepini al primo articolo recita a lettere di fuoco: "non avrai altra sorgente al difuori di Ninfa", e Ninfa con i suoi 30 metri è veramente bassa. In realtà altre sorgenti ci sono, tra Sezze e dintorni, comunque altrettanto basse. Il problema, che tutti sanno è che sono lontane dalle grotte, quindi teoria tanta, conferme zero. Nei Lepini occidentali, di mostri e mostriciattoli ce n'è parecchi: il problema è quel maledetto disturbo sotto carpineto, i sifoni sospesi sotto pian della faggeta, il formale che esce troppo alto... L'Ouso della Rava Bianca c'era quasi, se si fosse chiamato Ouso della Semiluna a quest'ora era millenario, se si capisse come sfondare il Pozzo alla croce di Capreo saremmo al giro di boa. E' indubbio che quello è il versante giusto, e che la Rava non è l'unico accidente nascosto. A spostarsi appena appena, le cose cambiano. Verso nord i livelli impermeabili nascono come funghi, la sorgente del Rapiglio e della Fota stanno li a dirti che il posto non è giusto. Forse sotto Camporosello, se le acqua escono dall'Istrice, da qualche parte magari rientrano pure, e prima d'arrivare a Bassiano ce ne vuole di strada, magari li dorme un mille. Già che siamo sul Semprevisa, inutile rovistare troppo sopra lo strato impermeabile, la sorgente del Sambuco e l'Enrighez stanno li a monito per dirti che li gli abissi si aprono sotto. E infatti sotto si aprono abissi a Farfalla, anzi a Occhio della Farfalla, ma purtoppo siamo in basso ed i sifoni di pian della faggeta sono sempre in agguato. Il monte Erdigheta fa il miracolo, alto e profondo, cosi ha voluto l'abisso Consolini, che fino a 550 scende convinto, poi forse bisognerebbe andare a fare bolle sott'acqua per vedere cosa c'è dall'altra parte. L'Erdigheta è un mistero e il problema è che sembra volerlo rimanere, scende più o meno convinta fino a -450, ma il dubbio è dove scenda, se dovesse evitare pian della faggeta e puntare verso la piana lontana, allora ci sarebbero grandi orizzonti, se invece, com'è probabile è parte del sistema con il Consolini, allora anche li c'è da camuffarsi da animale munito di branchie. Ormai nella provincia di Latina non ci resta che scivolare lungo costa fino al confine campano, sotto gli Aurunci. Sono belle montagne, alte, piene di grotte e con belle sorgenti praticamente in spiaggia, ma non tutti i posti sono buoni. Di tante valli e creste, alla fine forse solol in versante sud-orientale è veramente buono per nascondere spilungoni da mille e oltre. Il versante del Fammera o del Petrella che guarda Spigno Saturnia e la bella sorgente di Capodacqua, un posto pieno di pareti, aspro e con parecchi punti interrogativi. Intendiamoci, di grotte e abissi ce ne sono parecchie, non è certo un posto in cui cominciare da zero, i -450 del Vallaroce, o i -300 e passa dello Shisma parlano chiaro. E' un posto dove bisogna solo incastrare bene i tasselli e capire dove intignare, magari un buco nuovo tra i mille canali, magari una strettoia soffiante come a Cese ju viccio. A questo punto non ci resta che risalire il santo Garigliano ed entrare nella provincia di Frosinone, di nuovo verso l'appennino. La prima tappa è Campo Staffi, siamo ancora nei Simbruini, proprio sul confine abruzzese, montagne alte, il Tarino, il Cotento, duemila e affini, le sorgenti, le vie? mistero. Forse già in abruzzo, forse la sorgente della Sponga, forse Vallepietra ad alimentare il simbrivio, lo spartiacque deve esistere, ed in tutti i casi le sorgenti le troviamo ad oltre mille metri sotto i pianori e le creste sommitali. C'ho girato tanto tempo fa, cercando voci lontane di buchi, c'ha girato è rigirato Nerone, e i buchi l'ha trovati, bei buchi, storie tutte nuove che potrebbero inghiottirci e portarci via col vento. Io spero sconfinino in abruzzo, verso spazi lontani e profondissimi, adesso bisognerà aprire ed insistere. Scendendo a sud est piacerebbe trovare un bel abisso millenario sulla cima del monte Viglio, si perchè visto Zompo lo schioppo e le sue amiche sorgenti, bisognerebbe entrare proprio dalla cima; in inverno nei canali sotto il circo sommitale qualche buco soffia in modo poco educato, ma le speranze diventano significative solo dopo abbondante sbronza alcolica. Continuando a scendere siamo negli Ernici, e qui la sosta all'abisso degli Urli è d'obbligo. Qui il mille non c'è