Lessien,sei da me

attraverso il pulviscolo in un cono di luce e mi siedo


Immagino che non sarò la sola ad avere una soffitta, un ripostiglio un cimitero delle cose che ormai non si usano più. La mia è piena zeppa, ci si entra a fatica. Cercavo un oggetto appartenuto a mia madre che all’improvviso avevo voglia di tenere con me, ora che mi avrebbe fatto meno male guardarlo. Così rovistando e spostando altro per trovarlo ho riesumato molte cose dalla polvere e dal buio e mi sono resa conto che la mia vita è stata costellata di opere incompiute. Cose che sono rimaste testimoni di “inizi” lasciati morire. Toccandoli ci ho ripensato e ogni motivo me lo ricordavo ancora bene.  Percorsi interrotti . Privazioni. Scelte. Costrizioni. Età. Figli.Una racchetta donvlop, un paio di Rossignol rossi, un baule mezzo restaurato, un ingranditore per sviluppo in B/N, un paio di pattini a rotelle ed un altro di roller, una chitarra malconcia, un cavalletto in legno con poche macchie di colore sul bordo inferiore, una macchina da scrivere , una macchina da cucire, un paio di enormi pinne nere che mi sono cadute in testa….Una cyclette e due pesi, un modellino puzzle di tour eiffel cui manca completamente una parte ( ma resta in piedi).Cose cominciate, iniziate e poi abbandonate..Solo in amore sono stata costante ma questo non mi ha garantito dopo aver raggiunto una meta, di non sentire comunque  la sensazione di aver sacrificato altre “cose”. Parti di me, sfumature di una me. Ho sempre sentito dentro qualcosa di incompiuto come il pittore che ricopre la tela più volte cercando il dipinto che ha nella mente e che non riesce a far emergere sulla tela. Resta l’ultima opera sulla tela che seppellisce ogni altra. Poi la tavolozza è ormai piena di colori rinsecchiti, colori mischiati troppe volte, che non ti permettono di sconvolgere ancora il soggetto ritratto. Vorresti aggiustare qua e là, cercando compromessi accettabili per la tua mente e per la tua vita. Ma non hai più colori, e i pennelli hanno setole sfibrate, ammassate, inutilizzabili. Resto ancora. Seduta su un baule.Una ragnatela penzola dal soffitto, vuota. C’è silenzio. E’ silenzio quando non sai risponderti o rispondere. E’ silenzio se tutte le cose parlano di te. E’ silenzio quando le passioni, o i tormenti parlano dentro di te. E’ silenzioso l’eco dei ricordi che mi sfiorano e che  fanno nascere carezze come sorrisi con le ali. Quelle carezze che nascono quando sei sola e vorresti darle. Ti restano lì. Mi restano lì. Per questo stasera mele ritrovo tra le mani e non riesco a non posarle su questa pagina bianca come se potessero raggiungere qualcuno. Forse non andranno  perse. Carezze riflesse negli occhi di chi legge  e qualcuno le raccoglierà e le farà sue anche se non sono nate per lui.
Queste carezze sono per te che mi leggi, mi faranno meno estranea ed io non le sentirò scoppiarmi dentro inespresse@ Less