Le ragioni del mare

Design 5: I Puzzle


Quinto appuntamento sul Design, come abbiamo detto in precedenza parliamo di oggetti, che più rispondono alla definizione di classico, oggi prendiamo in considerazione i Puzzle.Siamo abituati a identificare con Design oggetti, ma i puzzle rispecchiano per lo loro storia la definizione di oggetto di design. I puzzle sono stati inventati nel 1766 a scopi educativi da un incisore e fabbricante di  mappe di Londra John Spilsbury; decise di incollare o di dipingere una serie delle sue cartine geografiche su una tavola di legno duro per poi tagliare i singoli paesi in corrispondenza dei loro confini. Erano considerati dei giocattoli con l’unico scopo educativo, il loro primo nome era Dissected Map o Mappa Sezionata.
Verso la fine del XVII sec. i puzzle ebbero argomenti più divertenti come le filastrocche e le storie fantastiche, animali e la storia. I puzzle in legno per gli adulti furono prodotti solo nel 1900, erano molto costosi, poiché i materiali scelti, mogano e cedro, richiedevano una lavorazione particolare, erano ritagliati un pezzo alla volta e non erano concepiti per incastrarsi. Le mappe erano venduti in quantità limitati e solo la ricca classe borghese era in grado di acquistare i puzzle, il prezzo era superiore al salario mensile di un lavoratore medio. Il nome puzzle fu coniato nel 1908, arrivati in America essi ebbero grande successo, che la maggiore produttrice americana, Parker Brothers, bloccò la produzione di tutti gli altri giochi per dedicarsi completamente ai puzzle. I fratelli Paker introdussero nei propri puzzle grandi innovazioni, i pezzi erano tagliati nella forma di svariati oggetti per renderli più affascinanti divertenti e facili da assemblare, fu introdotta lo stile Interlocking, i pezzi si incastravano tra loro, prima i pezzi di un puzzle potevano essere solo avvicinati, affiancati, ma non incastrati, ma il loro prezzo continuava ad essere alto.
Durante la Grande Depressione Americana, 1929, i puzzle si affermarono come passatempo e apprezzato dalle masse indipendente dalla loro estrazione sociale; i puzzle iniziarono ad essere di cartone pressato ritagliati con uno stampino, invenzione che prese il nome di die-cut puzzles. Nel 1932 i puzzle vennero utilizzati come propaganda pubblicitari, e dopo la seconda guerra mondiale gli originali puzzle in legno persero di popolarità a vantaggio dei puzzle di cartone, che erano anche i più economici, da questo momento i puzzle sonostati adottati da tutto il mondo come puro divertimento.Ma i puzzle sono utili per scoprire la personalità di una persona. Infatti, le tecniche di gioco delle persone davanti a un puzzle da sole o in compagnia rivelano molte delle caratteristiche e del comportamento e delineano veri e propri identikit. Basta osservare le persone come reagiscono al puzzle. Così emergono personalità individualiste, opportuniste, ma anche coloro che sanno giocare in squadra e gli altruisti. Tutti noi abbiamo fato giochi di ruolo e abbiamo notato che c'e' chi nasconde i pezzi per evitare che siano gli altri a mettere l'ultima tessera. Chi impedisce agli altri di avvicinarsi alla propria parte di puzzle ci sono quelli che si concentrano solo sui bordi prima di aggredire il resto del puzzle. Occorre notare che tra i più creativi ci sono gli opportunisti, che usano diversi metodi incrociandoli.Freud, nel suo Studio autobiografico, dice apertamente che: "...la psicoanalisi non può far nulla per chiarire l'essenza del dono artistico, né può spiegare i mezzi con i quali l'artista lavora, cioè la tecnica artistica. Ma la creatività è un fenomeno psichico e, in quanto tale, è legittimo oggetto di studio per le scienze della mente: la loro indagine non riguarda i risultati artistici o scientifici prodotti dal pensiero creativo, ma il pensiero medesimo".La psicoanalisi ha cercato le radici e le cause del pensiero creativo. Per Freud la creatività è frutto della sublimazione di energie scaturite da una situazione frustrante, e del loro ri-orientamento in una direzione produttiva. Questo avviene quando il principio di realtà (cioè la consapevolezza che bisogna venire a patti con le situazioni, e inventarsi delle vie di uscita) si sostituisce al principio del piacere (il bisogno di appagare qualsiasi desiderio in modo immediato e incondizionato).