ancora solo perchè s'è smesso di andarci. Con i suoi -610 tutti in galleria, non saranno certo un paio di sifoni a bloccare la storia. Cioè per ora la bloccano, e anche bene, ma il trucco dev'esserci. Le acqua come ben si racconta ai corsisti prima di metterli a letto, escono tutte belle fresce alla grotta della Foce, un bel 1120 metri sotto l'ingresso, e molta strada dopo. Non insistere qui è un peccato mortale contro la speleologia. Forse il fondo di -525 al terzo troncone, con la sua strettoia da allargare, forse misteriosi condotti che si arrotolano sul Nautilus, forse un trucco non ancora trovato nella misteriosa grotta dei Silenzi, ma in tutti i casi il mostro c'è e va svegliato. Continuando di cresta in cresta, la piramide di Pizzo Deta o le creste del Ginepro sarebbero proprio una bello skyline per un abisso degno; per ora solo buchi misteriosi avvolti nella leggende narrate: abisso del pirata, grotta dell'orso... forse c'è spazio, forse... Avvolti ormai dall'Abruzzo da ogni lato, non ci resta che sbattere le corna sul monte Cornacchia, putroppo solo sbattere le corna, perchè nonostante tutto lo spazio del mondo a oltre un chilometro e mezzo in dislivello dalle magiche sorgenti del Fibreno, non c'è un buco manco a disegnarlo con la vernice... anzi a dire il vero un paio di posti dove esce aria ci sono, ma uno s'aspetterebbe qualcosa di più per convincersi a camminare quasi quattro ore. Magari abbiamo solo sbagliato il tiro, magari sul Monte Tranquillo e sulla Serra Traversa, alta, molto alta sopra S. Donato Val di Comino. Li le doline non mancano, si dice che tanto son tutte brecce e calcari rotti, però quanto spazio e che bella vista diretta diretta sul lago del fibreno e sulle sue lontane sorgenti. Tanto per concludere con aria molisana non ci resta che cercare un bel -1000 da dedicare alla Madonna nera di Canneto, si perchè se mai uscirà fuori un abisso, qualcosa a che fare con le radici del Melfa, allora bisognerà bene ingraziarsi Mefitis l'antica, Mefitis la millenaria, magari sul monte Meta, negli infiniti pianori lungo il passo dei monaci, o forse sul Colle Nero o Rocca Altera tutti posti degni d'ospitare una Dea e il suo Abisso.
Post n°50 pubblicato il 09 Luglio 2007 da a.benassi
Che le grotte siano cose ben complesse e non si risolvano con i numeri e tantomeno con quello della profondità, lo sappiamo bene, che della montagna continueremo a capire poco anche una volta arrivati al fondo, anche di questo nei siamo sicuri, ma al gusto tutto triviale e umano delle classifiche proprio non vogliamo rinunciare. Il Lazio è terra avara d'abissi, almeno fino ad ora, il nostro buco fetido farà fatica a diventare un grande complesso pieno d'ingressi e gallerie (anche se non è detta l'ultima), ma da quando abbiam capito che almeno scende convinto, s'è cominciato a sbirciare la graduatoria generale... almeno per quel numerino in cui si può competere onorevolmente. Ogni volta che s'esce si da un'occhiata e si vede quanti posti abbiamo scartato... per la prossima punta direi che forse forse abbiamo almeno tre prede facili... finchè dura a scendere...
Post n°49 pubblicato il 09 Luglio 2007 da a.benassi
Si, ahimè confermo tutto quello ha detto Andrea e aggiungo:
Post n°48 pubblicato il 09 Luglio 2007 da a.benassi
Post n°47 pubblicato il 08 Luglio 2007 da a.benassi
Le corde servivano, anzi ne servivano di più. Due bischeri e quattro sacchi non sono bastati per avere ragione di questo fetido abisso. Tra giovedì e sabato siamo finalmente riusciti a montare un campo base a -700, un posto tanto accogliente da meritarsi il nome di Campo Isla Madre de Dios, ma di fondi neanche l'ombra. Dopo l'ennesima serie di pozzi battuti da cascate, siamo fermi sull'ennesimo salto con sotto un lago enorme dall'aspetto poco invitante con annessa galleria allagata. Dopo 43 ore di punta, di cui oltre 30 passate con la muta a scendere e risalire quasi 700 metri di pozzi, l'intera faccenda merita una pausa di riflessione esistenziale o quanto meno alcuni giorni per smaltire il marcio.
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Inviato da: a.benassi
il 21/09/2010 alle 17:18
Inviato da: Scintilena
il 20/09/2010 alle 16:23
Inviato da: Scintilena
il 20/09/2010 alle 12:36
Inviato da: Cescosauro
il 28/05/2009 alle 00:50
Inviato da: Anonimo
il 23/11/2008 alle 09:01