Le ragioni del mare

A year after Lehman Brothers


E' passato un anno dalla mattina del 15 settembre 2008 quando la Federal Reserve e il Tesoro americano annunciano di lasciare fallire la Lehman Brothers, il colosso della finanza americana da oltre 150 anni. Iniziava la crisi economica mondiale, che avrebbe travolto il sistema bancario mondiale. A un anno esatto cosa è cambiato?"Un anno dopo il fallimento della Lehamn Brothers pochi sono stati i cambiamenti a Wall Street. Oggi, a un anno da quel fallimento che fece tremare il mondo, è che Wall Street sia andata avanti come niente fosse e che i cambiamenti siano stati minimi, ma la ristrutturazione è stata di facciata", oggi l'International Herald Tribune in prima pagina.Tutto venne deciso nella notte del venerdì 12 e sabato 13 settembre, era l'ultimo tentativo, il gotha della finanza americana si riunisce prima dell'inizio della settimana, ma non trova l'accordo sperato, in precedenza molte banche europee, in primo luogo quella inglese, si erano ritirate dalle credenziali, è crisi.Un pò di storia: "Il giorno dopo vennero disattivati i megaschermi a cristalli liquidi che coprivano il palazzo della banca d'affari, sull'angolo tra la Settima Avenue e la Cinquantesima Strada, e che fino a quel momento avevano trasmesso a ritmo continuo balene megattere che saltavano fuori dal mare, iceberg polari, prati d'Irlanda e montagne rocciose. Fu un gesto simbolico: in quel momento si spensero davvero le luci di Manhattan. Si svuotarono i negozi di lusso, i ristoranti e i grandi magazzini...gli americani cominciarono a pensare che un nuovo modello di consumo fosse possibile e la parola risparmio tornò nel vocabolario. Il Natale fu all'insegna della frugalità, ma se i bambini americani finalmente furono meno viziati...La crisi era diventata mondiale", Mario Calabresi.
"Una crisi anche culturale, perché ha coinvolto i la struttura portante della società occidentale:  la libertà di mercato, i rapporti tra pubblico e privato, quelli tra economia e politica, la percezione diffusa del concetto di rischio, la caduta della fiducia nelle controparti bancarie e commerciali, la giusta retribuzione del merito. La natura stessa della democrazia liberale quale sistema ancora efficace per garantire sicurezza, prosperità e benessere al maggior numero di persone possibile.È scoppiata la grande bolla, quella della finanza innovativa e della deregulation. Il sogno dei bonus miliardari ai manager, dell'autonomia del mercato, del credito illimitato e dei power lunch, i pranzi dei potenti.Ma, la vera crisi inizia molti anni prima, le banche finanziano i debiti, che vengono usati per comprare automobili, prodotti elettrici, istruzione, abbigliamento e case, le case di proprietà aumentano e i prezzi crescono. Tale sistema produce due effetti, in primo luogo aumentano i consumi e la produzione, in secondo luogo aumentano i rischi d'insolvibilità per il sistema bancario. I mutui subprime, quelli concessi a clienti ritenuti meno solvibili, vengono quasi tutti cartolarizzati, trasformati dalle banche in obbligazioni vendute agli investitori. Cartolarizzazioni di vario tipo, un castello sempre più complicato. In parole povere, i debiti sono diventati titoli da rivendere sul mercato. Si credeva che in questo modo, sparpagliandoli, l'entità del rischio si sarebbe ridotta e i guadagni saliti, ma così non è stato.Senza che nessuno, o quasi, si accorgesse di nulla, poco per volta tutto il mercato delle obbligazioni bancarie, anche quelle non legate direttamente ai subprime, è entrato in cortocircuito. Gli istituti di credito statunitensi ed europei sono stati le prime vittime essendo i principali acquirenti dei titoli spazzatura. Il sistema economico tedesco è il più penalizzato in europa, non è riuscito a tenersi fuori dalle pinze americane.A livello mondiale, le banche hanno dovuto svalutare più di 500 miliardi di dollari di obbligazioni. Le Borse hanno accusato il colpo: in pochi giorni i mercati hanno bruciato oltre 17.000 miliardi di dollari. La crisi infine si è allargata a tutto il mercato dei derivati chiamati Credit default swap, quei prodotti finanziari usati dagli investitori per assicurarsi contro l'insolvenza delle obbligazioni. E le banche hanno iniziato a non fidarsi più l'una dell'altra.Quando i Governi sono corsi ai ripari era troppo tardi. Il mercato dei derivati era diventato troppo grande e globalizzato per essere controllato da autorità di vigilanza sempre più piccole e limitate ai confini nazionali. Frutto di una politica sbagliata? Solo errori di valutazione ? Una crisi iniziata nel 1999", L'Osservatore Romano."La decisione di lasciar fallire Lehman Brothers fu Henry paulson, era sicuro che il sistema avrebbe retto, che era più importante concentrarsi sul salvataggio del colosso assicurativo Aig, con cui erano assicurati milioni di cittadini americani che stavano per essere chiamati alle urne per eleggere il nuovo Presidente, e che fosse fondamentale dare un segnale forte a Wall Street, bisognava punirne uno per educare tutti gli altri a darsi una calmata e a mettere freno alle speculazioni. Paulson sbagliò drammaticamente i suoi conti e la crisi sistemica arrivò puntuale. In questi mesi non ha mai spiegato le sue ragioni, non ha raccontato i retroscena di quel drammatico fine settimana, né le responsabilità di George W. Bush, ma sta scrivendo un lungo libro con le sue verità", Mario Calabresi."La borsa da alcuni mesi trasmette segnali positivi,ma non è assolutamente l'alba dopo la notte della più grande crisi dal dopo guerra, questa pseudo euforia a piccoli passi di Wall Street è dovuta alla grande liquidità delle banche, l'economia si sta muovendo grazie a questo particolare, imprestare denaro a zero interessi ha determinato la voglia di ripartire tra chi investe denaro nelle proprie attività.Non si tratta d'essere ottimisti ma realisti,se in Europa,Francia e Germania per la precisione, esistono i primi segnali di ripresa, non si ha idea di quanto possano essere veloci, in Italia tutto ciò pare una chimera, probabilmente i medesimi segnali si potranno intravedere dal prossimo anno, nel frattempo una buona percentuale di posti di lavoro salteranno o andranno in difficoltà.Davvero grottesco prendere atto che l'economia mondiale, da chi ne ha il comando,non abbiano interpretato la catastrofe finanziaria come motivo di radicale cambiamento del sistema, tutto probabilmente rimarrà come prima, con il probabile rischio che qualche genio possa inventarsene qualcun'altra per il proprio immediato godimento", La Stampa.I broker che lo scorso anno uscivano dalla sede di lavoro in compagnia degli scatoloni oggi lavorano quasi tutti, il 93% di loro; in Italia parliamo di piccole e grandi banche e di scudo fiscale, ma la vera risorsa economica sono ancora i condoni.Buon inizio settimana.