Le ragioni del mare

Il Primo Respiro


Nascere è il primo, grande cambiamento, passaggio dal conosciuto allo sconosciuto. Il neonato passa dall’ambiente protetto, ovattato, dell’utero, dove tutto gli arriva attraverso la madre, in un mondo completamente diverso. Il nascituro prima della nascita produce l’ormone ACTH, ormone che lo prepara allo stress che comporta il venire al mondo; ormone che smette di essere prodotto nel momento in cui il bambino riceve il contatto con il mondo esterno, i battiti del cuore della madre, segnali importanti che il bambino riceve e dicono al cervello:ora puoi smettere di produrre ACTH. Alcuni psicologi ci dicono che, se il primo passaggio dal conosciuto allo sconosciuto, il primo cambiamento, avviene in modo naturale, ne seguiranno poi altri a catena.Il primo respiro, il titolo del nuovo lungometraggio del francese Gilles De Maistre, definito un documentario particolarissimo. Il film analizza il grande mistero della nascita, l'istante in cui una nuova vita viene alla luce e inizia il cammino verso il mondo. Il regista affronta il tema attraverso i cinque continenti, dall'Africa agli Stati Uniti, dal Messico alla Siberia, dalla Corea al Giappone, fino alla Francia. Tutto inizia il 29 marzo del 2006 l'ultima eclissi totale di sole che si è potuta ammirare in alcune zone del pianeta, un lavoro durato molto più di due anni, coinvolge 40 persone del luogo, oltre 120 donne che hanno consentito alla ripresa del parto. Il risultato un film che racconta il mistero irrisolto della nascita attraverso le varie culture del continente, il lirismo della nuova vita, che non può essere spigato dalla fredda razionalità dell’uomo. Un documentario da vedere, perché il regista passa dal parto nell'oceano messicano, seguito dal canto dei delfini, al parto di una cittadina americana senza aiuto medico, dal parto di una ragazza siberiana con 50 gradi sotto zero al parto di una donna africana, che dà alla luce il proprio bimbo sulla nuda sabbia. Dalla madre indiana, consapevole che la sua terza figlia avrà una vita non facile in una società maschilista, e il reparto di maternità coreano, il più grande del mondo in un paese nel quale partorire in ospedale è un obbligo di legge. Il film documenta anche un parto drammatico di un bimbo che morirà, ma anche questo lirismo non può essere spiegato dall’uomo.Un film che ha la Natura come ambientazione, l’acqua, il deserto, il ghiaccio, la giungla; le sabbie calde del deserto dei Tuareg alla nitidezza della tundra siberiana; dalle terre selvagge dei Masai ai locali notturni di Parigi; dall’America militante alla foresta amazzonica; dalla bellezza sacra del Gange al Giappone tradizionale; dai popolosi ospedali vietnamiti al pacifico delfinario messicano: il film ha come ambientazione il pianeta stesso. Il lasso temporale del film è di 48 ore e la storia ruota intorno ad un'unica giornata: il 29 marzo 2006. Il film comunica tramite le immagini la poesia del passaggio, ma è ancora una volta la donna l’interprete principale del film, il documentario vuole mettere anche in evidenza la donna che diventa madre, l'uomo che diventa padre, il bambino che entra nella vita.
IL PRIMO RESPIROregia di Gilles de Maistrecon - Leggi i commenti su Filmscoop.it