Lettere alla Nonna

Il bacio che aspettavo.


Ieri sera, prima che gli ultimi neuroni mi abbandonassero, quasi per caso, mi sono imbattuto in un film che avevo snobbato alla sua uscita nelle sale cinematografiche.Il bacio che aspettavo, delicata opera indipendente di un giovane e talentuoso regista-sceneggiatore, Jonathan Kasdan. La trama sembra abbastanza scontata e già vista ma la forma narrativa è strepitosa:  Il ventiseienne Carter è appena stato lasciato da Sophia e, caduto in depressione, decide di allontanarsi momentaneamente da Los Angeles per andare dalla nonna in Michigan e prendersi cura di lei. Il dolore e il senso di perdita verranno alleviati dalla conoscenza di Sarah, la vicina di casa, e della figlia Lucy. Trascinato in un universo al femminile, Carter si troverà costretto ad analizzare i suoi sentimenti per Sophia e a fare un percorso di crescita sentimentale.Ci sono quattro generazioni a confronto caratterizzate dalle paure ed i sogni di ogni età, la nonna che ha il pensiero fisso di morire, il protagonista e la figlia adolescente della vicina che iniziano la loro vita adulta, la madre della vicina che affronta un dramma e la figlia minore, il personaggio più divertente, bambina prodigio intrappolata nei suoi dieci anni.Con estrema trasparenza e sottile ironia si sviluppa una trama in cui un momento difficile di ognuno diventa il momento della rinacita e di una vita nuova. Un messaggio di speranza per questa vitaccia che, dietro ad ogni difficoltà, mi sorpende per come è capace di farci trovare un'emozione pronta a farsi cogliere, se solo ne abbiamo la voglia.Alla fine sono andato a letto contento come un neonato dopo il biberon.