Le ragioni del mare

Pirus Malus: il confine della vita dell'uomo


La storia dell'uomo sarebbe stata ben diversa se la mela non fosse entrata prepotentemente nei suoi destini: il suo primo consumo segna infatti il punto di confine fra una vita eterna, paradisiaca, piena di gioie, delizie e agi, e una vita brevissima e ben condita di tribolazioni, pericoli e malattie. La mela diventa dunque il simbolo del principio del bene e del male, dell'obbedienza e della disobbedienza, dell'amore e dell'odio e la sua fama viene tramandata non solo nella tradizione biblica ma anche in quella mitologica e letteraria: il melo, l’albero del Bene e del Male, dal quale spuntò il serpente tentatore che convinse Eva ad assaggiare il frutto proibito, simbolo della caduta dell'uomo e allo stesso tempo frutto della conoscenza. E ancora, nel Cantico dei Cantici, esprimerebbe la fecondità del verbo divino, la sua sapienza e il suo profumo: "Presto, portate dolci d'uva che mi restituiscano forza, e mele che mi diano sostegno, perché sono malata d'amore!" .
Secondo un mito greco arcaico fu Gea, la Grande Madre mediterranea, a offrire la mela ad Era come dono nuziale quale simbolo di fecondità. Fu una mela, il "pomo della Discordia" sul quale era incisa la scritta "alla più bella", che scatenò la tumultuosa contesa fra Giunone, Minerva e Venere, alla quale fece seguito la guerra di Troia. Furono tre pomi d’oro a deconcentrare dalla corsa Atalanta, figlia di Scheneo, re di Sirio, costringendola a fermarsi e perdere così la scommessa con Ippomene. Effige di potere durante il Sacro Romano Impero, assunse in seguito vari significati: d'identificazione della bellezza femminile, di seduzione sensuale, di frutto fatato.
Dai miti legati alla fertilità derivavano le usanze di dividere una mela prima di entrare per la prima volta nel talamo nuziale e di inviare una mela come dichiarazione d'amore. Simbolo della conoscenza : se proviamo infatti a tagliare il pomo in due parti, nel verso perpendicolare all’asse del peduncolo, vi si trova un pentagramma (tradizionale simbolo del sapere), una stella a cinque punte disegnata dalla stessa posizione dei semi.
Guglielmo Tell invece centra una mela posta sul capo del figlio e diventa l'eroe nazionale svizzero. Una provvidenziale mela, caduta in linea retta, in testa ad Isaac Newton, sembra gli abbia permesso di intuire il meccanismo della gravità. Plinio, invece, ne descrive trenta varietà e racconta che gli Etruschi, prima dei Romani, erano abilissimi negli innesti.
Attraverso la metafora della mela irraggiungibile, Saffo caratterizza il desiderio umano che tende verso un piacere alto e infinito: ogni altro oggetto del desiderio può essere posseduto, ma non dà soddisfazione, una volta raggiunto; un altro oggetto ancora più “appettibile” si prospetterà davanti ai nostri occhi, e per questo impegneremo tutte le nostre forze per raggiungerlo, ma mai saremo felici. Nell' Odissea Omero ricorda al vecchio padre il loro frutteto : “... i 12 alberi di pere si inchinavano sotto il peso della loro frutta matura, i dieci meli che sembravano carichi di fuoco, tanto intenso era il rosso dei loro frutti..”, e più avanti racconta di come Tantalo fosse tormentato dall' irraggiungibile frutta che gli sovrastava il capo : “pere, melograni, fichi e succose mele...”
“La Caduta dell'Uomo”, un famoso dipinto di Hugo Van Der Goes, rappresenta in modo molto particolareggiato un melo, le foglie e i frutti, nel biblico Giardino dell'Eden (nonostante questa versione della creazione derivasse dalla mitologia greca). Da qui in poi tutti gli artisti sceglieranno la mela ed il melo come simbolo del Giardino dell'Eden, di Eva e di Adamo e l'albero del melo divenne il simbolo di monasteri e chiese.
Nella “Canestra di frutta” Caravaggio, animato da un realismo intransigente, inserisce una mela bacata e un acino intaccato dalla ruggine come riferimento alla caducità delle cose e al trascorrere del tempo. Nel surrealistico dipinto
“The Son of the Man”, del pittore belga Magritte, l’uomo non vede la realtà ma solo una mela, ovvero le convenzioni che lo circondano. Il film francese, “Il tempo delle mele” oltre a lanciare sulle scene internazionali una giovanissima Sophie Marceau, ottiene un successo strepitoso in tutto il mondo diventando un vero e proprio fenomeno sociale degli anni ’80. Angelo Branduardi nel 1974 pubblica il suo primo album, intitolato “Angelo Branduardi” ed è subito un grande successo tanto che la canzone “Cogli la prima mela”  gli vale il Deutschen Schallplatten-Preis, premio della critica discografica tedesca.
Alimento magico per eccellenza come la rossa seducente mela offerta dalla strega a Biancaneve. Logo attuale della Apple: mai confermato né smentito dalla Apple né da Steve Jobs, vuole che la mela sia un omaggio al grandissimo matematico Alan Turing, l'inventore del computer che il 7 giugno 1954 si tolse la vita addentando una mela dove aveva messo del cianuro traendo l'ispirazione dalla favola di Biancaneve della quale era sempre stato un appassionato. 
L’espressione “Grande Mela”, riferita allo Stato di New York, venne coniata nel 1909 dallo scrittore Edward S. Martin paragonandolo a un melo con i suoi frutti nella città e le radici nella valle del fiume Mississippi. E persino i mitici Beatles, ai loro esordi, fecero della mela il loro simbolo. La mela è, quindi, “il frutto” per eccellenza, simbolo della sfera terrestre che racchiude in sé l’infinita ricchezza e varietà del creato: “E' l'appagare il proprio sesto senso. C'è una certa gioia nell'addentare e rompere un tessuto vivo che ci riporta ai primi giorni della storia dell'Umanità” scriveva Edward Bunyard in “Anatomia del Dessert” Quale dolce melaQuale dolce mela che su altoRamo rosseggia, alta sul piùAlto: la dimenticarono i coglitori;No, non fu dimenticata: invanoTentarono raggiungerla...Saffo, Frammento 116