Letteratura Storia

PER SCHIVAR LA NOIA


 CLICCA in alto a sin.: TAG (Ariosto, Bassani, Cucina di Ferrara, Lucrezia Borgia, Garofalo pittore ferrarese, Palio,...)Maria Alberta Faggioli Saletti  (CLICCA sull'immagine)Enrico Baldisserotto, Per schivar la noia, recensione di Maria Teresa Mistri Parente, sponsor Terramia Unicef, Ferrara 2010, pp. 227, tiratura in 30 copie. Volume elegantissimo, raffinato e attraente, illustrato da bellissime foto, le cui pagine, cinque capitoli dedicati allo studio come otium per riposarsi dal negotium, contengono requisiti inconsueti: garbata gentilezza, e rispetto aperto all’altro, fatti di familiarità, fervore artigianale interessato, e di passione per argomenti di cultura generale e localeche hanno segnato l’autore con un'impronta indelebile.In questi contenuti gentili ci riconosciamo in parecchi, perché sono quelli che abbiamo appreso in famiglia, nella scuola e nella chiesa, luoghi deputati all’educazione, forniti di libri di varia cultura, prima che essi entrassero in crisi. Allora, quando il tempo individuale poteva risolversi in rilassamento oppure essere di peso, la “forza per smuovere la noia” passava, per Il Giardino delle Esperidi, Personaggi Estensi, Il Lavoro, Omero, e Scintille, argomenti (i titoli dei capitoli) capaci di curare ogni uggia. Ora che le crisi istituzionali lasciano esposte troppe persone al rischio di abbandono individuale -i giovani al bullismo e gli anziani all’incuria- è tanto più importante disporre di queste collaudate cure per la solitudine ed anche per la disperazione, come autentici rimedi d’amore fra le persone.  Trascrivo di seguito la Recensione di Maria Teresa Mistri Parente tratta dall’aletta di copertina.“Quando Enrico Baldisserotto, dopo anni di proficuo e appassionante lavoro, decise di abbandonare l’attività di imprenditore agricolo, la vivacità e l’energia che ancora lo caratterizzavano, lo portarono a dedicarsi ad un hobby assai originale e ricco di creatività: trasformare e ridare vita al legno “ben vineato” delle antiche botti della sua cantina.Ne escono sedie, panchetti, tavoli, sgabelli e tanti altri utili e originali oggetti dipinti e decorati con imprese araldiche, motti e simboli, allo scopo di perpetuare il ricordo di riferimenti e significati storici a lui molto cari.Compiuta l’opera, esauriti i legni delle antiche doghe, depose scalpelli, pennelli e colori per utilizzare un altro prezioso strumento: la penna e, proprio per continuare a “schivar la noia”, diede inizio al suo percorso quotidiano nel mondo del sapere. Da quel momento si dedica alla ricerca consultando testi, volumi enciclopedici e documenti, appuntando tutto con scrupolosa precisione. Ed è così che prende corpo quest’opera, attentamente documentata e volutamente composta da un insieme di mini saggi, tessere di un variegato mosaico dell’umana conoscenza, testimoni del laborioso impegno dell’autore.Scegliendo come guida virtuale Minerva, la dea dello Scibile, l’autore entra nel mitico giardino delle Esperidi e, da qui, inizia il suo viaggio nel corso del quale incontra divinità, figure mitologiche, personaggi del mondo classico e della modernità.Mentre avanza gli si fanno incontro anche i principi e i cortigiani della nobile casa d’Este, duchi e duchesse, pittori e umanisti, notai e gabellieri, artisti e uomini di scienza, scalchi e buffoni.Qui evoca “la memoria di donne che hanno lasciato un segno indelebile nella storia e nella politica estense” ed ecco affiorare, dalle nebbie del passato, Lucrezia Borgia e la nipote Marfisa, avvolte nell’alone della loro eterna leggenda, immortali ispiratrici di poeti, scrittori e musicisti.Lungo il percorso non tralascia di prendere in rassegna l’arte e gli  stili architettonici che hanno caratterizzato epoche e luoghi diversi e va anche a curiosare nelle botteghe degli artigiani fra vetri, maioliche, arazzi e ferro battuto. Tutto in un crescendo di notizie, cenni biografici, curiosità, aneddoti filtrati con rigore storico dalla sua vena creativa e che stimolano a procedere, con entusiasmo, nella lettura.Solo da una mente fervida, curiosa, intelligente ed aperta a ogni tipo di conoscenza come quella dell’autore poteva uscire un’opera così originale e unica che si potrebbe definire un diario, un promemoria del sapere.Il testo è corredato da una parte illustrativa molto ben curata, composta da un apparato fotografico significativo che lo rende più piacevole e, con in più, la sorpresa di vedere riprodotte le opere in legno di Baldisserotto, veri, irripetibili capolavori di inventiva. Così ci è dato di poter ammirare, tra gli altri, il seggio dedicato al vescovo Giovanni Tavelli da Tossignano, i tronetti per Leonello e Borso d’Este, la “panca scaranata”, il “tavolo cortesia”, il “doppiere pensile”.Ho avuto il piacere di seguire, fin dagli inizi, la stesura di queste pagine espresse con un linguaggio molto personale, espressivo, ben comprensibile e privo di inutili orpelli come dovrebbe essere un testo a carattere divulgativo. Se il desiderio di Baldisserotto era quello di coinvolgere il lettore in modo piacevole e intelligente “per schivar la noia”, credo proprio ci sia riuscito, ed anche molto bene."                               Maria Teresa Mistri Parente, Ferrara, 6 marzo 2010