Le ragioni del mare

Jackson Pollock


Ieri aprendo la pagina di Google si vedeva questo logo, ricorreva l’anniversario della nascita di Jackson Pollock, pittore statunitense considerato uno dei maggiori rappresentanti dell'Espressionismo astratto, il logo è stato gentilmente concesso dalla Fondazione Pollock-Krasner / ARS, NY.
Paul Jackson Pollock nasce a Cody, Wyoming, il 28 gennaio 1912 e muore in un incidente stradale a New York il 11 agosto 1956 a soli 44 anni. La sua ricerca artistica è stata molto influenzata dalla cultura indiana e pellerossa, che resterà un riferimento importante per la sua produzione artistica. Nel 1936 conosce l’artista messicano Siqueiros e comincia ad usare il colore e la tecnica di versare il colore sulla tela realizzando opere come "Male and Female" e "Composition with Pouring I"; egli amava stendere la tela sul pavimento o sul muro e dipingere, voleva un supporto che si opponesse al suo modo di dipingere, sviluppando una tecnica che venne definita la tecnica del dripping in italiano sgocciolatura, utilizzando pennelli induriti, bastoncini o anche siringhe da cucina.
La tecnica inventata da Pollock di versare e far colare il colore è considerata come una delle basi del movimento dell'action painting Il suo modo di operare è stato il motivo di distacco sia dall'arte figurativa sia dall’uso del  pennello e del cavalletto, in seguito inizia a dipingere con tutto il suo corpo, assumendo il nome di Pollock Jack the Dripper  per il suo singolare stile di pittura, nome datogli dalla rivista The Time.Molto importante nella sua vita è stata la conoscenza di Lee Krasner nel 1942 che sarà sua moglie, sarà lei a introdurlo negli ambienti più interessanti di New York, a presentargli personaggi come De Kooning, le opere di Mirò e Gorky, queste esperienze contribuirono ad arricchire il suo interesse per il segno e l’automatismo, come espressione immediata e diretta del proprio sentire.
In questa fase, le sue opere restano allusive a forme riconoscibili e non approdano subito alla totale astrazione. Nel 1943 tiene la sua prima personale alla galleria di Peggy Guggenheim, sodalizio che durerà fino al 1947; in questa fase si evidenzia l’assimilazione del linguaggio delle avanguardie europee, Surrealismo, Cubismo e Picasso, animata da una tecnica dominante nella sua pittura: la carica segnica e gestuale, ad essa si aggiunge la tecnica per l’arte degli indiani d’America, in particolare le pitture di sabbia. Il periodo di massima produzione artistica è stato fra il 1947 e 1950 il periodo del dripping, e il critico Greenberg, osservando i suoi lavori, inventò il termine di "Action painting", a questa tecnica Pollock aggiunge spesso sabbia, ciottoli, filo metallico, pezzi di vetro.
Gli anni fra il 1950 al 1952 l’artista americano raggiunge risultati di intensità quasi delirante che traducono le sue tensioni interne in quadri esclusivamente bianchi e neri. Negli ultimi anni riprende poi il suo stile fatto di frenetiche forme circolari di colore in stratificazioni materiche sempre più intense. Nell’immagine che egli produce non vi è né centro né direzione di osservazione: è pittura "all over" a tutto campo.
“Non dipingo sul cavalletto. Preferisco fissare le tele sul muro o sul pavimento. Ho bisogno dell'opposizione che mi dà una superficie dura. Sul pavimento mi trovo più a mio agio. Mi sento più vicino al dipinto, quasi come fossi parte di lui, perché in questo modo posso camminarci attorno, lavorarci da tutti e quattro i lati ed essere letteralmente "dentro" al dipinto.Questo modo di procedere è simile a quello dei "Sand painters" Indiani dell'ovest.” Jackson Pollock.“Una tela coperta di colore ancora fresco occupava tutto il pavimento... Il silenzio era assoluto... Pollock guardò il quadro, quindi, all'improvviso, prese un barattolo di colore e un pennello e iniziò a muoversi attorno al quadro stesso. Fu come se avesse realizzato di colpo che il lavoro non era ancora finito. I suoi movimenti, lenti all'inizio, diventarono via via più veloci e sempre più simili ad una danza mentre gettava sulla tela i colori. Si dimenticò completamente che Lee ed io eravamo lì; sembrava non sentire minimamente gli scatti della macchina fotografica... Il mio servizio fotografico continuò per tutto il tempo in cui lui dipinse, forse una mezz'ora. In tutto quel tempo Pollock non si fermò mai. Come può una persona mantenere un ritmo così frenetico? Alla fine disse semplicemente: E' finito". Hans Namuth“Quello che finiva sulla tela non era un quadro, ma un evento. Il punto di svolta c'è stato quando ha deciso di dipingere "solo per dipingere". I gesti che si riflettevano sulla tela erano gesti di liberazione dai valori - politici, estetici e morali”. Harold Rosemberg"Jackson Pollock"