Le ragioni del mare

Edoardo Sanguineti


"La morte improvvisa di Edoardo Sanguineti ci priva di un grande intellettuale. Fu poeta, saggista, autore teatrale, docente di Letteratura italiana, critico, un protagonista del dibattito culturale del Novecento e soprattutto fu un teorico della neoavanguardia e esponente di spicco del gruppo '63.Ma cosa significa neo-avanguardia? Cosa rappresentò nell'Italia degli anni Sessanta, quelli del "boom economico", il Gruppo '63?La definizione di avanguardia è del critico Barberi-Squarotti: "Termine che indica il fenomeno tipico dell'età contemporanea, del formarsi di gruppi più o meno ristretti di artisti e di movimenti che pongono come fondamento della loro azione la polemica radicale contro la tradizione, al tempo stesso, contro la situazione contemporanea delle varie arti, in nome di un rinnovamento radicale di strutture, di linguaggio, di tecnica, coinvolgendo nella loro azione eversiva la stessa società intesa come oppressione della libera espressione individuale, come conformismo, e anche come "figura" della ingiustizia sociale e politica". Anche nei primi anni del Novecento si parla di avanguardie artistiche. In Italia prende piede in pittura e letteratura il Futurismo. Il Manifesto di Marinetti è del 1909.La neo-avanguardia nasce negli anni '60, quando il Paese è in via di trasformazione e si passa da un' economia di tipo prevalentemente agricolo ad una di tipo prevalentemente industriale. Ma la nuova realtà i è accompagnata da fenomeni che la sociologia anglo-americana aveva già messo in luce: il consumismo anche dei beni culturali. Anche l'editoria diventa un'industria. In quegli anni il filosofo Adorno scrive: "L'intera ‘praxis' dell'industria culturale non fa che applicare la motivazione del profitto agli autonomi prodotti dello spirito". E allora quale arte, quale il ruolo della letteratura e soprattutto quale linguaggio?Nel 1956 esce Laborintus di Sanguineti: un esempio estremo in poesia di sperimentalismo espressivo e di "mistilinguismo". Nel 1961 l'antologia "I Novissimi, poesie per gli anni '60. Accanto a quelli di Sanguineti i testi di Alfredo Giuliani, Elio Pagliarani, Nanni Balestrini e Antonio Porta. Scrive Giuliani nella prefazione dell'antologia: "Poiché tutta la lingua tende oggi a divenire una merce, non si può prendere per dati né una parola, né una forma grammaticale, né un solo sintagma. L'asprezza e la sobrietà, la furia analitica, lo scatto irriverente, l'uso inopinato dei mezzi del discorso la "prosa", insomma quello che non si è abituati a trovare nelle altre poesie e che si trova invece nelle nostre va considerato in questa prospettiva". In seguito avrebbe precisato: "Sfidare la falsità delle frasi che si vanno dicendo e metterle alla prova: questo è neocontenuto". Nel '62 Umberto Eco, con la sua "Opera aperta" teorizza che l'opera d'arte, deve essere strutturata in forme consone al suo tempo, in opposizione a una tradizione che pretende di offrire una visione "vera" della realtà. E ancora Angelo Guglielmi, un altro grande esponente del Gruppo '63: "Oggi nessuna ideologia è in grado di offrire un'interpretazione esauriente del mondo e allorché si tenti di utilizzarle in questo senso non possono che produrre falsi significati... L'unica avanguardia oggi possibile è a-ideologica, disimpegnata, astorica, in una parola a- temporale...".Nel '63 esce il romanzo "Capriccio italiano" di Sanguineti e a Palermo si tiene il primo convegno del Gruppo, da cui il nome Gruppo '63. E le polemiche infuriano. La stampa si interessa al dibattito sul ruolo della letteratura, dell'arte e dell'intellettuale. Intervengono su posizioni critiche Pasolini, Moravia, Montale, ma il dibattito sul disagio dell'artista nell'era contemporanea e sul suo ruolo è di nuovo al centro dell'attenzione. Il non senso per comunicare il caos, l'incomunicabilità, il "pastiche" linguistico e l'irrazionalismo, diventano emblematici di una situazione drammatica dell'uomo contemporaneo, anticipando forme artistiche di denuncia tipiche dei nostri giorni", di Rita Piccolini. 
Siamo tutti politici (e animali)Edoardo SanguinetiSiamo tutti politici (e animali):premesso questo, posso dirti cheodio i politici odiosi: (e ti risparmio anche soltanto un parco abbozzo di[catalogoesemplificativo e ragionato): (puoi sceglierti da te cognomi e nomi, e spararenel mucchio): (e sceglierti i perché, caso per caso)ma, per semplificare,ti aggiungo che, se è vero che, per me (come dico e ridico) è politica tutto,a questo mondo, non è poi tutto, invece, la politica: (e questo mi definisce,sempre per me, i politici odiosi, e il mio perché:amo, così, quella grande[politicache è viva nei gesti della vita quotidiana, nelle parole quotidiane (come ciao,pane, fica, grazie mille): (come quelle che ti trovi graffite dentro i cessi,spraiate sopra i muri, tra uno slogan e un altro, abbasso, viva):(e poi,lo so che non si dice, ma, alla fine, mi sono odiosi e uomini e animali):Se ti è piaciuto l'articolo, iscriviti al feed per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog!