Letteratura Storia

Ludovico Ariosto, la “Parva domus”, il Mausoleo a Ferrara


Maria Alberta Faggioli Saletti, da spigolature.net  Ludovico Ariosto, la “Parva domus”, a Ferrara, in via Ariosto n. 67, un tempo contrada del Mirasole Intatta nella sobria e armoniosa architettura del primo Cinquecento, s’innalza la “parva domus” del Poeta , in una zona della città ancora quieta dove egli trascorse con il figlio naturale Virginio, gli ultimi anni di vita, portando a perfezione il suo capolavoro, Orlando Furioso. Ce ne dà notizie, desunte da approfonditi studi nei documenti coevi, Michele Catalano, nell’opera Vita di Ludovico Ariosto ricostruita su nuovi documenti, I-II, Olschki, Firenze1931. Il poeta l’acquistò, la sistemò e l’abitò dal 1529 al 1533, anno della sua morte.  Si ritiene che questo edificio, a Ferrara sia un primo esempio di costruzione in cui, abolito ogni ornamento, l’effetto viene affidato ai soli elementi architettonici. Nella facciata, in mattoni rossi, concorrono alla suggestione, anche due panchine di marmo bianco, attaccate al muro ai lati della porta, e due iscrizioni.  Sopra la finestra mediana del piano superiore, una targa in terracotta posta sotto il cornicione, così recita: SIC DOMUS HAEC AREOSTA PROPITIOS DEOS HABEAT OLIM UT PINDARICA in cui è espresso l’augurio che “questa casa Ariostea abbia propizi gli dei come già quella di Pindaro”. Probabilmente fu dettata dal figlio Virginio dopo la morte del poeta.  Nel marcapiano (cornice fra i due piani) vi è scolpito il celebre distico: PARVA SED APTA MIHI, SED NULLI OBNOXIA, SED NON SORDIDA PARTA MEO, SED TAMEN AERE DOMUS, cioè “Piccola, ma adatta a me, non sordida né gravata da ipoteche e fatta con il mio danaro”. Forse l’iscrizione era già presente al momento dell’acquisto da parte del Poeta.  La casa, rimasta ai discendenti dell’Ariosto sino al 1747, cambiò poi vari proprietari e venne acquistata dal Municipio di Ferrara nel 1811.  Delle antiche adiacenze, è conservato il cortiletto semplice, ma sono scomparsi il boschetto di olmi, la vigna e l’orto che l’Ariosto amorosamente curava, ed è stato demolito il tempietto edificato da Virginio per accogliervi le ceneri del padre (G. Medri, Ferrara brevemente illustrata nei suoi principali monumenti, Lunghini e Bianchini Editori, Ferrara 1933, pp. 122-124).  Al primo piano è allestito un piccolo museo dedicato al grande poeta. Vi sono conservati, la sua sedia, alcune medaglie che lo rappresentano e copie delle sue opere.  Attualmente, nella Casa dell’Ariosto, visitabile, si tengono mostre, concerti, conferenze e incontri culturali. Il Mausoleo nella Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara,  da spigolature.it  La salma dell’Ariosto ebbe una prima sepoltura provvisoria, una tomba comune, in un luogo non precisato della chiesa o del monastero di San Benedetto (corso Porta Po), in attesa di essere trasportata nel tempietto fatto erigere dal figlio Virginio presso la casa di contrada Mirasole. Proibito tale trasferimento, fu eretto al Poeta nel 1572 un monumento sepolcrale in chiesa, nella cappella dell’Assunta dove rimase fino al 1612 anno in cui dal pronipote Ludovico venne eretto su disegno dell’Aleotti ed esecuzione in marmo di Alessandro Nani, il mausoleo che ora si conserva nella Biblioteca Ariostea.Nel 1801 il suo corpo, sepolto a San Benedetto, fu tumulato nella sala centrale del Palazzo Paradiso a Ferrara, sede dell’allora Biblioteca Civica e dell’attuale Biblioteca Comunale Ariostea che conserva anche autografi delpoeta ed edizioni pregiate delle sue opere (G. Medri, Ferrara brevemente illustrata nei suoi principali monumenti, Ferrara 1933, pp. 128, 185).