Le ragioni del mare

I paesaggi puri di Marino Moretti


Moretti Marino è un poeta crepuscolare, in questi giorni ricorre la sua morte, un poeta che muore a 94 anni avendo vissuto tutto il '900; Moretti  è autore di molte opere, poeta, scrittore, romanziere, collabora con molti giornali e con la terza pagina del Il Corriere della Sera, aderisce al Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce, questo sarà il motivo per cui nel 1932 si vide ritratto il premio intitolato a Mussolini, assegnato a Silvio Benco.La sua figura è associata al movimento crepuscolare, la sua primo opera è Poesie scritte con il lapis, molti critici pensano che sia stato il primo ad accorgersi che nell'uomo era presente una debolezza nei confronti del tempo, "La sua è una poesia che nasce dal contrasto fra le cose e i sentimenti, fra il mondo esterno e il mondo interno".Successivamente egli ripudia il crepuscolarismo con una serie di opere, definita dai critici la terza stagione; Moretti conosce il figlio di Gabriele D'Annunzio, Gabriellino e diventa suo amico.Mi premeva ricordare il Moretti, vi rimando ad una più attenta lettura della sua vita, molto interessante, e ad una analisi delle sue opere nei due link che aggiungo: "Marino Moretti." "Paesaggi dell'anima nella poesia di Marino Moretti."Buon martedì.La temperanzadi Marino MorettiSi, lo confesso, non ho amato il nuovoche si chiama avanguardia.Come a difesa, come a salvaguardia,lungi mi tenni da ciascun ritrovo.il nuovo lo cercai forse in me stesso,vicino, in casa mia,non in un grido o atto di pazzia,non nella gozzoviglia o in altro eccesso.Quieto vivere forse o timidezza?Forse... vigliaccheria? Le prime tristezzedi Marino Moretti, in Poesie scritte col lapisEro un fanciullo, andavo a scuola, e un giornodico a me stesso: "Non ci voglio andare"e non andai. Mi misi a passeggiaresolo soletto fino a mezzogiorno.E così spesso. A scuola non andaiche qualche volta da quel triste giorno.Io passeggiavo fino a mezzogiornoe l'ore... l'ore non passavan mai.Così il rimorso teneva il mio cuorein quella triste libertà perduto,e qual ansia, mio Dio, d'esser vedutodal signor Monti, dal signor dottore!Pensavo alla mia classe, al posto vuoto,al registro, all'appello (oh il nome, il nomemio nel silenzio) e mi sentivo comeproteso su l'abisso dell'ignoto.E mi spingevo fin verso i giardiniod ai vïali fuori di città;e mi chiedevo: "Adesso, chi saràinterrogato, Poggi o Poggiolini?".O fra me ripetevo qualche branodi storia (Berengario, Carlo Magno,Rosmunda) ed era la mia voce un lagnoritmico, un suono quasi non umano.E quante volte domandail'ora a un passante frettoloso ed eranella richiesta mia tanta preghiera!Ma l'ore... l'ore non passavan mai.Chi mi darà, chi mi darà quell'orecosì perdute dell'infanzia mia?Non tu, non tu che tanta nostalgiae tanto affanno mi ridesti in cuore,non tu, non tu che la tua fronte chiniper tacermi una lacrima o il pensieroch'è su la soglia del tuo ciglio neroe nemmen Poggi e nemmen Poggiolini. Giugnodi Marino MorettiStormiscono le frondenell'aria greve, e il soleride alle prataioleed alle biche bionde,e rende tutto d'oroil campo donde arrivala canzone giulivanell'agreste lavoro.Ecco è piena la spicae la falce è nel pugno;e il buon sole di giugnorallegra la fatica.E la canzone saledal campo del lavoroe s'accompagna a un corostridulo di cicale:e sale il canto aneloda bocche pia lontanelodando in terra il paneed il buon Padre in cielo.