Letteratura Storia

Il tempo, i corvi (I CORTIGIANI), i bianchi cigni (GLI SCRITTORI VERI)


Clicca sull’immagine: Ritratto di Ludovico Ariosto tratto dall’Orlando Furioso del 1532CLICCA TAG, in alto a sin., poi CLICCA ARIOSTO, per altre notizie su Ariosto, sull'Orlando Furioso e le altre sue Opere, e perla Bibliografia Maria Alberta Faggioli SalettiAttualità e modernità dell’Orlando Furioso e di Ludovico Ariosto (1474-1533).2016 V° Centenario della prima edizione del Furioso2Il tempo, i corvi (I CORTIGIANI), i bianchi cigni (GLI SCRITTORI VERI)Di sicura attualità risultano le parole pronunciate dall’evangelista Giovanni nel citato Canto XXXV (Ottave 20-30). San Giovanni, anch’egli sulla Luna, come detto, per recuperare il senno perduto di Orlando (nel presente saggio, punto 9 Ariosto, la Poesia: verità storica e verità poetica, l’onorate man degli scrittori), fa una rivelazione ad Astolfo, mentre insieme si trovano sul fiume che si chiama Lete: quel misterioso vecchio che entrambi stanno guardando, è il Tempo, vecchio di faccia, e sì di membra snello / che d’ogni cervio è più veloce assai (Canto XXXV, Ottava 11). Egli è impegnato a riempirsi continuamente il mantello, con le piastre (medaglioni)sulle quali sono incisi i nomi delle singole vite, che scarica nel Lete, il fiume dell’oblio (della perdita di memoria). Poi San Giovanni mostra ad Astolfo alcuni corvi, cornacchie e avvoltoi, che si lanciano nel Lete per portare in salvo le piastre più preziose, quelle con i nomi più belli, e spiega chi siano gli uccelli rapaci. Questi sono ruffiani, adulatori,  buffoni, …,accusatori e quelli /che viveno alle corti e che vi sono/ più grati assai che ‘l virtuoso e ‘l buono/ e son chiamati cortigian gentili,/ perché sanno imitar l’asino e il ciacco [il porco]. Questi uccellacci di rapina, come i cortigiani, dato che sono inerti e vili,/ nati solo ad empir di cibo il sacco, portano in bocca qualche giorno il nome; / poi ne l’oblio lascian cader le some (portano per qualche giorno in bocca il nome del loro signore, ma poi lo lasciano cadere nell’oblio) (Ottave 20-21).Pochissime piastre vengono invece riportate in salvo da due bianchi cigni (gli scrittori veri) che le depositano sulla riva, dove una ninfa le preleva per poi affiggerle ad una colonna del tempio dell’Immortalità. Così accade sulla Terra: mentre i cortigiani lasciano cadere nell’oblio i nomi dei loro signori, gli scrittori veri strappano all’oblio i nomi più degni, donando loro fama immortale.L’evangelista Giovanni sottolinea quindi quanto sia importante, per i principi, sostenere i veri poeti e i prosatori originali, ed averli in amicizia, se vogliono che il loro nome rimanga celebre nella storia: …Oh bene accorti principi e discreti, / che seguite di Cesare l’esempio, / e gli scrittor vi fate amici, donde / non avete a temer di Lete l’onde!//Son, come i cigni, anco i poeti rari,/ poeti che non sian del nome indegni… (Ottave 22-23).